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Meeting: la forza del desiderio

Quattromila volontari (750 durante il pre meeting, 3393 durante la kermesse), 98 incontri con 271 relatori, 21 spettacoli e 9 mostre. In sette giorni di Meeting, a Rimini sono state registrate circa 800.000 presenze, provenienti da più di 40 Paesi. Dal rock’n’roll all’architettura, passando per la storia, la biologia e la letteratura, nel corso della kermesse riminese ogni ambito dell’attività umana è stato osservato attraverso la lente dell’infinito. E alla luce di quella tensione propriamente umana per la quale siamo noi stessi “rapporto con l’infinito”.
Il tema scelto, “La natura dell’uomo è rapporto con l’infinito”, commenta soddisfatta nell’intervista a chiusura di questa edizione Emilia Guarnieri, presidente della Fondazione Meeting per l’amicizia tra i popoli (nella foto con don Juliàn Carron, dal 2005 alla guida di Comunione e Liberazione), “non era sospeso nei cieli, o riservato a pii addetti ai lavori, come qualcuno aveva ipotizzato, ma ha manifestato fino in fondo la sua capacità di incidere la realtà”.
Il tema dell’edizione 2013 sarà “Emergenza uomo” mentre è quasi alle porte in Egitto il secondo Meeting Cairo (in programma dal 2 al 4 novembre) dal titolo “L’educazione alla libertà”.

Presidente Guarnieri, proviamo a stilare un bilancio dell’edizione 2012.
“Il bilancio è positivo. Sebbene si sia interrotto un trend costante di crescita, abbiamo riconfermato le presenze dello scorso anno, nonostante la crisi. E quello condotto in questi giorni è stato un dibattito sui grandi temi. Mediante una interlocuzione reale col mondo della politica ci si è confrontati su giovani, crescita, tasse e lavoro. È evidente come l’incontro tra le diversità nasca da qualcosa che viene prima, non dopo: ci si incontra a partire dalla passione per la verità e la bellezza. Questa è un’energia popolare capace di rappresentare la realtà viva e imprenditoriale del Paese. Quello che accade qui è «patrimonio di risorse e energie indispensabili», come ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano”.
“Emergenza uomo” è il tema del prossimo Meeting. Abbiamo bisogno di aiuto?
“Viviamo, come diceva Pier Paolo Pasolini, in una cultura che tende a omologare i desideri, che poi sono il tratto distintivo e il punto di forza dell’umano. Bisogna difendere l’uomo da questa cultura che tende ad anestetizzarlo. Nel desiderio c’è l’irripetibilità dell’uomo. Chiediamo la libertà a partire dalla necessità degli uomini di vivere all’altezza dei loro desideri. Il desiderio, lo ha detto ad Assago nel 1987 don Luigi Giussani, è l’unico vero punto di forza anche nei confronti del potere”.
Colpisce, qui al Meeting, il grande impegno di volontariato profuso dai giovani. Non si diceva che questa era la generazione confusa e “perduta”?
“C’è tanta gente e ci sono tanti giovani che desiderano qualcosa per la vita. I giovani intuiscono gli incontri e i rapporti con i luoghi in cui si fa esperienza di verità. Sanno dove si può condividere davvero: qui erano in 4.000, a impegnarsi, nel corso di un’intera settimana, per un ideale. Fanno esperienza concreta di quello stesso ideale per cui vogliono spendere la loro vita”.
I giovani ammettono, con un sorriso, che lo fanno “per fede”. Torna il tema dell’educazione.
“Condividere un’esperienza come questa è educazione. Poi se la portano a casa per tutta la vita”.
I politici ospiti hanno detto che vedono l’uscita dalla crisi. Un Meeting all’insegna dell’ottimismo. Se lo aspettava?
“Questo è uno di quei casi in cui si fa davvero fatica a distinguere ciò che ci si aspetta da ciò che si spera”.
Il tema di quest’anno davvero “volava alto”. Ci si può raccordare, nell’asprezza di una crisi, alla politica? Vengono, cioè, segnali dal Meeting per quanto riguarda un nuovo impegno politico da parte dei cattolici?
“La politica, come tutto, è fatta dagli uomini. C’è bisogno di persone che credano nel bene comune, e sappiano fare dono del proprio impegno gratuito, nell’ambito sociale così come in quello politico. I cattolici sono uomini come gli altri, ma dovrebbero avere una motivazione in più: il loro impegno dovrebbe partire dalla fede”.

Lorena Leonardi