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La porta per la politica è spirituale

Che ha a che fare il primato della via spirituale con la politica? E come il discernimento aiuta a declinare azioni per il bene comune nei cattolici impegnati in politica, magari in schieramenti differenti? E quale eredità ha lasciato la 46ª Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, svoltasi a Reggio Calabria, la cui eco è ancora viva, anche a Rimini?
Tre domande, tre grandi interrogativi sui quali il prof. Luca Diotallevi, Vice Presidente del Comitato Scientifico e Organizzatore delle Settimane Sociali, ha “costruito” la relazione “Cattolici nell’Italia di oggi – Un’agenda di speranza per il futuro del nostro paese”, uno dei momenti centrali dell’incontro di spiritualità per persone impegnate in ambito sociale e politico organizzato dall’Ufficio di Pastorale Sociale della Diocesi.
Oltre 150 persone (politici, amministratori, persone impegnate nel sociale) han preso parte all’appuntamento, ormai una tradizione per la Diocesi, nel Teatro del Seminario vescovile “don Oreste Benzi”, “un piccolo tassello di un cammino di formazione spirituale, morale ed intellettuale, che vuole farsi guidare da alcuni spunti emersi durante le Settimane Sociali” lo ha definito il direttore dell’Ufficio di pastorale Sociale don Antonio Moro.
Il vescovo Francesco Lambiasi ha guidato la preghiera introduttiva, soffermandosi sul vangelo della lavanda dei piedi. “Lui, unico Signore e Maestro, è venuto a lavarci i piedi, ma non per dire lavate i piedi a me, bensì: lavatevi i piedi gli uni gli altri.” Dopo aver citato Antonio Rosmini (“tacere e adorare”) e ricordato che la Chiesa dialoga con destra e con sinistra senza farsi tirare però per la giacchetta, il Vescovo ha passato il testimone al prof. Diotallevi.
Primato della vita spirituale, discernimento e eredità della Settimana Sociale, le tre “gambe” del tavolo che Diotallevi ha apparecchiato con semplicità, grande chiarezza ed efficacia.
Nella vita cristiana non ci sono fatti irrilevanti, e con la forza dello Spirito i cristiani devono saper leggere le circostanze in cui sono immersi. “Il Signore si manifesta nella Parola, nei fatti e nelle persone.” Il Signore incarnato non è solo un fatto spirituale, men che meno esoterico: i laici cristiani sono perciò radicati nel presente della Chiesa e nella storia della Chiesa. “La verità è come la manna: oggi è fresca, domani puzza”: la citazione di Von Balthasar è sintomatica secondo Diotallevi dell’importanza di cercare la verità nell’oggi, come d’altra parte auspica anche il versetto del Salmo invitatorio che si recita ogni giorno: “Se oggi ascoltate la sua voce”.
Il primato della vita spirituale porta con sé un doppio decentramento: più siamo radicati in Cristo, più siamo umani. “Più ci decentriamo in Gesù, più godiamo le nostre relazioni, e l’altro emerge in primo piano.”
Il passaggio al discernimento, secondo il Vice presidente delle Settimane Sociali, a questo punto è quasi obbligato: “il cristiano deve spostarsi per vedere meglio, per leggere la storia con gli occhi di Gesù.” In palio c’è il gustare appieno questo nostro tempo. C’è da essere santi, nel quotidiano.
E per chi è chiamato a diventarlo, anche attraverso l’attività politica, viva come tale il suo impegno e non come una passerella o un’azione di integrazione del reddito.
Per Diotallevi, il discernimento è una lampada per ogni azione. Al quale la Chiesa offre continuamente azioni di sostegno. La Dottrina Sociale, ad esempio, costituita da principi che vanno resi storici. Come insegna il Concilio nella Gaudium et Spes, i criteri storici ci consentono di operativizzare in un tempo il principio. “Il problema da affrontare presenta sempre un’alternativa realistica – ha ribadito il prof. Diotallevi – Occorrono soggetti sociali che hanno interesse all’alternativa realistica, cioè ad una possibile e reale via di soluzione del problema.” Mi concentro sui problemi reali, comprendo ciò che devo fare e che moralmente mi vincola e mi dirige.
Inoltre, se il pluralismo dei cattolici impegnati in politica è legittimato, “l’azione per il bene comune per essere efficace deve essere collettiva.” Diotallevi ha fatto l’esempio del crocifisso appeso nelle scuole pubbliche, un caso in cui la battaglia politica per la presenza del crocifisso andava fatta e in maniera trasversale. Esistono insomma dei margini all’interno dei quali ci può, anzi ci deve essere unità. Ai cattolici impegnati in ambito sociale e in politica, praticarli.

P. Guiducci / A. Moro

Nella foto, da destra: Luca Diotallevi, Vice Presidente del Comitato Scientifico e Organizzatore delle Settimane Sociali, il vescovo Francesco e don Antonio Moro, direttore dell’Ufficio di Pastorale Sociale (foto Bottega Video)