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Progetto Intarsi: nessuno resti solo

Spesso quando si pensa al tema dell’immigrazione, immaginiamo persone sole che arrivano nelle nostre città, perlopiù giovani e uomini adulti. In realtà da anni la provincia di Rimini ha accolto anche diversi nuclei familiari, in particolare mamme sole insieme ai loro bambini. Con questa consapevolezza nella provincia di Rimini si è avviato Intarsi, progetto di respiro regionale attuato nella nostra provincia per conto del Comune di Rimini dal Consorzio Mosaico attraverso la coop. sociale Il Millepiedi e la coop. sociale Eucrante – insieme all’associazione Papa Giovanni XXIII.

Un progetto che mira a individuare e a prendere in carico nuclei familiari e monogenitoriali di persone migranti con figli minorenni, in uscita dai circuiti dell’accoglienza. In questi primi mesi gli operatori di Intarsi hanno svolto un’azione di monitoraggio dei nuclei familiari del territorio riminese, prendendoli in carico e promuovendo percorsi individualizzati anche attraverso l’attivazione di reti sociali di prossimità.

Questo, infatti, uno degli elementi di maggiore innovazione del progetto che intende proprio favorire una maggiore integrazione tra persone migranti e territorio attraverso la promozione della figura del Tutor volontario dell’integrazione.

Intarsi: di che cosa si tratta?

Lo spiega Sara Ferri, operatrice del progetto: “ Il tutor dell’integrazione si propone come una figura volontaria che affianca le persone nella quotidianità. È come un amico, un fratello maggiore, un compagno di strada che affianca gli operatori professionisti del progetto instaurando relazioni significative con i beneficiari”.

Anche piccoli gesti sono importanti: un invito a pranzo o a cena, un aiuto per le mamme sole per affidare i loro bambini a qualcuno di fiducia quando lavorano, l’accompagnamento ai servizi del territorio per facilitarne la comprensione.

“Il tutor ovviamente non viene mai lasciato solo nel suo intervento, – aggiunge Debora Debebe, coordinatrice – ma può contare sul sostegno di noi operatori. Il suo ruolo però è fondamentale perché le persone si sentano accolte, migliorino il loro livello di conoscenza della lingua italiana e possano aumentare anche le opportunità di inserimento abitativo e lavorativo”.

Le testimonianze

Diverse famiglie e cittadini si sono già avvicinati al progetto, in particolare un primo momento di incontro è stato organizzato lo scorso 23 febbraio al Bar Lento, a Rimini. Tra le persone presenti anche alcune che già, a titolo volontario, affiancano donne, bambini e famiglie. Come Nicoletta Farina, che racconta la propria esperienza: “ Abbiamo conosciuto Gora (dal Gambia) insieme alla mia famiglia grazie alla cooperativa Eucrante.

Il nostro rapporto si è costruito un passo alla volta, con semplicità, cominciando con qualche invito a cena. Piano piano la relazione si è approfondita sempre di più. Inizialmente abbiamo aiutato Gora negli adempimenti burocratici e nel cercare un lavoro. Oggi che è autonomo, con una casa, un lavoro, una fidanzata, continuiamo comunque a sentirci e a vederci quando è possibile. È nato un vero e proprio rapporto di amicizia e io mi sento molto fortunata ad averlo incontrato”.

“Penso che quando arrivi solo in un Paese che non conosci sia importante sentire che c’è qualcuno che ti vuole bene – aggiunge Federica, una delle figlie di Nicoletta – Sono sicura che rimarrà una parte importante della mia vita e della mia famiglia per sempre. Come mi ha detto lui un giorno: ora non ho più solo tre sorelle, ma anche un fratello”.

L’azione dei volontari ha effetti benefici su tutto il territorio, ne è convinta Patrizia Fiori, coordinatrice progetti Sai e referente immigrazione del Comune di Rimini: “ C’è ancora tanta diffidenza e pregiudizi da scalfire nei confronti dei cittadini stranieri.

Vedere non solo gli operatori professionisti, ma anche la cittadinanza che si attiva per migliorare la vita di queste persone e aiutarle a inserirsi positivamente nel territorio è un grande arricchimento di cui tutta la comunità riminese alla fine può beneficiare”.

La prossima fase del progetto prevede tre serate di formazione dedicate alle persone che hanno mostrato interesse a conoscere meglio la figura del tutor dell’integrazione. La prima serata è in programma giovedì 7 aprile dalle 18 alle 20 al Centro per le Famiglie.

Si prosegue giovedì 12 e 21 aprile (per informazioni intarsi.rimini@gmail.com – 388 6481599). Famiglie che affiancano famiglie, perché nessuno debba più sentirsi solo.

Silvia Sanchini