I problemi sono sempre pendolari

    Centinaia di pendolari principalmente di Rimini, Cesena, Forlì e Faenza hanno protestato nelle scorse settimane nei confronti di Trenitalia – raccogliendo in quattro giorni più di 400 firme – contro il nuovo orario dei treni. Molti i punti critici, tra cui la tratta Pesaro-Rimini-Bologna, che risulta essere quella più penalizzata a fronte di un aumento delle corse sulle linee Bologna-Parma-Reggio Emilia e Bologna-Firenze.
    “È indiscutibilmente peggiore del precedente”. Questa l’opinione condivisa degli studenti e dei lavoratori fuori sede che ogni giorno devono passare molte ore sui mezzi di trasporto per recarsi nel capoluogo emiliano. Nel dettaglio, l’offerta dei treni regionali è rimasta la stessa mentre è stato dimezzato il numero dei cosiddetti treni a lunga percorrenza – EurostarCity, InterCity, Eurocity – nella fascia pendolare, dalle 7 alle 9 e dalle 15 alle 18.
    “Con il nuovo orario vengono soppressi treni fondamentali per la mobilità dei lavoratori fuori sede e che coprono l’orario di punta per il traffico di andata e ritorno dei pendolari di Faenza, Forlì Cesena e Rimini. I treni regionali, già ora carenti rispetto ai tempi di percorrenza, capienza e pulizia, sarebbero ulteriormente appesantiti dal massiccio afflusso di viaggiatori abituali con ulteriori disagi” si legge nella lettera del Comitato pendolari Romagna Bologna inviata a Trenitalia.
    “Molti altri pendolari come me prendevano il treno EurostarCity che arrivava a Bologna alle 8.40 in tempo per iniziare il lavoro alle 9 – spiega Paolo Montesi, del Comitato – con il nuovo orario è stato sostituito da un EurostarCity che parte alle 8.08 da Rimini e arriva alle 9.16 a Bologna. Troppo tardi per chi come il sottoscritto lavora fuori dal centro e deve prendere anche i mezzi pubblici”.
    Per molti non resta che anticipare di quasi un’ora la partenza e viaggiare sui regionali. O trasferirsi. O cambiare lavoro.
    “Piuttost che nient l’è mej piuttost” sembra essere la filosofia alla base di Trenitalia: accettare il nuovo orario e accontentarsi di viaggiare sui treni regionali, che negli orari di punta sembrano dei veri carri bestiame.
    “Una decisione unilaterale di Trenitalia che determina uno squilibrio nel servizio per i territori dell’Emilia Romagna” si legge nella missiva che Alfredo Peri – assessore Regionale ai Trasporti – ha mandato a Vincenzo Soprano, Amministratore delegato di Trenitalia, dopo aver ascoltato le proteste dei pendolari. Nessuna risposta è arrivata da Trenitalia, che non rilascia dichiarazioni se non quella di aver chiuso la trattativa. Dai Comitati dei Pendolari si alzano le critiche nei confronti della Regione, che “ha sottovaluto il problema, parlando con toni trionfalistici di una mobilità che va a gonfie vele” nel corso della conferenza per la presentazione del nuovo orario, limitandosi ad aggiustare troppo tardi i cocci ormai rotti. La Regione stanzia annualmente per la mobilità su binari circa 100 milioni di euro al Consorzio Trasporti Integrati (Trenitalia e FER) in base al contratto di servizio, ai quali verranno aggiunti altri 13 milioni per il 2010.

    “Mi muovo tutto treno”
    Inoltre, secondo i pendolari, la modifica al nuovo orario per la tratta Rimini-Bologna vanifica l’efficacia della carta “Mi muovo tutto treno”. Da circa un anno gli studenti e i lavoratori fuori sede hanno la possibilità di utilizzare anche i treni a lunga percorrenza, grazie all’accordo tra Trenitalia e Regione che ha finanziato con 1.5 milioni di euro l’iniziativa. Una carta che permette ai pendolari già in possesso di un abbonamento mensile o annuale di usare il trasporto a lunga percorrenza senza l’obbligo della prenotazione pagando un sovrapprezzo di 110 euro, oltre all’abbonamento. “Saranno soppressi proprio i treni EurostarCity, Intercity e Eurocity negli orari compatibili con quelli del lavoro, rendendo di fatto inutile l’utilizzo di questa carta che nel corso dell’anno molti pendolari hanno acquistato e pagato due volte: come utenti e come contribuenti. La Regione ha promosso, infatti, l’iniziativa pagando una somma consistente salvo poi non essere in grado di impedire l’eliminazione delle loro fermate. Uno spreco di soldi pubblici”. Questa è la critica mossa dai comitati dei pendolari che ritengono che sia Trenitalia a dettare le regole alla Regione, facendo le scelte più vantaggiose economicamente, sulla pelle dei pendolari.
    “Le critiche sono sempre possibili e a volte utili, a condizione che non siano offensive e si riferiscano a dati reali e non a semplici forzature”. Lo ha sottolineando Alfredo Peri rispondendo alle critiche sollevate dal Comitato dei pendolari emiliano romagnoli Crufer che avevano dichiarato che “la Regione è stata scorretta e poco trasparente”. “Leggendo le dichiarazioni – riprende l’assessore – è chiaro che stanno parlando solo alcuni pendolari preoccupati o insoddisfatti dell’orario del proprio treno. Ma per gridare al disastro ci vorrebbero ben altri dati. Come ad esempio il calo del numero dei treni in circolazione, il peggioramento del cadenzamento, la diminuzione di posti per i pendolari, la diminuzione delle stazioni servite, una minore integrazione con i bus o minori agevolazioni tariffarie nonché una riduzione degli investimenti per treni nuovi. Se così fosse, le parole usate, al di là del buon gusto, avrebbero un senso. Ma la realtà in cui ci troviamo sappiamo bene che non è questa, anzi è l’esatto opposto. Infatti, abbiamo discusso nei diversi incontri prima di avere le bozze degli orari, poi con quelle sul tavolo il confronto è continuato. Un confronto trasparente e quotidiano volto a correggere e migliorare”.
    Intanto anche la Provincia di Rimini si è mobilitata contro il nuovo orario. L’assessore alla Mobilità Vincenzo Mirra ha inviato nei giorni scorsi una nota a Peri per manifestare il suo disappunto e “sottolineare l’estremo disagio dei pendolari”. A sostegno dei pendolari è intervenuto anche Roberto Piva, presidente della Commissione assembleare Politiche per la Salute e Politiche Sociali che presenterà un’interrogazione nella prossima assemblea legislativa per sapere quali risposte la Regione intende dare ai tanti pendolari romagnoli. “Il lavoro pendolare è duro – aggiunge Piva – perciò bisogna adoperarsi per migliorare le condizioni di viaggio di questi lavoratori”.

    Valentina Ghini