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Oltre i muri: basta volerlo veramente

Alessandra Benedetti è nata a Cervia nel 1977. Laureata presso l’Università di Ingegneria Gestionale a Bologna, lavora in Scm Group dal 2005. Ha lavorato negli Stati Uniti per sette anni e dal 2019 ricopre il ruolo di dirigente della Business Unit Service e Ricambi. Nel 2023 ha conseguito un master MBA presso la SDA Bocconi School of management, dando ulteriore spessore alle sue competenze professionali e umane. Tra i numerosi progetti seguiti e i risultati raggiunti, i più recenti sono la fondazione dell’unità Digital Transformation and Business Remodeling di Scm Group e la nascita della Control Room all’interno del rinnovato Technology Center di SCM a Rimini, che sta avendo un successo davvero notevole.

Dottoressa Benedetti, la sua vita professionale è decisamente poliedrica. Vorrei iniziare chiedendole della sua esperienza americana. Come ha influito nel percorso attualmente ricoperto?

“Gli anni negli Stati Uniti mi hanno dato un forte imprinting sia per quanto riguarda la ‘customer obsession’ e il valore del servizio, sia per quanto concerne gli ideali della meritocrazia, la possibilità di essere chiunque… basta volerlo veramente! ‘The brick walls are there for a reason. They’re not there to keep us out. The brick walls are there to give us a chance to show how badly we want something’. ‘I muri che incontriamo lungo il nostro cammino, non sono lì per deviare il nostro percorso. Sono lì per una semplice ragione: testare fino a che punto vogliamo davvero andare avanti’. Questa citazione di Randy Pausch, professore presso la ‘Carnegie Mellon University’, incarna lo spirito americano ed è da sempre il mio mantra”.

Quali sono stati gli eventi e le persone della sua vita che hanno influito maggiormente nel percorso e nella realizzazione di ciò che è oggi?

“Mio padre è senza ombra di dubbio la persona che mi ha trasmesso i valori fondanti della mia vita. Il senso di responsabilità e del dovere, l’impegno e, più di tutto, il valore della cultura. Papà non aveva potuto frequentare le scuole, ma ascoltava l’Opera ed era affascinato dall’arte. Mi ha sempre detto che lo studio è un privilegio e che, come tale, avrei dovuto affrontarlo. Perché ogni pagina letta ti cambia, ti rende diverso, ti arricchisce. La cassetta degli attrezzi della vita, la curiosità e la voglia di imparare anche oggi che ho 47 anni, sono gli stessi di quella bambina che ne aveva 3 e si faceva leggere le favole dalla mamma. Ma sono tante le persone che mi hanno lasciato qualcosa. Penso oggi al team e ognuno di loro, ogni giorno, mi aiuta a crescere. Penso al mio capo Luigi De Vito (Direttore Generale di Scm Group) che mi supporta e mi sopporta. È il mio baricentro”.

All’interno del ruolo attualmente ricoperto, può raccontare della nuova unità Digital Transformation and Business Remodeling?

“Ho scelto un team di talenti con background diversi che lavorano in gruppi ‘creati ad hoc’ e secondo una interazione che esce dalle catene gerarchiche e viaggia sui canali della leadership relazionale. Questo ha permesso di stimolare la creatività, che significa mettersi in discussione, assumere dei rischi, lavorare in ambiti diversi dalla propria verticale competenza di dominio e disegnare nuovi perimetri. Digital Transformation è una funzione che già in premessa è destinata a sparire dall’organigramma, perché lo scopo è di agire da stimolo, da guida alla trasformazione di Scm Group da azienda di prodotto ad azienda in grado di costruire soluzioni intorno al cliente”.

Lei dà molta importanza al ruolo che le donne possono avere nella società, nelle aziende, nelle famiglie, nelle istituzioni. Ha dovuto superare ostacoli o diffidenze in quanto donna nella sua carriera lavorativa e nelle relazioni con partner e clienti internazionali?

“Sono stata fortunata perché non ho mai vissuto situazioni penalizzanti, ma mi accorgo che le differenze esistono. È un peccato, ma le cose stanno cambiando. Nel team ho volutamente portato a bordo molte donne. Sono le più determinate”.

E di determinazione ce n’è voluta sicuramente molta nel lanciare un progetto ambizioso come la Digital Control Room: può spiegare in breve che cosa fa?

“Control Room è il luogo dove i nostri clienti possono ‘toccare con mano’ cosa significa avere una macchina connessa: significa poter avere accesso alla conoscenza di Scm Group e al supporto del team di tecnici (tra cui non mancano donne con lauree in ingegneria, informatica, ma anche lingue e filosofia) che, grazie all’analisi dei dati, sono in grado di intervenire e suggerire soluzioni ad un problema o affiancare i clienti nel miglioramento della produzione”.

 

Cosa cambia dunque con l’introduzione di Control Room?
“Cambia il nostro modo di fare service. Cambia la relazione fra Scm Group e i propri clienti. ‘You will never work alone’ (Scm sempre al tuo fianco) è un concetto che diventa realtà”.

Quella delle macchine utensili è un ambito prettamente maschile. Nel suo caso, da dove nasce la passione per questo settore?

“Beh la mia passione è per le persone. Io questo faccio: gestisco persone. Clienti che usano le nostre macchine, tecnici che le manutengono, un team appassionato, determinato e competente. La relazione umana è l’aspetto più complesso da affrontare, ma anche quello che ci arricchisce di più. Le competenze delle nostre persone sono il vero patrimonio aziendale da sviluppare e salvaguardare”.