Negli ultimi decenni nel mio quartiere si è costruito tanto a discapito ovviamente del verde, questo è un dato oggettivo, e molti cittadini in vari modi hanno cercato di far sentire la loro voce per preservare e difendere la qualità ambientale della zona. Il privato che ha costruito l’ultimo importante insediamento residenziale ha realizzato come da accordi un parco attrezzato destinato a uso pubblico da consegnare al Comune. Qualche settimana fa, evidentemente pensando di fare cosa gradita alla cittadinanza, questo parco ormai sostanzialmente fruibile è stato reso accessibile a tutti. Non essendo però ancora avvenuto il passaggio all’Amministrazione Comunale mancava un servizio strutturato di pulizia. Risultato: bottiglie, lattine e scatole di cibarie abbandonate in ogni dove dai giovanotti, e non solo, del posto oltre a qualche deiezione canina persa per strada. E così sono tornati ai cancelli i cartelli “proprietà privata” in attesa del passaggio di consegne ufficiale atteso a breve. C’è stata una carenza iniziale di comunicazione, è vero, ma non mi pare tanto incoraggiante come approccio.
Non per fare il solito catastrofista antipatriottico, ma in altri paesi se si trova un cestino pieno il rifiuto lo si porta altrove. È vero che avere del verde pubblico è un diritto ma trattarlo bene, ed educare i figli a farlo, è un dovere. Mi pare una semplice questione di principio.
