
Storie di Vangelo. L’incredibile sintonia fra la vita, le scelte, le parole stesse di don Oreste Benzi e quelle del Papa. Non si sono incrociati sulla terra, ora lo sono in cielo
In terra non hanno fatto in tempo ad incrociarsi.
In Cielo si attendevano a vicenda.
Papa Francesco ha trovato finalmente il prete che sognava: con la puzza delle pecore e le scarpe grosse, capace di vedere nei poveri i suoi maestri, confessore con le mani bucate, allergico al carrierismo e impermeabile alla mondanità spirituale, inquieto e rivoluzionario nell’incarnare la giustizia del Vangelo nella storia, sorridente e con una buona dose di umorismo.
Don Benzi ha accolto a braccia spalancate il papa che sognava: quello delle periferie, di una Chiesa povera e che si lascia evangelizzare dai poveri, un papa che parla la lingua della gente, che chiede di annunciare con la vita, profeta della giustizia e della fratellanza umana, e che viaggia, addirittura, con una macchina più modesta della sua: un’utilitaria.
Se Francesco fosse stato il suo vescovo gli avrebbe reso troppo facile la vita ed ora, forse, sarebbe anche meno “santo”. Se, invece, lo avesse incontr ato da papa, a fatica lo avrebbe dissuaso dal crearlo cardinale. Forse, a don Benzi, gli è andata bene così!
Anzi, benissimo, perché non si sa come, la sua Causa verso gli onori degli altari deve aver avuto qualche spintarella da molto in alto.
Il Dicastero per le Cause dei Santi ha infatti riconosciuto la validità giuridica della causa in soli 2 mesi, composta da 135 testimonianze e oltre 16.000 pagine di scritti e documenti raccolti in 56 volumi; per quella di Sandra Sabattini ha invece impiegato ben un anno e 5 mesi per 79 testimonianze, scritti e documenti raccolti in soli 3 volumi!
Gli esperti di palazzo ci hanno assicurato che non c’è altra spiegazione (considerato anche il fatto che i laici hanno priorità nelle tempistiche).
A papa Francesco molti hanno parlato di don Oreste, ma ancor più le sue opere hanno parlato di lui. Per esempio la casa romana in cui il papa delle villas miseria argentine ha incontrato nel 2016 le ragazze riscattate dalla strada, come ebbe a ricordare sull’aereo di ritorno dall’Iraq, proprio l’8 marzo, festa della donna: «La donna è ancora umiliata, venduta.
Qualcuno mi ha fatto vedere la lista dei prezzi delle donne. Io non potevo credere. […].
Nel Giubileo sono stato a visitare una delle tante case delle opere di don Benzi, ragazze riscattate ( nella foto) » .
Tante le questioni su cui si trovavano così d’accordo, che a volte, leggendo solo i testi, a fatica si riconosce di chi sia la penna – come abbiamo già avuto modo di evidenziare su queste pagine.
La Chiesa popolo di Dio, anziché una ong che, mirando all’efficienza, si perde nell’organizzazione pastorale: « Se c’è una sofferenza per me nella Chiesa è che ci sono troppi colonnelli e generali e scarseggiano invece i manovali di Dio, che non progettano mai! », scriveva don Benzi.
Una Chiesa ricca di nuovi ministeri, coraggiosa e con le porte aperte a tutti.
Inoltre, convergenza sulle conseguenze sociali del Vangelo, perché Gesù è una cosa seria – titolava uno degli ultimi libri del prete riminese; la comune critica al paradigma tecnocratico della società del profitto, che va sostituita con quella del gratuito; il rispetto della “casa comune” e la fraternità universale, che ogni giorno sono vissuti nelle cooperative agricole, sociali e nelle case famiglia.
E poi la cultura dell’accoglienza e dell’incontro, la tensione missionaria, la priorità delle periferie, il decidere tutti insieme, la fiducia nei giovani, la preziosità degli anziani nell’unire le generazioni, solo per citare le convergenze più evidenti.
Ma Francesco ha voluto lasciarci anche qualche parola su don Oreste e noi riminesi lo vogliamo ricordare anche così: « Lui era un prete che guardava i ragazzi e i giovani con gli occhi di Gesù, con il cuore di Gesù. […] Con la forza dello Spirito Santo e il coinvolgimento di persone a cui Dio dava questa vocazione, ha iniziato l’esperienza dell’accoglienza a tempo pieno, della condivisione
della vita; e da lì è nata quella che lui ha chiamato “casa famiglia”. […] La sua coraggiosa determinazione nel dare vita a tante iniziative di condivisione in diversi Paesi sgorgava dal fiducioso abbandono alla Provvidenza di Dio […] Dobbiamo ringraziare il Signore e poi Don Oreste Benzi, che ha dato vita a questa bella realtà. Siete d’accordo? Va bene. Allora, tutti insieme possiamo dire: “Grazie Don Oreste!”.
Un’altra volta: “Grazie Don Oreste!” » (Udienza ai membri della Comunità Papa Giovanni XXIII, 14.1.2023 e 20.12.2014). Grazie anche a te, papa Francesco. Un’altra volta: «Grazie papa Francesco!».
Elisabetta Casadei
(Postulatrice Causa beatificazione don Oreste Benzi)