L’invasione dei turisti russi e le nuove “armi” del territorio

    I grandi cambiamenti si leggono nei piccoli particolari. Segnali che cadono sotto gli occhi quasi per caso, come i cartelli sulle vetrine dei negozi scritti in cirillico, o la voce di Publiphono che parla sempre più spesso il russo e meno le altre lingue. Poi arriva la conferma. Secondo i dati elaborati dall’Ufficio Statistica della Provincia di Rimini, nel primo semestre del 2011 i turisti russi hanno superato quelli tedeschi, storici frequentatori delle spiagge romagnole.
    Il balzo in avanti del turismo dalla Russia segna un +41,6% negli arrivi e +52,2% nelle presenze. Le presenze dei turisti russi da gennaio a giugno sono 250.033 contro le 247.816 dei tedeschi che, per la cronaca, nei primi sei mesi dell’anno fanno comunque registrare + 3,4% negli arrivi e + 4% nelle presenze. L’invasione russa, però, non è una novità per il territorio riminese e gli stessi dati dell’aeroporto Fellini di Rimini lo dimostrano con un aumento continuo di arrivi dal 2006, ad eccezione del 2009.
    La città da tempo si adegua. Le insegne in cirillico sono aumentate, così come i volantini, le pubblicazioni e la pubblicità in generale. A Riccione e sul lungomare di Rimini, quasi tutti i ristoranti si sono dotati di menù in russo e alcuni hanno anche un cameriere di sala che parla la lingua. Intere aziende, soprattutto del settore calzaturiero, hanno riadattato il loro business ai nuovi compratori, dato che in mezzo ai turisti russi non mancano i buyer, commercianti che arrivano in Italia, fanno il carico di merce e tornano nel loro paese per rivenderla. Un altro aspetto interessante dei dati di arrivo è proprio quello della destagionalizzazione, legato soprattutto ai russi, basti pensare che il mese di febbraio 2011 (che ha registrato il minor numero di arrivi) ha visto arrivare ben 11.605 persone.
    Anche Publiphono conferma la tendenza. “Sono sempre di più le aziende che chiedono di fare pubblicità dei loro prodotti in russo – dice Claudio Baldinini – è un aumento generale, che ha ormai raggiunto le storiche pubblicità in tedesco, e che crescerà ancora nel futuro”. Ma in che cosa i russi non superano i tedeschi? “>Negli annunci per i bambini persi. Tedeschi e svizzeri arrivano e si perdono, ma di bimbi russi ne chiamiamo pochi!”.

    Stefano Rossini