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Obiettivo: formazione solidale

È nel giorno della festa del suo patrono, Sant’
Andrea apostolo, che la parrocchia di Sant’Andrea in Besanigo riceve il Vescovo per la visita pastorale. Un incontro preparato con cura e atteso con gioia, perché “ci confermi nella fede e ci suggerisca i sentieri da intraprendere per continuare la nostra esperienza di vita cristiana”.
Parroco dal settembre del 2001 è don Davide Pruccoli, succeduto a don Ferruccio Zamagni e a don Lanfranco Bellavista.

In questi nove anni abbondanti don Davide ha visto cambiare sotto i suoi occhi la fisionomia della parrocchia.
“Effettivamente la comunità ha subito una forte espansione demografica, con tante famiglie giovani, provenienti soprattutto da Riccione. Un primo riscontro di questo fenomeno lo notiamo dai tanti battesimi che vengono celebrati ogni anno. Posso dire sommariamente che in questo decennio il numero dei parrocchiani è raddoppiato, passando dai 600 – 700 abitanti del 2000 ai 1500 abitanti di oggi. E penso che questo si debba soprattutto al nuovo quartiere sorto negli ultimi anni a ridosso di Riccione”.

Raddoppiando la popolazione farete fatica a starci tutti nella chiesa, alla domenica…
“Purtroppo l’aumento demografico non è proporzionale alla partecipazione alla vita della parrocchia. Creare un clima spirituale nella comunità in tutte le sue componenti non è facile. Forse la chiave giusta per tenere alto lo spirito di fede nelle persone e creare unità e comunione fra di esse, è il rapporto personale del parroco con i suoi parrocchiani”.

Questo rapporto personale sembra proprio la chiave di volta per la nuova evangelizzazione. Ma è sempre possibile? Come riesci a realizzarlo?
“In primo luogo si tratta di sfruttare bene le occasioni che si presentano nella vita ordinaria: l’incontro per il battesimo, l’accompagnamento nelle tappe del catechismo, le quattro chiacchiere sul piazzale della chiesa o nel circolo, la festa parrocchiale … o anche il caffè al bar o gli incontri in strada. Il momento privilegiato rimane comunque quello della visita alle famiglie per la benedizione pasquale. Una visita che faccio tutti gli anni e che nella mia parrocchia è ancora molto attesa. La faccio con una programmazione abbastanza distensiva, per avere la possibilità di fermarmi e dialogare con tutti. È sicuramente un momento importante per incontrare tutte le famiglie e far riscoprire una realtà di parrocchia aperta e accogliente. Per me è un momento particolarmente edificante e gratificante perché mi sento accolto da tutti”.

Un primo incontro, segnato da relazione personale, ha bisogno poi di momenti precisi di formazione per la crescita nella fede e nella partecipazione ecclesiale.
“Accenno solo al martedì sera e al Centro di Ascolto del Vangelo. Da alcuni anni, il martedì sera dopo la messa, sono stati proposti incontri di formazione per gli adulti. Gli argomenti trattati sono stati: il Vangelo di Luca (in due anni), l’Eucaristia, il Catechismo della Chiesa Cattolica. E quest’anno, a partire dal mese di ottobre, abbiamo ripreso i Centri di Ascolto del Vangelo in due zone della parrocchia, con cadenza settimanale, commentando le letture della domenica seguente. Da questi incontri vogliamo che nascano anche alcune preghiere che si leggeranno nella messa domenicale, così tutta la Comunità è resa partecipe della nostra riflessione”.

La formazione è sicuramente un momento fondamentale nella vita della Comunità, ma ha poi bisogno di testimonianza…
“Senza dubbio. E a questo proposito mi pare di poter dire che la nostra Comunità, in questi anni, ha riscoperto la dimensione della carità e della missionarietà, grazie anche all’Oratorio don Bosco e alla missione in Perù. Tante famiglie hanno scelto l’adozione a distanza come segno di amore e di solidarietà verso tante situazioni di disagio presenti nel mondo, e la stessa parrocchia ha adottato un seminarista indiano, ora sacerdote. Cerchiamo di essere sempre attenti e attivi di fronte alla calamità naturali che flagellano tante parti del nostro pianeta e affliggono tante popolazioni”.

Dal momento che hai accennato all’oratorio don Bosco ne potremmo parlare in modo un po’ più dettagliato?
“È attivo da quattro anni ed è portato avanti da un gruppetto di generosi giovani che dedicano a questa attività tutto il loro tempo libero e anche qualcosa di più.
Praticamente si occupa dei bambini delle elementari e dei ragazzi delle medie. Durante l’anno scolastico svolge le sue attività al sabato pomeriggio come supporto e continuazione del catechismo e alla domenica pomeriggi con iniziative varie. Agli inizi dell’estate poi propone tre settimane di Centro Estivo, con anche la partecipazione e la collaborazione di alcune mamme, soprattutto per preparare il pranzo”.

Oratorio e catechismo, catechismo e oratorio. Due realtà che interagiscono, ma rimangono anche distinte…
“Certamente, anche perché le due attività hanno finalità diverse, pur concorrendo entrambe alla formazione umana e cristiana dei bambini e dei ragazzi.
Il catechismo inizia in seconda elementare ed ogni anno ha il suo gruppo con la sua catechista. Il cammino catechistico prevede la prima confessione in terza elementare, la prima comunione in quarta e la Cresima in seconda media. Negli anni di quinta elementare e prima media i ragazzi vengono introdotti alla lettura della Bibbia, mentre negli altri anni si usano catechismi appropriati al sacramento che si celebra. Anche se ogni gruppo ha una sua catechista, al sabato pomeriggio, prima di iniziare il proprio lavoro specifico, tutti i gruppi si ritrovano con me in chiesa per un momento di preghiera”.

La domenica andando alla messa … La gente viene a messa?
“Come ho accennato, certamente non tutti. Però alle 11 la chiesa è sempre piena. È la messa alla quale prestiamo maggior attenzione, avendo anche maggiore disponibilità per l’animazione, dai canti al servizio all’altare coi ministranti.
La messa delle 11 è anche la messa nella quale la Comunità celebra la sua vita; in primo luogo le tappe dell’Iniziazione cristiana, ma anche gli anniversari di matrimonio, la festa dei battezzati dell’anno, la giornata dei malati, il ricordo dei defunti dell’anno…
Da un po’ di tempo abbiamo predisposto uno schermo nella cappella invernale che permetta ai genitori con bambini piccoli di seguire la messa che si celebra in chiesa”.

So che la seconda domenica di ottobre fate una mega festa in onore della Madonna…
“È la festa della Madonna del Rosario; è molto sentita e partecipata dalla gente, anche da chi è andato ad abitare altrove. La facciamo precedere da un triduo predicato da un sacerdote forestiero… Abbiamo notato che la presenza di un predicatore esterno alimenta nei fedeli il desiderio di partecipare con più fervore ai diversi momenti liturgici”.

Hai detto che la tua è una parrocchia piccola, ma per tutte le attività pastorali, anche piccole, c’è bisogno di collaboratori. Come riesci a organizzarti?
“Collaboratori ne ho e molti: basti pensare alle catechiste o agli educatori dell’oratorio. Ma poi c’è il Consiglio Pastorale ed il Consiglio Economico, ci sono due coppie di sposi che svolgono il prezioso ruolo di catechisti battesimali, c’è il gruppo che cura i canti della messa… Certamente sarebbe bello se ce ne fossero anche altri, soprattutto per l’animazione dei giovani, dei fidanzati, delle giovani coppie di sposi… Ma dove non arriviamo con le nostre forze ci facciamo aiutare da altri. I fidanzati, per esempio, si preparano al matrimonio frequentando i corsi di Vicariato…”.

Siamo partiti parlando di rapporti personali con la gente come metodo di evangelizzazione. Concludiamo anche sullo stesso argomento, poiché vedo qui sul tuo tavolo un giornalino che mi sembra quello della tua parrocchia.
“Sì, è vero, ma siamo appena alla partenza. E solo il secondo numero e ci premuriamo di farlo arrivare a tutte le famiglie, nelle loro case. Per ora è trimestrale e cerchiamo di inserirvi dentro, oltre agli appuntamenti e iniziative più importanti della parrocchia, spunti per la riflessione e per la catechesi spicciola su argomenti della vita del cristiano. Ci auguriamo, almeno col tempo, che diventi strumento di vera comunicazione e conoscenza reciproca… Uno strumento moderno per mantenere i contatti con tutti”.

E intanto, a solennizzare questo intenso momento della visita pastorale è giunta da Ortisei, fresca di laboratorio, una bella scultura lignea raffigurante il patrono della parrocchia, Sant’Andrea apostolo. Ed è stato il Vescovo stesso a benedirla nel primo giorno di visita, prima di esporla alla venerazione dei fedeli.
Sant’Andrea in Besanigo, nel comune di Coriano, ma con un cuore un po’ riccionese: poiché molti dei suoi abitanti vengono da Riccione a cercare qui un po’ di tranquillità. E la chiesa, che sovrasta fisicamente il paese, è vera oasi di tranquillità per tutti coloro che vogliono approfittarne.

Egidio Brigliadori

Nella foto, la chiesa di Sant’Andrea in Besanigo