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I Sapori del Francesco dimenticato

Scrittore dallo stile inconfondibile, ritenuto uno dei più promettenti scrittori italiani, Francesco Sapori ricevette lusinghieri apprezzamenti da Giovanni Verga, Grazia Deledda e Antonio Beltramelli, tanto per citare alcuni nomi. Nel campo prettamente linguistico, Francesco Sapori può essere considerato scrittore completo ed originale. Eppure per molti decenni è in pratica scomparso: i suoi libri, esauriti, non figuravano in alcun catalogo, la Valmarecchia terra d’origine lo aveva dimenticato, per i critici era solo uno tra i tanti letterati da mandare in soffitta.
La tenacia e la passione di figure come don Pietro Cappella, Manlio Flenghi e Alessandro Piscaglia, hanno bucato il muro dell’indifferenza, riportando Francesco Sapori alla luce. Una via gli è stata intitolata a Corpolò, il suo romanzo migliore, Casa dei Nonni, pubblicato in origine nel 1926 dai Fratelli Treves, e ripubblicato nel 1938 con il nuovo titolo L’Aquilone, dal monte che sovrasta Perticara, da cui l’autore osservava le valli del Montefeltro, luoghi in cui è ambientato il romanzo, è stato recemente ristampato.
Questa meritoria opera di riscoperta di un autore importante del primo Novecento, ora si è composta di un altro tassello.
Il Comitato per i Beni Culturali di Sant’Agata Feltria, in collaborazione con il Comune di Sant’Agata e il Comune di Massalombarda (dove Sapori nacque nel 1890) ha allestito una mostra sullo scrittore.
Curata da Manlio Flenghi e Decio Testi, l’esposizione nella splendida cornice del teatro Angelo Mariani propone fino al 5 settembre fotografie, libri e cimeli del narratore, scrittore, poeta e critico d’arte perdutamente innamorato del Montefeltro. In mostra anche il quadro autoritratto ad olio di Sapori che tiene in mano il suo capolavoro Casa dei Nonni, messo a disposizione del Comune di Massa Lombarda, oltre 60 fotografie, libri d’epoca in edizione originale, ristampe.
Laureatosi in giurisprudenza a Catania nel 1912, Sapori abbandonò la carriera del foro per dedicarsi a quella letteraria. Narratore, giornalista, poeta, critico d’arte, organizzatore di mostre, partecipò alla prima guerra mondiale, e fu decorato per una ferita che lo lasciò tutta la vita leggermente claudicante. Ricoprì numerosi incarichi nel campo delle Belle Arti fino a quello di Direttore delle Gallerie di Roma. Quel pezzetto di Valmarecchia che si stende tra Perticara e Carpegna restò per sempre nel suo cuore, e viene celebrato nei suoi romanzi. Egli visse parecchi anni della sua giovinezza a Savignano di Rigo, a Perticara ed a Sant’Agata Feltria, nella casa dei genitori e nei luoghi che gli ispirarono la trama del suo romanzo Casa dei nonni, incentrato sulla vita, usi e costumi della comunità di minatori a cui i protagonisti del romanzo (Decio e Luciana), realmente vissuti, appartenevano. Nel suo libro Più ben che mai, pubblicato nel 1956, Sapori racconta una storia avvincente, ma soprattutto dedica il secondo capitolo al monte Ercole di S. Agata Feltria, del quale l’autore parla in termini entusiastici.
Uno scrittore di tale importanza sembra impossibile possa essere dimenticato ed è con questo spirito che il Comitato ha inteso fargli omaggio.

Paolo Guiducci