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Giovani si diventa. E adulti?

Quarant’anni passati e cercare di non sentirli. La coppia formata da Ben Stiller e Naomi Watts (regista di documentari lui, produttrice lei, ma per i film del padre, un Charles Grodin apprezzato documentarista), senza figli, prova ad “insaporire” l’esistenza attraverso l’amicizia con una coppia più giovane (Adam Driver e Amanda Seyfried). Anche lui regista mentre lei prepara gelati bio di sua produzione, così cool con i loro VHS, i vinili, le sedute sciamaniche, le lezioni di hip-hop e una vita sempre in movimento. I vecchi amici della prima coppia non si trovano in sintonia con la scelta. Poi le vicissitudini porteranno a inevitabili cambiamenti di rotta…
Noah Baumbach è il regista di film indipendenti come Lo stravagante mondo di Greenberg, e Frances Ha, delizioso bianco e nero con la compagna Greta Gerwig. Stile indie piacevolissimo, capace di raccontare con freschezza e amarezza i personaggi, in questo caso inserendoli in un contesto che non tocca solo le relazioni di amicizia tra le due coppie di differente età anagrafica, ma anche riflessioni interessanti sulle scelte di vita, sulla difficoltà di riconoscere il proprio ruolo, sulla creatività, sul ruolo dell’immagine tra realtà e falsità di racconto, con il più giovane che cerca di “catturare” l’essenza professionale dell’“anziano”, da lungo tempo impegnato su un lavoro che sembra quasi un’infinita “tela di Penelope”.
Giovani si diventa non sono solo generazioni a confronto con aromi “alleniani” (Baumbach mantiene sempre una sua riconoscibile personalità, ma il tributo stilistico al maestro è più che adeguato) ma un incontro-scontro tra quarantenni “passati di moda” e giovani hipster amanti del vintage, che rappresenta la difficoltà nel trovare il proprio spazio nel mondo.

Il Cinecittà di Paolo Pagliarani