Il richiamo del banditore…

    “Dodici euro uno, dodici euro due, dodici euro tre! L’Olandesina è aggiudicata” urla il banditore ormai allo stremo: una folla agguerrita e un po’ indomabile gli sta davanti pronta a sbracciarsi e a rilanciare mentre lui, alla sua prima esperienza come “urlatore” ripete: “Vi prego di fare silenzio, altrimenti da qui sopra non si capisce niente”.
    L’asta pubblica è aperta. È sabato mattina, 14 maggio, quando al deposito di via Toni (ex macello) la gente comincia ad arrivare. Si forma in poco tempo una calca di un centinaio di persone, tutte stipate e curiose mentre il banditore, Stefano Pira, chiarisce: “Metteremo all’asta prima gli oggetti e poi le biciclette”. Il dissenso si fa sentire, eh sì, perché in molti sono lì per le bici: oltre quaranta modelli appesi e messi in fila alle spalle del banditore tra cui un motorino, una bici elettrica, un pezzo esclusivo come la bici artigianale Nirve Chopper, e circa quindici pezzi di articoli vari. Sono tutti beni rinvenuti nel comune di Rimini da cittadini o dalle forze dell’ordine, che dopo essere rimasti in visione un anno dalla data di pubblicazione sull’Albo Pretorio e senza mai essere reclamati, passano al rinvenitore. In quel caso, qualora quest’ultimo non lo volesse, si aspetta un altro anno al termine del quale entra in possesso dell’Amministrazione.

    Pronti,
    partenza, via…

    Le danze si aprono con le macchine fotografiche, alcune professionali come le Canon e le Nikon, altre digitali compatte della Samsung. In una manciata di secondi vengono tutte assegnate per poche decine di euro. Anche per i caschi stesso trattamento: ognuno, per circa 30 euro, sulla testa di un nuovo proprietario. Si passa a due stereo per macchina, a un navigatore satellitare, a delle valigette per attrezzi comprensive di trapano elettrico e smerigliatrice: intanto, intorno, la gente si consulta, valuta e c’è chi come un ragazzo extracomunitario chiede una mano al vicino per accaparrarsi uno stereo per la macchina. Il momento più critico arriva quando vengono messe all’asta una pianola musicale e un schermo pc con due tastiere: nessuno offre, silenzio in sala. “Su signori sbrigatevi che voglio passare alle bici”, sollecita il banditore. Il prezzo di lancio dello schermo, da 30 euro scende a 17 euro e in quel momento qualcuno non può non portarselo a casa. Stessa prassi per la tastiera: “Su… lei qua davanti ha la faccia da musicista” e così il finto musicista la compra a soli 10 euro. Il bello arriva per un’anfora in rame: prezzo base 30 euro. Il pubblico insorge, il prezzo è troppo alto ma intanto già in due si stanno facendo la guerra per accaparrarsi questo pezzo “della nonna”, come l’ha definito il banditore: il più resistente la spunta per 46 euro. A concludere il primo filone dell’asta è la ruota anteriore in alluminio cromato di una bici con un prezzo base di 2 euro: un signore se l’aggiudica per 6 euro.
    La calca aumenta, arrivano i ritardatari e l’ex macello fatica a contenere i numerosi curiosi: non è solo un momento in cui fare acquisti ma una vera festa popolare in cui la gente viene e va, osserva, incontra vecchi amici e soprattutto commenta: “Ma dai… ma quella bici me la compro nuova, spendo meno”, oppure “Quella è proprio da buttare nel bidone”. In fondo si è lì anche per vivere l’atmosfera caotica e giocosa del vecchio banditore di una volta, quando tra le urla si facevano ottimi affari. È un po’ come tornare indietro a una forma di acquisto in cui il prezzo lo fa l’acquirente e non il venditore.

    Biciclette:
    il momento clou

    Ma a scaldare i motori dell’asta pubblica sono state le oltre 40 biciclette, molte in ottimo stato e di marchi di pregio come la bici artigianale Nirve Chopper in edizione limitata che, partendo da un prezzo base di 150 euro, ha raggiunto i 350. “Quest’anno sta andando molto bene… abbiamo dei prodotti davvero buoni”, commenta Mario Monetti, responsabile dell’ufficio Economato, sezione oggetti smarriti. E poi ancora mountain bike, Bianchi, Holland, Graziella, Cobran. “Ecco un’Olandesina… questa non finisce mai, è indistruttibile” urla il banditore, ma pare proprio che dell’Olandesina, a 10 euro, non ne voglia sapere nessuno. Poi tra la folla una ragazza alza la mano: “La prendo per 12 euro!”. Se c’è chi si accontenta, c’è chi va alla ricerca di una bici precisa, che sia da corsa o mountain bike, oppure da lasciare in stazione: una ad una, le due ruote vanno via, ognuna con un nuovo proprietario. Siamo agli sgoccioli, il banditore è stremato, le bici da vendere sono finite. Il Comune può tornare a casa soddisfatto e con un ottimo bottino: “Oltre 3mila euro che andranno devoluti in beneficenza… non possiamo lamentarci”, dichiara Monetti e infatti dopo un anno di assenza dall’asta pubblica (nel 2010 non fu fatta per mancanza di un numero alto di beni) quest’anno, grazie a un numero di pratiche corposo, l’affluenza e il riscontro di pubblico non sono mancati.

    Edizione 2009
    Le scorsa edizione, quella del 2009, aveva visto tra le sue pratiche molti più cellulari (80), 14 paia di occhiali, trolley, Ipod, una tenda da campeggio, un arco con le frecce e le improbabili spade katana rinvenute in stazione il 7 agosto 2006. Nemmeno a quell’appuntamento sono mancate oltre quaranta biciclette: anche allora tutte vendute. Lontani i tempi in cui gli oggetti rinvenuti erano davvero esuberanti come pellicce, dentiere, paramenti da prete, addirittura una pecora, forse abbandonata da qualcuno. Ma anche somme di denaro come 4 milioni di vecchie lire per le quali non fu esposta mai denuncia e l’intera somma andò a chi l’aveva ritrovata.

    Marzia Caserio