Se “il” problema di Rimini e della riviera è rappresentato dagli abusivi, allora c’è veramente di che preoccuparsi.
Chiariamolo subito: l’abusivismo commerciale, da chiunque venga commesso, è reato. Un’illegalità da combattere. Ma la contraffazione e il commercio improprio non sono un fenomeno esclusivo riminese, nonostante nella capitale del turismo balneare si accompagni ad un evidente problema di immagine. “Il problema è nazionale” si è difeso il sindaco di Rimini. E le questioni da risolvere in casa non si fermano certo ai vu cumprà o alle ronde.
Prendiamo una qualsiasi rassegna stampa estiva di un quotidiano nostrano degli ultimi vent’anni. La parola abusivismo si ripete sempre. Cambia la geografia del fenomeno, non la sostanza. La fotografia la scatta la Caritas Diocesana: gli uomini a caccia di sopravvivenza sono africani e asiatici. Dal Marocco arrivano nei mesi caldi, e c’è chi si sposta dall’Italia. I senegalesi “commerciano” tutto l’anno, “affiancati da altri provenienti dal Nord appositamente per la stagione estiva” spiega il direttore Caritas, don Renzo Gradara. Degli asiatici, alcuni sono stabili in zona altri si appoggiano a connazionali già presenti in riviera.
Tutti assieme formano un esercito che cerca di piazzare occhiali, bigiotteria, giochi, radioline, ombrelli etc. Dove prendono la merce? In precedenza si rifornivano da aziende del Sud, adesso sul mercato allargato sono entrati pure gli asiatici. Siamo in presenza di vere e proprie organizzazioni? C’è chi acquista all’ingrosso e diventa referente per decine di vu cumprà, magari offrendo anche situazioni abitative. Ovviamente precarie, comunque poco umane.
Chi vende materiale illecito per un pugno di euro (per sfamare se stesso e magari la famiglia) lo fa illegalmente. Non paga le tasse, gli altri commercianti sì.
Illegalità, sfruttamento, indigenza: tutto necessita di una lettura. Perché il fenomeno dell’abusivismo che contraddistingue Rimini viene affrontato solo d’estate, sull’onda dell’emotività e in maniera repressiva solo nei confronti dell’ultimo anello della catena? Indaghiamo su chi rifornisce la merce, facciamolo anche ad ombrelloni chiusi. Modesta proposta: Prefetto, Questore, Presidente della Provincia, Sindaco, bagnini, vigilantes, rappresentanti dei commercianti e dei vu cumprà, vi invitiamo tutti attorno ad un tavolo nella nostra sede per un forum sull’abusivismo. Senza isterie, con sano realismo. Perché l’abusivismo non sia più l’ermergenza estiva di una città e del suo territorio.
Paolo Guiducci