Home Cultura Grazia Marchianò – La serietà che gioca alla vita

Grazia Marchianò – La serietà che gioca alla vita

Grazia-Marchianò

Una mente completa. Uno scrittore e letterato capace di spaziare in molti campi delle scienze umane e non solo. Un vero e proprio renaissance man, ma piovuto nel XX secolo. Con queste parole Grazia Marchianò (nella foto), sofisticata studiosa di estetiche d’Oriente e d’Occidente, ha introdotto la figura straordinaria di Elémire Zolla (del quale ha curato l’opera omnia per Marsilio Editori) nell’evento dal titolo: “Elémire Zolla, filosofo, tra soavità e ferocia del mondo”, nell’ambito del ciclo “I Maestri del Tempo. Racconti di Donna: simboli, radici, destini” promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini.
La Marchianò ha una rara eleganza e chiarezza espositiva. Già professore ordinario all’Università di Siena-Arezzo, si è occupata di promuovere una conoscenza integrata del pensiero filosofico, mistico e religioso di Oriente e Occidente. Nel 2009 ha costituito e presiede l’Associazione Internazionale di Ricerca Elémire Zolla (AIREZ).
“Oggi è forse meno difficile che in passato raccontare Zolla perché ci siamo liberati di una serie di schemi e dogmi che rendevano aspra la presentazione di una mente così complessa – esordisce la Marchianò – . Le nuove generazioni sono maggiormente pronte ad accoglierne le riflessioni. Il pensiero di Zolla è stato caratterizzato da una capacità straordinariamente profetica: da un lato il suo giudizio sulla storia, rigoroso e pesante, e sulle difficili vicende del ’900 ma al tempo stesso una proiezione al futuro, uno sguardo a come l’umanità si prepara ad entrare in una nuova era. Zolla vive un’epoca di transito e nella sua opera vuole tenere conto del cambiamento in atto. L’attualità del suo pensiero risiede proprio in una mente capace di inglobare tante stagioni della storia e della cultura umana e tante diverse civiltà. Ha vissuto con travaglio le avventurose vicende che hanno caratterizzato il ’900 e che lo hanno condotto ad una vita quasi ascetica, in solitudine, impegnata dall’alba al tramonto nello studio e nella scrittura”.
Un percorso testimoniato da Grazia Marchianò, che di Zolla fu anche compagna di vita, a partire dall’opera Il conoscitore di segreti. Una “biografia intellettuale” di Elémire Zolla pubblicata da Marsilio nel 2012 che comprende sia un’indagine diacronica (ricostruendo il suo pensiero attraverso il ’900) che sincronica (un affondo per comprendere i temi portanti e l’evoluzione della sua visione del mondo e della realtà).
Nel 2016 è stato inoltre pubblicato un nuovo volume, sempre a cura della Marchianò, che raccoglie diverse opere di Zolla: Archetipi, Auree, Verità segrete esposte in evidenza e Dioniso errante.
“Con questa raccolta mi sforzo di accompagnare il lettore in un percorso arduo – spiega l’autrice – cercando un filo conduttore che attraversi i quattro volumi”.
In Auree (1987), è forte l’invito di Zolla ad apprezzare un piano sottile delle cose, una raffinatezza non materiale che richiede una grande maturità interiore per essere accolta. Anche Verità segrete esposte in evidenza è un’opera paradigmatica, già a partire dal titolo così altamente evocativo. Per Zolla esiste un legame tra segretezza ed evidenza. Evidenziare ciò che è segreto non significa involgarirlo: le molecole fondamentali delle cose che contano nella vita sono sotto gli occhi di tutti, ma dipende dalla nostra capacità di guardarle e conoscerle. È il mondo interiore che deve fiorire e svilupparsi grazie ai giusti input.
Dioniso errante, l’ultima opera della raccolta, tratta un altro tema fondamentale del pensiero di Zolla: la spiritualità naturale, a partire dalla riscoperta del mito di Dioniso. Spiega la Marchianò: “Quando parliamo di spiritualità la proiettiamo in una dimensione altra dalla vita comune, la leghiamo alla dimensione della fede. La svolta epocale di cui siamo parte in transito è quella di riscoprire la spiritualità nella natura, non in un senso ecologico ma considerando la natura come gran madre. La spiritualità secondo Zolla è una dimensione interiore che va sviluppata, proprio come faremmo con un arto. Occorre allenamento. Uno dei temi di fondo del suo pensiero è l’intreccio strettissimo tra mente e natura, un approccio che alla mente occidentale risulta poco familiare. La natura non è il paesaggio di cui godiamo, non è qualcosa di esterno – anche se il nostro sistema psicofisico ci porta a vederla fuori da noi – ma non è un oggetto rispetto a un soggetto. Mente e natura sono insieme, sono alleate, complici. Noi siamo natura, con una particolare complessità, che funziona nel rapporto mente-cervello. Questo altera completamente la relazione delle cose”.
Zolla pensatore ci trasmette questo: “il pensiero mitico è uno straordinario capitale di magnifiche intuizioni. C’è un livello storico ma si intreccia sul piano mitico. La creatività consiste nella rielaborazione di questo pensiero”.
Una conclusione su questa figura, sulla sua capacità di spaziare in mondi culturali diversi alla ricerca di una visione integrale del mondo e della conoscenza, arriva dal titolo scelto dalla relatrice per l’incontro: “Serietà e gioco, ferocia e soavità. Il confronto tra due antipodi è sempre presente nel pensiero di Zolla. Bisogna saper essere seri giocando e riuscire a porsi in una dimensione di esistenza in cui ferocia e soavità vengono vissuti come dicotomie che possono essere superate”. Questo è il lascito finale: impegnarsi a superare l’uso degli antipodi.

Silvia Sanchini