Home Attualita La moda? Scatto fisso che pedala su due ruote

La moda? Scatto fisso che pedala su due ruote

Una pedalata dopo l’altra, Marco e Ciro hanno scalato la montagna. E in sella a Dafne, son riusciti a tagliare a braccia alzate un doppio traguardo: vincere l’apatia e guadagnare un futuro.
Marco e Ciro Poziello (nella foto), 56 anni in due, sono nomi noti nel circuito riminese per aver messo in pista la “Nove Bar”, la pedalata alcolica più discussa della riviera riminese. Finita ai box per una serie di difficoltà organizzative e per l’opposizione dell’Amministrazione Comunale, i Poziello brothers sono scattati sui pedali della passione. Con fantasia.
La cartilagine del ginocchio di Marco a 26 anni s’è sfilacciata quel tanto che basta per impedirgli di giocare deciso a calcio. La carriera da geometra del trentenne Ciro, invece, non decolla. E allora che fanno i due fratelli? Si curvano sul manubrio per spingere sui pedali della bicicletta.
Niente gare né raduni ma “un negozio in grado di personalizzare le due ruote. – allarga le braccia Ciro – In provincia non esisteva un’offerta commerciale del genere e siamo partiti”. L’idea è scattata nell’ottobre scorso, il tempo di sgambare tra ricerca dei locali e fornitori et voilà, Dafne era felicemente in strada. “L’idea era ispirarsi ad una divinità greca – prosegue Poziello senior – ci siamo imbattuti in Dafne e l’abbiamo sposata”.
Il risultato è una moda, quelle bici che sfrecciano a Rimini con le ruote a profilo alto e dai colori riconoscibili. Quasi un trend che viaggia su due ruote. In cima al gradimento, quelle a scatto fisso, un solo rapporto possibile e nessun meccanismo di “ruota libera”, per cui la pedalata è solidale con il movimento della ruota posteriore. Se smetti di pedalare, tanto per intenderci, si rallenta bruscamente l’andatura. Quelle a scatto fisso sono le bici più leggere che si possono realizzare e spesso sono prive dei freni. Quando la inforca il sindaco Andrea Gnassi (il mentore dei Poziello versione imprenditori) porta il biancorosso sociale della Rimini calcio, se invece viaggia con il presidente della Provincia Stefano Vitali sfoggia un azzurro tenue più elegante. “La parola d’ordine è: soddisfare il cliente in tutte le sue richieste” assicura Marco. Una bici con la venatura bianca sul cerchione completamente nero appesa in negozio, lo conferma. “Telai nostri e di artigiani locali e italiani, cerchioni rivestiti in legno provenienti da Firenze, raggi caratteristici, selle di vaglia. Oppure porti la tua vecchia bici e noi la rimettiamo in sesto”. E via, sui pedali in città, sul lungomare o al lavoro. Dietro una bici spesso pedala un valore affettivo: la due ruote del nonno, quella spinta spensieratamente in gioventù. La salita più dura è quella dei costi. Ma con un po’ di allenamento e una buona dose di pazienza, si può scollinare. “Ai clienti chiediamo il budget di cui dispongono: è la migliore partenza per realizzare una bicicletta personalizzata”. Montare i telai Pegoretti, ad esempio, è come vincere il Giro d’Italia: non vengono realizzati a tutti e i tempi d’attesa raggiungono i due anni. “Mi ero confezionato una personalissima bici, tutta cromata, – racconta ancora emozionato Ciro – era ancora esposta in negozio quando un acquirente russo l’ha voluta a tutti i costi”. Il costo, appunto: 800 euro. Ma ce ne sono per tutte le tasche. Non sono pochi gli appassionati che cambiano pià volte il colore o ritoccano le bici precedenti. Come Leo: “cambio il telaio, tutto nero con una venatura bianca”. Personalizzare è la parola d’ordine, sta facendo il giro di Rimini e pedala senza indugi anche fuori provincia: i 2.500 seguaci di Dafne su Instagram sono una conferma tutt’altro che virtuale. Come le oltre 300 bici personalizzate messe in strada dai fratelli Poziello a Brescia, Palermo, Napoli, tante a Roma. Ne ha scelta una pure l’ex attaccante del Rimini, Benito Docente, ora in forza al Forlì. Ma i clienti di Dafne superano i confini nazionali. Una vecchia Colnago rimessa a nuovo è finita addirittura in Asia, un altro modello ha pedalato verso la Francia, un terzo è stato acquistato da una signora svizzera in città per un convegno mentre un tedesco ha preteso la consegna in giornata.
I Poziello guardano l’orizzonte. “Ci piacerebbe aprire un servizio di pony express su due ruote. Ci siamo informati sulle licenze”. I costi sono alti, Marco e Ciro sterzano. Preferiscono dirigersi verso altri investimenti. L’e-commerce, ad esempio. “Spediamo una bici al giorno, con il nuovo sito le condizioni saranno ancora più facili”. Per tagliare il traguardo di altri mercati.

Paolo Guiducci