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Il Santo molto Amato di Saludecio

Oltre cinquecento persone da tutta la diocesi di Rimini e dalle Marche sono sbarcate in Vaticano fra sabato e domenica. C’è la canonizzazione, insieme ad altri cinque beati, di Amato Ronconi: con la proclamazione di Papa Francesco, diventa il primo santo tutto riminese.
Originario di Saludecio, nelle colline della Valconca, fratel Amato (1226-1292) è stato terziario francescano. Un laico innamorato di Dio e degli uomini. Abbandonate tutte le ricchezze ereditate dalla famiglia benestante per darle ai poveri, prima di morire regalò persino l’ospizio-ospedale, da lui fondato, per accogliere i pellegrini diretti nei luoghi sacri, ai monaci benedettini.

Don Mauro Angelini, il parroco di Saludecio, ne ricorda il messaggio spirituale e sociale, “forte oggi come ieri”. “Come ha sottolineato il Vescovo di Rimini Francesco Lambiasi, nella lettera che ha voluto inviare alla nostra parrocchia per sottolineare un momento così importante – ricorda don Angelini – l’attualità di Amato Ronconi sta in tre indicazioni preziose che guideranno la nostra comunità per il futuro: la penitenza, la conversione come riscoperta di Dio, la povertà, l’attenzione ai poveri e a tutti coloro che sono in difficoltà, e il pellegrinaggio, sempre in cammino verso le mete della vita”. Un cammino ripercorso simbolicamente anche da ventuno pellegrini partiti dalla Valconca: in dodici giorni hanno attraversato a piedi l’Italia – capitanati dal sindaco Dilvo Polidori – indossando i simboli del viandante (la mantellina con i colori francescani, la conchiglia e il bastone) per partecipare alla cerimonia a San Pietro.

Qui sul sagrato, Papa Francesco, nella solennità di Cristo Re, ha celebrato la Santa Messa con il rito di canonizzazione del beato Amato, insieme a Giovanni Antonio Farina, Kuriakose Elias Chavara della Sacra Famiglia, Ludovico da Casoria, Nicola da Longobardi e Eufrasia Eluvathingal del Sacro Cuore.
“Alla sera della vita – ha sottolineato il Pontefice – saremo giudicati sull’amore, sulla prossimità e sulla tenerezza verso i fratelli. Da questo dipenderà il nostro ingresso o meno nel regno di Dio, la nostra collocazione dall’una o dall’altra parte. Gesù, con la sua vittoria, ci ha aperto il suo regno, ma sta a ciascuno di noi entrarvi, già a partire da questa vita, facendoci concretamente prossimo al fratello che chiede pane, vestito, accoglienza, solidarietà”. E, ha aggiunto il Santo Padre, “se veramente ameremo quel fratello o quella sorella, saremo spinti a condividere con lui o con lei ciò che abbiamo di più prezioso, cioè Gesù stesso e il suo Vangelo!”.

A indicarci la strada ci sono i Santi: “Oggi – ha affermato Francesco – la Chiesa ci pone dinanzi come modelli i nuovi Santi che, proprio mediante le opere di una generosa dedizione a Dio e ai fratelli, hanno servito, ognuno nel proprio ambito, il regno di Dio e ne sono diventati eredi. Ciascuno di essi ha risposto con straordinaria creatività al comandamento dell’amore di Dio e del prossimo. Si sono dedicati senza risparmio al servizio degli ultimi, assistendo indigenti, ammalati, anziani, pellegrini. La loro predilezione per i piccoli e i poveri era il riflesso e la misura dell’amore incondizionato a Dio”.
I sei nuovi Santi, ha fatto notare il Papa,“hanno cercato e scoperto la carità nella relazione forte e personale con Dio, dalla quale si sprigiona il vero amore per il prossimo”. Di qui l’auspicio: “Che i nuovi Santi, col loro esempio e la loro intercessione, facciano crescere in noi la gioia di camminare nella via del Vangelo, la decisione di assumerlo come la bussola della nostra vita.
<+nero>Seguiamo le loro orme, imitiamo la loro fede<+testo_band> e la loro carità, perché anche la nostra speranza si rivesta di immortalità. Non lasciamoci distrarre da altri interessi terreni e passeggeri”
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Sette secoli. Tanto è durato il cammino di Fratel Amato verso la canonizzazione. Ma per il terziario di Saludecio, abituato in vita a prolungati pellegrinaggi quale metafora della vita cristiana, questo lunghissimo tempo non deve aver costituito un problema. Ed è l’invito a farsi pellegrini sulle orme di un santo pellegrino.

Tommaso Cevoli