Home Attualita L’orcio di Rimini è bucato. Tutta colpa di una mosca

L’orcio di Rimini è bucato. Tutta colpa di una mosca

Rimini è l’orcio dell’intera Emilia Romagna ma quest’anno verserà poco, pochissimo olio d’oliva sulle tavole di Rimini e della regione.
Il 70% di tutta la produzione regionale infatti è riminese con circa 2.700-2.800 produttori (su poco più di 4mila), e circa 650mila piante che occupano 2.825 ettari di terreno. In regione si stimano un milione di olivi su una superficie approssimativa di 5mila ettari. Sono essenzialmente piccoli produttori, il cui olio è destinato all’autoconsumo e ai conoscenti. La media produttiva è di 2,5 quintali a produttore su un totale di circa 6, 7mila quintali in annate normali. La campagna 2014 forse andrà sotto i 4mila quintali.
Gli oli sono tutti da scoprire. Peccato che i produttori riminesi siano al… verde. La produzione infatti ha subito un calo certificato almeno del 50%. Colpa della mosca che ha colpito ovunque sul territorio e sulla totalità delle olive presenti sulla pianta. Ed è un peccato anche per i buongustai; l’extravergine di “casa” è tra i più rinomati non solo per quantità, ma soprattutto per qualità.

Luigino Mengucci, responsabile dell’ARPO, l’Associazione Regionale tra produttori olivicoli dell’Emilia Romagna a cui fanno capo i singoli produttori d’olio e le forme organizzate di produttori, fa il punto della situazione.

Che annata è questa?
“La raccolta è stata disastrosa. Le stime sono deprimenti. La mosca ha gravemente danneggiato le olive e il raccolto ne ha risentito, a Rimini, in tutta Italia e perfino nel bacino del Mediterraneo. Forse solo la Grecia avrà un raccolto dignitoso”. La causa del tracollo è la mosca dell’olio che ha colpito in maniera impressionante.

Ma quanti sono stati i quintali persi a causa dell’attacco della mosca?
“La produzione media riminese si attesta mediamente attorno ai 6, 7mila quintali di olio l’anno. Quest’anno sarà all’incirca il 50% in meno. Quindi circa la metà. E anche la resa è bassissima. Questo significa che su 100 kg di olive la quantità di olio ottenuta è tra 9 e 11 kg. Mentre per una stagione da applausi si attesta sui 15, 16”.

E la qualità?
“Paradossalmente quest’anno avremo un olio ottimo, risultato di una selezione naturale. Anche i risultati sui residui sono incoraggianti: l’olio è salubre.
La varietà Correggiolo, la principale componente del nostro olio, dà già di per sé un olio molto fruttato ed erbaceo. Anche la varietà leccino si è ben comportata. Forse dovremo pensare a varietà più resistenti – sempre di qualità – per le nuove piantagioni, anche per verificare come reagiscono. Meno olio, dunque, ma molto buono”.

Qual è la qualità media dell’olio di Rimini?
“È un olio molto buono. La DOP Colli di Romagna, la seconda DOP della regione insieme a quella di Brisighella, si produce quasi interamente in provincia di Rimini. È un olio dalla lunga tradizione e dal sapore molto marcato. Il colore è verde intenso, con riflessi dorati e il sapore è erbaceo e fresco. Se la varietà di Brisighella è più conosciuta, quella di Rimini ormai l’ha raggiunta, sia per quintali prodotti sia per il prestigio, che aumenta anno dopo anno”.

La fortissima contrazione della produzione avrà ricadute sui prezzi. Quali impennate deve aspettarsi il consumatore?
“Ogni lattina di olio subirà un aumento. Credo che per un litro di olio occorrerà sborsare 10 euro. Il prezzo della Dop però è differente. In entrambi i casi testimonia la preziosità del prodotto”.

Paolo Guiducci