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La santità corre in bicicletta

Gli occhi che sorridono e la bici sempre inforcata. Monsignor Mansueto Bianchi, assistente nazionale di Azione Cattolica, ha scelto due aspetti incisivi e decisivi della vita di Alberto Marvelli per raccontarlo nella Messa inaugurale in Sant’Agostino, a Rimini, domenica 5 ottobre, nell’anniversario della scomparsa che coincide con l’inizio ufficiale dell’Anno Marvelliano, anno giubilare per volontà di Papa Francesco. “Gli occhi sorridenti e la bici sono due cifre della santità di Alberto – ha detto mons Mansueto Bianchi -. Attraverso gli occhi si può leggere la vita interiore di Alberto. Lo sguardo è quello che brilla dell’amore di Dio e si volge verso la gente. Con quegli occhi Alberto guardava la Rimini distrutta dalla guerra, le sofferenze della popolazione. Non erano occhi che guardavano sopra le nuvole, ma ancorati alla vita. La bicicletta è la compagna inseparabile di Alberto. Mi colpisce perché è un mezzo profondamente laico, non è consueto vedere preti, frati e suore in bici. E poi la bicicletta dice il cammino di questo giovane. La ricostruzione di Rimini nel dopo guerra passa per quel volto, per quelle mani, è legata a quella bicicletta”.

Intanto sabato 4 ottobre al Teatro degli Atti è stato proiettato in prima visione il docu-film di Simona Mulazzani con la regia di Marco Colonna Siamo fatti per il Cielo. Alberto Marvelli una vita tutta di corsa(nella foto un frame del film). Hanno partecipato alla serata, tra gli altri, la sorella di Alberto, Gede; i due vice-postulatori, mons. Fausto Lanfranchi e la prof.ssa Elisabetta Casadei “anime” del Centro documentazione “Marvelli” di Rimini, e Francesco Cavalli in rappresentanza di Icaro Communication che ha realizzato il docufilm.
Siamo fatti per il cielo racchiude in 50 minuti i momenti fondamentali della vita di Marvelli, gli episodi più belli e coinvolgenti, ma riporta anche il pensiero e il cuore di Alberto fermati sul Diario e sui Quaderni spirituali quando si ritrovava a riflettere in montagna, in camera o in chiesa.
Un racconto fatto anche di testimonianze di quanti hanno conosciuto in vita l’«ingegnere della carità» e hanno goduto della sua amicizia, sperimentandone il carattere, l’umanità e la fede; ma anche di giovani, che lo hanno preso come compagno di vita. Un racconto che immerge lo spettatore nel travagliato periodo storico in cui Alberto ha vissuto (tra le due Guerre) e che ripresenta i luoghi storici in cui è cresciuta e maturata la sua umanità e santità. 50 minuti che corrono veloci per un film che i primi spettatori hanno molto gradito.
Per realizzare tale opera, è stata lanciata una campagna di finanziamento: “Adotta un frame” (un fotogramma). Essa ha permesso di finanziare il nuovo video, grazie alle offerte arrivate da diverse parti del mondo (Brasile, Norvegia) e da tutta Italia, frutto della amicizia di tante persone, di età diverse e differenti estrazioni sociali.

>L’omelia di mons. Mansueto Bianchi, molto apprezzata dai fedeli presenti, sarà pubblicata integralmente in uno dei prossimi numeri de il Ponte.