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IL BASKET IN CARROZZINA NEL NOME DEL PADRE

La palla è sempre a spicchi, ma cambia il modo di “trattarla”. E questo ragazzo che gioca a basket da una vita, indossando persino la canotta delle nazionali juniores, ha scelto di giocarci facendo a meno, anche se solo temporaneamente, dell’uso degli arti inferiori.

Lui è Kevin Giustino, e la motivazione è tanto semplice quanto profonda: l’amore per il padre e il desiderio di stargli più vicino possibile, anche nelle emozioni. Kevin Giustino ha 21 anni e va in campo con la palla a spicchi dall’età di 7 anni. Fiorentino d’adozione, classe 2001, normodotato, Kevin fino ai 16 anni giocato nelle giovanili, riuscendo a raggiungere per due anni di fila le finali nazionali. Già all’età di 9 anni, però, Kevin ha fatto una scelta molto determinata: praticare il suo sport preferito ma seduto su una sedia a rotelle. Non uno sfizio eccentrico, ma una scelta d’amore. “Inizialmente la molla che mi ha spinto è stata quella, volevo giocare al fianco di mio babbo Gennaro. – ha ammesso il ragazzo – Era un modo per stargli ancora più vicino, volevo provare le sue stesse emozioni in campo”.

  Gennaro, il padre, a soli 20 anni ha perso una gamba a causa di un incidente stradale, e si è così accostato al basket in carrozzina. La scelta di Kevin non passa inosservata, in casa e all’esterno, dentro e fuori dal campo. “Ho reso felice mio padre ma al contempo lui avrebbe voluto che continuassi a giocare con i normodotati. In ogni caso mi ha lasciato del tutto libero nella scelta”. Condividere la stessa passione, e praticarla alla stessa maniera, ha avvicinato ancora di più padre e figlio. L’importante e non scontata decisione di Kevin, poi, diventa sempre più personale e definitiva. Fino ai 17 anni, il ragazzo si divide tra basket e pallacanestro in carrozzina. Nel 2019 il padre Gennaro ha appeso la canotta al chiodo mentre il figlio ha proseguito. Ma ha proseguito il basket in carrozzina, mietendo successi con la formazione fiorentina. “Mi trovavo bene, mi piaceva, perché interrompere quel percorso?”.

Quello che Kevin non aveva messo in conto era l’avversario. Non quello in campo, sportivamente da affrontare una gara dopo l’altra tra passaggi, stoppate e marcamenti duri, ma il regolamento. La norma federale infatti non prevede che Giustino jr possa giocare nella serie A del basket in carrozzina. Per non perdere il vizio del canestro, Kevin è stato costretto ad emigrare un anno a Rieti, vestendo la canotta della NPiC Rieti mentre nella prossima stagione 2022/23 indosserà la maglia biancorossa del Riviera Basket Rimini portando in dote alla formazione del capitano Martinini e del frontman Mirco Acquarelli freschezza e punti. Il suo curriculum autorizza a sognare: in 8 gare disputate, lo scorso anno Kevin ha sfiorato i 20 punti di media (19,375).

La partenza, quella in campo, è stata con il piede… Giustino. L’impatto di Kevin è stato importante nell’affermazione dei riminesi nel Memorial “Gioco per Fritz”di Vignola (Mo). In semifinale contro l’Olympic Verona ne ha messi 15, nella finale contro gli avversari di sempre, I Bradipi di Bologna (peraltro rinforzatisi nell’occasione con due pedine di A), il nuovo arrivato si è confermato bomber di razza, firmando 24. Dovrà sudarsela, però, la serie B con Rimini, il 21enne Kevin. Da Firenze, dove vive, dovrà fare il pendolare: coach Loperfido ha previsto per lui un impegno bisettimanale, un allenamento con i nuovi compagni e la partita nel weekend.

E papà Gennaro? Nel frattempo Giustino senior ha ripreso a giocare, imbuca canestri per Pistoia, vicino a casa. Il figlio Kevin non ha dubbi: “Sono convinto che troverà il tempo necessario per venire qualche volta a vedermi in questa nuova avventura, così potremo fare il viaggio insieme”, assicura il ragazzo, grafico pubblicitario nella vita ma con la pallacanestro che riveste una parte sempre più importante nella sua vita di normodotato che gioca in carrozzina nel nome del padre.