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La dolce Via Crucis di Elio Morri

Nella Via crucis di Elio Morri meraviglia in modo particolare il Cristo. Infatti non appaiono mai, anche quando è spogliato, i segni della flagellazione; la corona di spine, non sempre presente, non lascia sul suo volto alcun segno di sangue; quando cade sotto il peso della croce, non stramazza mai a terra, ma per due volte rimane in ginocchio e la terza volta si pone a sedere per terra; non appaino i segni delle cadute, in altre Via Crucis molto evidenti; appare sofferente solo al momento della crocifissione; anche dopo la crocifissione non esce sangue dalle ferite delle mani e dei piedi, ma appena un piccolissimo segno dalla ferita del petto; confitto alla croce, non appare morto. Sembra di trovarci di fronte ad un Crocifisso pretrecentesco, nel quale appariva più la divinità che l’umanità; la sofferenza era presente in modo relativo. Un’altra caratteristica di questa Via crucis è che non viene mai usata violenza contro Gesù. Gli uomini presenti, abitualmente tre, siano soldati romani (due volte) o altri, non infieriscono mai su Cristo, ma, se possono, collaborano con lui nel portare la croce e lo aiutano a sollevarsi se caduto; lo stesso cireneo sembra sia contento di aiutare Gesù; Gesù viene spogliato con delicatezza e i crocifissori hanno paura di fargli male. Quindi la Via crucis di Morri, senza perdere nulla della centralità della croce, diventa Via lucis, Via gloriae, Via della luce, Via della gloria.
Presentiamo in breve le diverse stazioni.

I stazione: Pilato, con trepidazione condanna a morte Gesù.
Il ragazzo che sostiene il bacile per la lavanda delle mani del Procuratore, sembra chiedersi: “Perché?”. Pilato guarda lontano e pare indagare il futuro per domandarsi come la storia giudicherà la sua sentenza. Gesù non porta segni della flagellazione e non ha in capo la corona di spine. Ha le mani legate, ma dà l’impressione di essere libero, tenendo una mano sull’altra, ed è molto sereno.

II stazione: Gesù accoglie la croce.
Abitualmente la seconda stazione viene presentata come momento nel quale Gesù viene caricato della croce; ma di fronte alla seconda stazione di Morri viene spontaneo affermare che è Gesù ad accogliere la croce. È il primo a “prendere” la croce. Gesù guarda in alto, come per interrogare il Padre celeste, sembra dire: «Sia fatta la tua volontà».

III stazione: Gesù cade sotto la croce: coloro che lo accompagnano al Calvario, compreso il soldato romano, lo aiutano.
Gesù cade sotto il peso della croce, ma non stramazza a terra. Un uomo solleva la croce, aiutato dal soldato romano che, dopo avere posto scudo e lancia accanto ad un albero, guarda l’altro uomo quasi per accordarsi sui movimenti da fare per aiutare Gesù. Un vecchietto, impossibilitato ad aiutarlo, lo guarda con compassione, sottolineando l’importanza di essere accanto a chi soffre, anche se non si può fare nulla per lui.

IV stazione: Gesù e Maria si incontrano, ma non ci sono lacrime
Gesù è sicuro e sereno; la madre lo ammira con grande amabilità; la donna che accompagna la madre, invece, piange e non ha il coraggio di guardare la scena. L’uomo accanto a Gesù, pur avendo in mano il flagello, non lo usa per fare accelerare il cammino, ma guarda stupito. Nella Via Crucis di Morri Maria è accanto a Gesù in quattro momenti: durante il cammino che porta al Calvario, ai piedi della croce, al momento della deposizione, quando viene portato al sepolcro. La sua serenità, sempre presente, deve confortarci nel momento delle difficoltà.

V stazione: Simone di Cirene, aiuta Gesù, ma trova anche la collaborazione di altri, dello stesso soldato romano
Gesù è molto stanco; il Cireneo che porta la croce, è aiutato, anche in questo caso, dal soldato romano. Un altro uomo, sulla destra, pone amichevolmente una mano sulla spalla di Cristo e con l’altra gli prende il braccio destro e si avvicina a lui per confortarlo. Il Cireneo non pare sia stato costretto a portare la croce, ma sembra abbia scelto liberamente di aiutare Gesù. Sembra che Morri voglia sottolineare che ogni uomo ha da portare la croce, ma questa diventa meno pesante se ci si aiuta vicendevolmente.

VI stazione: Veronica asciuga il volto di Gesù, mentre due uomini sostengono la croce per favorire l’incontro.
La giovane Veronica asciuga il volto madido di sudore e di sangue di Gesù ed egli le lascia, come ringraziamento, il proprio volto impresso sul lino usato per asciugarlo. Due uomini, per favorire l’incontro tengono sollevata la croce, e nessuno invita a sollecitare il cammino, come avviene in altre Vie Crucis. Sembra che Morri voglia ricordarci che per esprimere il proprio amore per Gesù e per i fratelli non è necessario fare grandi cose; sono sufficienti anche le piccole, se fatte con amore.

VII stazione: Gesù cade la seconda volta; due uomini lo aiutano a risollevarsi.
Gesù, affaticato, non riesce a continuare il cammino e cade nuovamente, anche se riesce a stare ancora una volta in ginocchio. Anche in questo momento nessuno usa violenza con lui per costringerlo a rialzarsi. Morri, fedele al suo programma, presenta due uomini che aiutano Gesù a rialzarsi, mentre il solito vecchietto, di fronte a Cristo nuovamente caduto, non potendo intervenire direttamente, inorridito si mette le mani nei capelli, dimostrando così il suo dolore di fronte a tanto scempio . Ancora una volta Morri ricorda che quando non si può aiutare un sofferente, è importante anche solo essergli accanto.

VIII stazione: Gesù consola le donne di Gerusalemme e le benedice.
Due donne manifestano la loro solidarietà a Gesù, non aiutandolo ma stringendosi accanto a lui e consolandolo. La terza donna sembra non abbia il coraggio di avvicinarsi e piange. Gesù, appare molto sereno, sostenendo la croce con la sola mano sinistra; con la destra le benedice per esprimere la propria riconoscenza. Morri sembra ignorare le parole di Gesù su Gerusalemme, per ricordare solo la gentilezza delle donne, gentilezza ricompensata.

IX stazione:Gesù cade la terza volta; due uomini, confortatati da una donna, sollevano la croce.
Gesù, senza aureola e senza corona di spine, cade per la terza volta. Due uomini alleviano il suo dolore, unendo i loro sforzi per sollevare la croce; un altro uomo prende Gesù anche per un braccio per aiutarlo ad alzarsi. Una donna conforta gli uomini, sicura che chi aiuta ha pure bisogno di essere aiutato.

X stazione: Gesù viene spogliato con delicatezza, mentre un uomo si preoccupa di dissetarlo.
Ancora una volta, coloro che debbono crocifiggere Gesù dimostrano una grande pietà.
Nella Via Crucis di Morri è spesso presente il Padre, presentato dalle nuvole; non sempre interviene per aiutare il Figlio; questo fatto dovrebbe aiutarci a comprendere che il Padre vede le difficoltà nelle quali ci dibattiamo, ma non le allontana, perché possono diventare, se offerte a lui come ha fatto Cristo, mezzo di salvezza per noi e per gli altri.

XI stazione: Gesù viene crocifisso, ma i crocifissori cercano di fargli meno male possibile.
In questa stazione il corpo di Gesù è in grande evidenza, ma su di esso non si vedono segni di flagellazione e nemmeno segni di cadute; anche questo è un modo per riconoscere nell’artista la volontà di togliere a Cristo qualunque segno di sofferenza.

XII stazione: Gesù, muore in croce con le braccia allargate. Così esprime il suo amore per tutti.
Gesù è in croce, non morto: ha la corona di spine, ma anche l’aureola per ricordare che è Dio; ha le mani fuori campo, quasi per abbracciare l’universo intero. Dalla ferita del petto esce sangue per ricordare che dalla ferita del petto di Gesù nasce la chiesa. Sono presenti la madre, Giovanni e la Maddalena, che assistono impotenti al grande dramma.

XIII stazione: Gesù è deposto dalla croce; Maria gli è accanto ma non piange.
<+testo_band>Gesù ha ancora i piedi inchiodati alla croce e un uomo ha in mano le tenaglie per toglierli, ma sembra che anche lui abbia paura di fargli male. Maria alla destra, in piedi, ha le dita delle mani incrociate; il volto però è sereno, perché vede il figlio morto, ma anche “i figli” redenti.

XIV stazione: Gesù è portato al sepolcro; Maria lo accompagna e gli bacia la mano per ringraziarlo di quanto ha fatto per la salvezza dell’umanità.
Giuseppe da Arimatea aiutato da un altro uomo, sta per entrare nel sepolcro; si ferma un momento per consentire a Maria di accostare con tenerezza alla guancia la mano destra del figlio. La serenità dei volti di Gesù e di Maria esprimono la certezza della risurrezione.

padre Giambattista Montorsi