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“Perché quei muri contro RiminiLife?”

Degrado alla ex questura. Intervista all’amministratore di Asi, Piero Aicardi

Come giustifica un investimento così importante a fronte di un piano particolareggiato decaduto e quindi di fatto in un’area sprovvista di pianificazione urbanistica? Vi erano state date rassicurazioni?

“Sono l’amministratore unico di Ariminum Sviluppo Immobiliare, che fa capo ad importanti imprenditori nazionali del settore edile. L’investimento è stato di certo significativo ma al tempo stesso ponderato, non solo noi infatti pensiamo che il prezzo che abbiamo versato corrisponda al valore effettivo di quell’area. Lo stesso perito del tribunale l’aveva valutata 14 milioni, l’Imu la versiamo al Comune di Rimini su un valore di 14 milioni, e 14 milioni li aveva offerti anche Conad nell’ambito dell’asta che alla fine ci siamo aggiudicati per 14 milioni e mezzo. In quell’area vi è un edificio esistente di 23.773 metri quadri di cui 17.773 destinati a direzionale e 6mila a residenze e accasermamenti e l’attuale regolamento comunale di Rimini consente la ristrutturazione degli edifici anche mediante demolizione e ricostruzione e cambio di destinazione d’uso.

L’area, quindi, non è sprovvista di pianificazione perché è disciplinata dal Psc e dal Rue tuttora vigenti. Su quest’area gli strumenti urbanistici prevedono, fra l’altro, la possibilità di realizzare anche una struttura commerciale con 1.500 metri quadri di superficie di vendita.

Se così non fosse, un operatore come Conad, che di mestiere gestisce supermercati, non credo avrebbe offerto 14 milioni. Va inoltre ricordato che il Comune stesso ha presentato un masterplan per partecipare al bando (Piers) per l’ottenimento di finanziamenti utili alla realizzazione di residenze Ers/Erp nell’ambito di un progetto di rigenerazione urbana, prevedendovi all’interno l’insediamento di una struttura commerciale di 1.500 mq di superficie di vendita”.

Dove nasce secondo lei la contrarietà che il comune ha subito manifestato di fronte al progetto RiminiLife?

“A mio parere il Comune non ha esaminato compiutamente la nostra proposta, ritenendo sic et simpliciter il progetto privo di pubblico interesse, ma non potrei escludere che la politica abbia focalizzato l’attenzione in realtà solo sul supermercato e, in particolare, sui mq. di superficie accessoria che abbiamo richiesto, non valutando appieno tutti gli ulteriori, ben più interessanti, profili. Tale superficie accessoria, infatti, secondo l’opinione dei tecnici comunali, genererebbe un carico di traffico eccessivo nell’area.

Nostri studi dimostrano il contrario, come del resto abbiamo documentato. Mi interrogo tutt’oggi sul motivo per il quale tale superficie accessoria debba procurare tanto traffico”.

In merito alle perplessità sulle superfici del supermercato: perché avere paura di un hub logistico per le spese online?

“La superfice accessoria che il nostro partner vorrebbe realizzare non può essere definita come “hub logistico”, termine che, come è noto, definisce un luogo in cui si svolgono tutte le attività relative alla logistica e alla successiva distribuzione della merce proveniente da diversi operatori, e che, normalmente, si colloca al di fuori dei centri urbani presso gli svincoli autostradali.

Il nostro progetto presentato in Comune non ripropone affatto la conformazione fisica di un hub logistico, e, peraltro, è stato ritenuto idoneo alle norme a cui devono attenersi i supermercati proprio dall’ufficio del commercio del Comune di Rimini.

I locali per la preparazione e consegna della spesa a casa, ordinata on line, non sono quindi hub logistici, e, in ogni caso, le norme del commercio non prevedono un limite alle superfici accessorie.

Occorre inoltre sottolineare che tale attività di consegna a casa, certamente, contribuisce a ridurre il traffico, non certo ad aumentarlo. Non so dirle un furgone quante spese trasporti mediamente, ma è facile comprendere come lo stesso sostituisca un numero ben più rilevante di veicoli, impiegati dai clienti per fare la spesa”.

Quale potrebbe essere il carico di furgoncini per le consegne?

“Non so dirglielo, ma certamente le consegne a domicilio si sono molto sviluppate negli ultimi anni. Le famiglie hanno iniziato ad apprezzarla ai tempi del lockdown imposto a causa del Covid, ed ora continua ad essere un servizio molto utile sia per chi, per i motivi più svariati, non ha possibilità o il tempo (o la voglia) di recarsi fisicamente a fare la spesa, sia per chi è invece fisicamente impedito e non ha altra possibilità che avvalersi di tale servizio, perché anziano o infermo.

È una opzione offerta da tutti i supermercati e obiettivamente molto apprezzata e, come dicevo, se in una giornata escono anche 10 o 15 furgoncini (circa 1 all’ora) vuol dire che ci saranno dalle 50 alle 70 auto in meno che dovranno recarsi al supermercato”.

A che punto sono i ricorsi al Tar presentati?

“Noi abbiamo presentato la nostra proposta progettuale che prevede come primo stralcio la demolizione degli edifici dell’ex questura con la realizzazione di un supermercato, abbattendo degrado e riducendo le volumetrie, e, come secondo stralcio, prevede di realizzare nelle aree attigue gli edifici dell’ex caserma, un parco, dei giardini e dei parcheggi a corredo di un mixité funzionale costituito da residenze studentesche, libere e agevolate, negozi di vicinato e una biblioteca, tutto a carico di Asi, oltre a cedere gratuitamente due lotti su cui il Comune può realizzare le palazzine Erp/Ers con i fondi regionali e un asilo traendo risorse dagli oneri concessori generati dall’intervento e pagati da noi. Entrambe le nostre proposte sono state respinte dalla Giunta comunale.

La prima, relativa al primo stralcio, perché non ci viene autorizzato il cambio d’uso, la seconda perché il progetto RiminiLife, mancherebbe, ad avviso della Giunta stessa, di interesse pubblico. Contro i due provvedimenti di diniego abbiamo promosso altrettanti ricorsi al Tar che sono ancora pendenti”.

Le proposte contenute nel progetto RiminiLife sono molto interessanti, ma la politica del muro contro muro non sembra partorire nulla. Ultimo in ordine di tempo il minacciato ricorso alla Corte dei Conti… ci chiediamo quindi se non sia il caso di cambiare mediatori. Cosa ne pensa?

“Marco Da Dalto è una persona molto competente in materia e non è il nostro mediatore, bensì è il responsabile e coordinatore del progetto.

Quanto al muro, non vedo alcun motivo per continuare ad apporne uno davanti alle nostre proposte che, come è già stato detto e scritto in plurime sedi e come la cittadinanza ha ben compreso, portano solo del bene a quel contesto degradato, agli abitanti del quartiere, a chi potrà abitare nelle nuove residenze, anche Ers e Erp che vi verranno realizzate, oltre che alla città di Rimini in generale.

Rimango confidente che si arriverà ad un ripensamento politico sulla mancanza di interesse pubblico del nostro progetto.

La denuncia alla Corte dei Conti è un’azione di cui abbiamo già informato Regione e Comune e rappresenta una iniziativa non solo a tutela della buona gestione delle finanze amministrate dal Comune ma anche e soprattutto dei cittadini. Nessuno deve temere se l’Autorità contabile verificherà se è corretto spendere denari pubblici con un esproprio, laddove vi è la disponibilità del proprietario a cedere gratuitamente le aree da espropriare, nell’ambito di un progetto di rigenerazione del comparto secondo le linee di indirizzo del Governo a cui fa riferimento anche il bando del Piers a cui ha partecipato il Comune per ottenere i finanziamenti pubblici”.