Home Attualita “MiOccupo” e il lavoro non è più un miraggio

“MiOccupo” e il lavoro non è più un miraggio

call center amir
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182 aziende coinvolte, 236 offerte di lavoro ricevute, inserimento lavorativo pari al 18% (circa 42 persone assunte). Sono i numeri di “MiOccupo”, il progetto promosso dall’Assessorato alle politiche sociali del Comune di Rimini con lo scopo di favorire l’ingresso al lavoro. Un obiettivo raggiunto, stando appunto ai risultati ottenuti da questo originale esperimento di rete.
Il segreto del successo per Sabrina Bonopera, coordinatrice del Centro di solidarietà di Rimini sta proprio lavoro di squadra di tutti i soggetti coinvolti. “Siamo riusciti a costituire una rete con tutti gli attori nella dinamica del sostegno al lavoro” sottolinea la Bonopera, a cui si accoda il presidente Massimo Tamburini: “Una rete formalizzata e concretamente operante”.


Il progetto MiOccupo, proposto dal Cds, ha visto la collaborazione non solo delle imprese ma anche delle associazioni di categoria: Federalberghi Rimini, Federalberghi Riccione, Promozione alberghiera. In campo, nella stessa “squadra”, anche la Compagnia delle Opere di Rimini, che ha messo a disposizione tutta la sua rete di aziende del territorio, e ancora New Horizon, Associazione Portofranco, Assoform Romagna e Osfin. 

“Questo è un progetto di grande rilevanza, finalizzato a supportare le persone in cerca di lavoro, in particolare quelle in condizione di fragilità. – commenta l’assessore alle politiche sociali del Comune di Rimini Kristian Gianfreda – Siamo orgogliosi di questi risultati; frutto della capacità di mettere in rete istituzioni, Terzo Settore e mondo imprenditoriale, con competenza, servizi e opportunità a favore della comunità. Il lavoro rappresenta uno strumento fondamentale per l’indipendenza e l’integrazione di ogni persona ed è fondamentale favorire tutti quei percorsi di accompagnamento rivolti in particolare alle persone in difficoltà. Non posso che augurarmi di proseguire lungo questa strada, implementando e rafforzando i servizi e il lavoro intrapreso”.

Imprenditori, associazioni di categoria, enti di formazione, istituzioni e banche hanno reso possibile lo svolgimento delle attività progettuali non solo a Rimini, ma anche in alcuni comuni limitrofi: Santarcangelo di Romagna, Novafeltria e Bellaria, nelle sedi messe a disposizione dalle Amministrazioni Comunali.
Lo sportello MiOccupo è un luogo in cui vengono accolte le persone senza lavoro e sprovviste di strumenti, di capacità, a volte anche di volontà di ricerca. 

I volontari del Cds accompagnano le persone attraverso il colloquio, l’orientamento al lavoro, la proposta di eventuale formazione, fino alla fase finale che consiste nella intercettazione di opportunità di lavoro e la loro segnalazione.

Tra gli strumenti utilizzati nel progetto si evidenzia la costituzione di una “postazione digitale”, all’interno del Cds, realizzata con l’aiuto finanziario di Riviera Banca, e dotata di pc, telefono e connessione web, nonché di operatore/tutor per consentire agli utenti sprovvisti di strumenti od inesperti, la ricerca del lavoro sulle piattaforme web, fino ad inoltrare una candidatura.

“Il nostro istituto di Credito Cooperativo pone la Comunità e le persone al Centro della sua attività bancaria ed extrabancaria. Il lavoro è fondamentale per tutti, a tutte le età, è fonte di sostentamento e di realizzazione professionale. – sottolinea il presidente di RivieraBancaFausto Caldari – Per questo motivo Riviera banca è orgogliosa di collaborare con il progetto MIOccupo”.

“Da sempre Cdo è attenta alle tematiche sociali e crediamo nei valori dell’accoglienza e dell’importanza della persona nelle nostre imprese. Riteniamo quindi che sensibilizzare le imprese su questi temi sia pienamente in linea con la nostra Mission”, commenta il presidente di Cdo RiminiAlessandro Bracci.

Il progetto MiOccupo è, in definitiva, “un esempio virtuoso di sussidiarietà all’interno della società, – ne è convinto il presidente Tamburini – un servizio per tutti i cittadini di cui si sono fatte carico istituzioni, associazioni ed enti; pubblico e privato a cui a cui è stata concessa libertà di azione e che, con il coordinamento di un’associazione del terzo settore, ha permesso di mettere in campo tutte le relazioni e le risorse necessarie”. (r.a.)