Giù le mani dal miele riminese

    Apicoltori riminesi unitevi! Da circa un anno esiste un’associazione che si sta facendo le ossa sul territorio, diventando pian piano un punto di riferimento per questo settore. L’Associazione Apicoltori RN MF (riminese e del Montefeltro) nasce da un’idea di Angelo Dettori e Andrea Ambrosani, rispettivamente presidente e vicepresidente, con l’intento di raccogliere le diverse esperienze di chi si dedica alla raccolta del miele e all’apicoltura per professione o per passione, dividere le conoscenze ed adottare metodi efficaci ma non dannosi soprattutto nella lotta alla varroa, l’acaro parassita che attacca e distrugge i fuchi e che qualche anno fa aveva messo a repentaglio gran parte della popolazione delle api.
    Quali sono le vostre prime mosse?
    “In questo primo anno la nostra associazione ha fatto molte cose – racconta Andrea Ambrosani – ci siamo concentrati principalmente sull’organizzazione di corsi e giornate di approfondimento per giovani apicoltori che vogliono dedicarsi a questo mondo, ma anche per chi lo fa da tempo. Tra gli intenti della nostra associazione c’è proprio l’emersione del sommerso. Con questo termine non vogliamo intendere tanto un fenomeno di stampo economico, ma tutte quelle persone che fanno miele a tempo perso, o in modo occasionale, o anche più sistematico, ma seguendo pratiche e tecniche non efficaci e che rischiano di danneggiare gli insetti. Ci sono molti apicoltori che utilizzano ancora l’acido ossalico per combattere la varroa, mentre secondo noi l’impatto di questo trattamento rischia di lasciare pesanti strascichi sulle api e di indebolirle”.
    In concreto quali iniziative avete svolto?
    “Abbiamo organizzato dei corsi, a Rimini e Novafeltria, per aggiornare sulle tecniche e sulle conoscenze specifiche. Abbiamo parlato della colonia delle api, della gestione dell’apiario e della smielatura, della varroa e del blocco della covata. Quello che mi preme sottolineare è che proponiamo soluzioni e tecniche non complesse, che siano alla portata di tutti”.
    Quanti sono gli iscritti?
    “Attualmente abbiamo 50 associati, ma ai corsi e ai convegni partecipano molte più persone. Il nostro scopo è di raccogliere i tre quarti delle persone che svolgono questa attività, per lavoro o passione, ma serve tempo. Questo è stato il primo anno. D’altronde la nostra non è un’associazione di servizi, noi ci poniamo l’obiettivo di uniformare gli interventi, in modo da avere la massima resa ma senza danneggiare l’ecosistema e la popolazione delle api. Partecipando a farmer market e ad altri eventi mi è capitato di incontrare molti apicoltori, e spesso, parlando, mi sono accorto che la maggior parte di loro utilizza metodi spesso empirici ma senza conoscerne esattamente gli effetti”.
    Apicoltori fai-da-te?
    “Purtroppo in questo mondo non ci sono scuole, né corsi di aggiornamento, nè linee guida, e ognuno svolge il lavoro così come gli è stato insegnato. In molti casi questo va bene e funziona, molte tecniche e tradizioni sono ancora valide, ma per affrontare problemi gravi alcune di queste soluzioni sono inefficienti e spesso rischiano di trasformarsi in un ulteriore problema. Per questo abbiamo deciso di dare vita a questa associazione, nella speranza di rendere il nostro territorio sempre più produttivo e interessante per la produzione di miele, un miele di qualità e sano”.

    Stefano Rossini