Home Provincia L’attività sportiva come inclusione

L’attività sportiva come inclusione

Lo sport come attività di inclusione e di riscatto. Soprattutto in ambito scolastico. Il Comune di Savignano, l’istituto ‘Marie Curie’ e il Triathlon Duathlon Rimini lanciano il progetto Lo sport e disabilità nella scuola. L’iniziativa, che partirà nel prossimo mese di febbraio, ha avuto come testimonial due atleti molto speciali: Mirco Acquarelli, campione di basket in carrozzina e Giovanni Achenza, campione paralimpico a Rio 2016.
“Abbiamo individuato – spiegano dalla scuola – una serie di discipline in grado di favorire l’integrazione sportiva tra i ragazzi, tra queste vanno annoverate il calcio, il basket, la danza sportiva e il badminton”.

Il progetto parte dal principio che l’insieme delle attività, individuali o collettive, che impegnano e sviluppano determinate capacità psicomotorie, svolte anche a fini ricreativi o salutari, che non creano barriere e non considerano l’aspetto fisico o l’abilità del movimento “sono in grado di rendere partecipe ogni individuo” sottolinea Alessandro Alessandri, presidente del TD Rimini. Tra i modi di impiegare il tempo libero, le attività sportive rappresentano, probabilmente, quello più diffuso. Nel mondo della disabilità, la pratica sportiva può svolgere la funzione di promuovere l’educazione e l’integrazione delle persone. Infatti, oltre che essere centrale in campo riabilitativo (settore in cui, prevalentemente, finora è stata inserita), può ricoprire un ruolo essenziale nel favorire la conquista dell’autonomia e lo sviluppo della personalità. Non bisogna sottovalutare che lo sport offre alle persone con disabilità un’occasione per compensare le lacune formative e i problemi di sviluppo dovuti agli specifici deficit. Inoltre, la pratica sportiva permette di soddisfare alcuni bisogni propri dell’uomo, legati all’esperienza di gioco, movimento, agonismo e vita di gruppo. Particolarmente rilevante per la persona con disabilità risulta essere anche la dimensione creativa: la possibilità di dare vita, attraverso attività ludiche e sportive, a un proprio stile di vita, ad un originale modo di essere.

Infatti a causa del suo deficit, la persona con disabilità rischia di essere esclusa da ogni forma di progettualità e di realizzazione autonoma e personale.
“Il Comune di Savignano si è fatto quindi promotore, col patrocinio al progetto, di questo tipo di sfida votata all’inclusione e alla sensibilizzazione, a partire dai più giovani, sulle tematiche della disabilità, ma anche ragionando su di un percorso di adeguamento delle strutture sportive, affinché anche gli atleti portatori di handicap, possano accedervi con maggior facilità”.

Del resto l’attenzione e la sensibilità rispetto alla pratica motoria e sportiva ha costituito una tappa importante di un lento percorso di rivalutazione psicopedagogica, filosofica e neurobiofisiologica delle potenzialità corporeo-chinestesiche della persona disabile. Questo processo di cambiamento vede il Comitato Italiano Paralimpico quale cuore pulsante della rivoluzione culturale ad essa legata e che ha nei propri Comitati Regionali lo strumento per raccogliere le esigenze del territorio.

Pagina a cura di Ermanno Pasolini