Home Cultura Il destino del mondo si gioca nell’amore tra due persone

Il destino del mondo si gioca nell’amore tra due persone

Il desiderio, cioè il “cuore” di ogni uomo, ciò che lo guida nella verità ma anche nell’errore, il desiderio come fattore determinante della vita personale e delle vicende del mondo. E ancora, dunque: quali forze rendono l’uomo felice?
Lo spettacolo di apertura del Meeting per l’Amicizia tra i popoli 2018 trae liberamente spunto dal dramma La scarpetta di Raso, opera di uno dei più grandi scrittori e poeti contemporanei, Paul Claudel, per offrire un grande affresco della vita del mondo.
Forse meno conosciuto di altri capolavori dello scrittore francese e che la kermesse riminese porta alla ribalta per la prima volta in Italia, il testo è stato definito dallo stesso Claudel il suo testamento spirituale. Attraverso il mare del desiderio (questo il titolo dell’allestimento, in programma il 19 agosto alle ore 21.45) celebra in modo originale il 150esimo anniversario della nascita di Claudel.
La regia è di Otello Cenci (attore, regista nonché direttore artistico del Meeting, nella foto), che ha firmato anche il testo a sei mani con Giampiero Pizzol e Agnese Bezzera.
Con questo spettacolo (in collaborazione con la Sagra Musicale Malatestiana e Regione Puglia), il Meeting torna a produrre spettacoli nel cuore pulsante della città, come già accaduto in passato con Miguel Manara, ad esempio. Lo scenario in questo caso è uno dei più naturali e storici più suggestivi della città di Rimini: il ponte di Tiberio.

Attraverso il mare del desiderio ruota attorno all’avvincente storia tra Donna Prouhèze (Prodezza) e Don Rodrigue. Una storia d’amore ma non solo.
“Quando due esseri umani si amano c’è sempre in gioco il destino del mondo. Il filo che lega i due protagonisti è anche la trama che trascina gli eventi della storia: la conquista delle Americhe, la guerra contro l’impero Ottomano, lo sviluppo dell’Estremo Oriente, i conflitti fra le nazioni e il desiderio di una difficile pace tra i popoli. Guidato dal pensiero artistico di Claudel, ho cercato di descrivere questa grande epopea nella quale il poeta si interroga sul legame tra la felicità del singolo e quella della terra intera, ma anche sul valore della bellezza, sul dialogo tra le culture, sul desiderio che è la forza che muove il cuore dell’uomo anche quando esso tende verso il male”.

Quello della protagonista della pièce è un gesto emblematico. Legata dal matrimonio con Don Pélage, Donna Prouhèze è attratta dalla passione per Rodrigue. Decide quindi di affidare la sua scarpetta alle mani della Vergine.
“Le sue parole sono eloquenti: «Quando cercherò di slanciarmi verso il male che sia con un piede zoppo. E quando vorrò superare il limite che tu hai stabilito che sia con un’ala spezzata»”.

Eloquenti, ma ancora praticabili oggi?
“In quest’opera la parola si fa carne, lo sguardo cerca un altro sguardo e i piedi cercano una strada da percorrere. Nella Scarpetta di raso, Claudel attinge a tutta la sua vena poetica e teatrale, alla sua carriera di ambasciatore che lo ha portato a contatto con culture diverse e alla sua personale esperienza che lo ha visto attraversare dolorosamente la sua passione amorosa e ci consegna l’umanità intera nei passi leggeri di una piccola scarpetta di raso”.

Le passioni, anche quelle “irregolari”, possono dunque contenere in sé un aspetto positivo?
“Jacques Bossuet è convinto che Dio scriva sempre diritto sulle righe storte degli uomini. In questo caso, la passione non morale dei due protagonisti, diventa legame positivo in quanto porta d’accesso accesso del compimento definitivo delle due persone. Nella visione con l’Angelo Pescatore, Donna Prouhèze scopre infatti di essere un’esca e non una preda per arrivare a Rodrigue. La passione, l’amore è un’avventura positiva che attende tutti e ciascuno”.
Paolo Guiducci