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L’abbuffata della condivisione

Quando preparo i bambini alla Messa di Prima comunione il giorno del Ritiro mi piace fare con loro un gioco. Al momento di andare a tavola, con il pranzo al sacco, leggo loro il brano della moltiplicazione dei pani e li invito a fare come quel ragazzo che aveva messo a disposizione i cinque pani e due pesci. Potranno condividere con gli altri i panini ed ogni ben di Dio che le mamme hanno preparato. A loro piace molto l’idea che Gesù non avrebbe moltiplicato nulla se quel ragazzino non avesse dato la sua disponibilità, li fa sentire partecipi, ma anche importanti in una cosa molto grande: il miracolo della comunione. Qualcuno all’inizio è un po’ incerto se rinunciare a quel bocconcino che la mamma ha ben curato proprio per lui, conoscendone i gusti. Ma alla fine è gioia grande, perchè ne esce sempre un’abbuffata per tutti, ricca di tanti diversi gusti. È vero, il dono fatto si moltiplica e si arricchisce! Qualche volta accade, anche se raramente, che nella libertà, qualche bimbo scelga di mangiare (un po’ triste) il suo panino in un angolo del tavolo, mentre gli amici si scambiano i doni nella diversità dei gusti. Ma presto l’entusiasmo degli amici lo travolge e anche lui partecipa alla festa.
È, nel gioco, quel che il Vescovo ha affermato, in questa festa del Corpus Domini: “Ecco la vera soluzione, ‘firmata’ da Gesù: non è la divisione, è la condivisione a produrre la sovrabbondanza dei beni, segno inconfondibile e prova inconfutabile della società del gratuito”.
Se noi adulti fossimo capaci di partecipare al “gioco” dell’Eucaristia, se imparassimo a guardare al mondo, alle cose, alle persone con gli occhi e la sapienza di Gesù, ad alimentarci di Lui e non delle favole e logiche che alla fine della corsa, dopo le sfavillanti luci del luna park ci lasciano tutti soli, ognuno in un angolo del tavolo del mondo, a consumare tristi quel che abbiamo accumulato. Se noi cristiani fossimo davvero capaci di essere testimoni gioiosi del dono gratuito della fraternità in Gesù, della figliolanza del Padre!
Senza voler per forza battezzare tutti, è lecito sognare, anche con chi non crede, una città fraterna?

Giovanni Tonelli