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Giovani in servizio: addio divano

servizio civile giovaniNegli anni ’70 preferivano rischiare il carcere piuttosto che essere costretti al Servizio Militare obbligatorio; questi erano gli obiettori di coscienza, che sceglievano la non-violenza all’uso delle armi. Nel 1972, non con poche penalizzazioni, l’Obiezione di coscienza al Servizio Militare acquista il suo riconoscimento e nel 1998 il servizio civile viene allargato anche all’estero (vedi scheda). Sono passate diverse decine d’anni dall’emanazione di quelle leggi, la leva obbligatoria non è più in vigore e quella del Servizio civile universale è diventata un’istituzione a tutti gli effetti per i giovani, tra i 18 e i 28 anni, che vogliono contribuire a costruire una società più giusta ed inclusiva nei confronti del prossimo.

Boom di domande. L’ultimo bando, terminato lo scorso 15 febbraio, ha visto un boom di domande su scala nazionale, ben 125.286, e la forte affluenza di accessi sulla piattaforma DOL (che elabora la domanda presentata) ha costretto il Ministero a prolungare la scadenza di 48 ore, fino al 17 dello stesso mese. 125 mila richieste per 55 mila posti, un enorme successo, che testimonia la voglia d’impegno dei ragazzi, forte anche della specifica fase storica che stiamo vivendo che li incoraggia ad essere sempre più determinati: non “giovani da divano”, ma dei veri e propri attori protagonisti. Le innumerevoli domande di partecipazione, rappresentano un record che significa “ l’ennesima dimostrazione che i ragazzi sono disponibili ad impegnarsi” raccontano dal CNES (Conferenza nazionale degli enti del Servizio civile). Le nuove generazioni “ prendono sul serio l’obiettivo del Servizio civile universale”.

Protagonisti attivi. Dopo aver espresso la volontà di partecipare al progetto, vengono fissati i colloqui di selezione con cui verranno composte le graduatorie; ai candidati si chiederanno le motivazioni personali e la conoscenza del progetto. In vista dell’enorme affluenza del 2021, ci sono proposte per l’ampliamento e per la stabilizzazione del numero di posti messi a bando annualmente; affiancate da innovazioni nel processo di stesura e deposito di programmi e progetti. “ Avvertiamo più di sempre continuano dal CNESC – una responsabilità in questa specifica fase della vita del Paese. Cioè raccogliere i giovani e servire la comunità”.

A Rimini il doppio delle domande rispetto ai posti. “ I giovani ci sono e quando ci sono le opportunità le colgono, – assicura Chiara Canini, operatore COPRESC (coordinamento provinciale degli enti di servizio civile) – si mettono in gioco e dimostrano quanto valgono”. Ne sono testimonianza le 625 domande riminesi sui 324 posti disponibili, un dato che come quello nazionale, lascia ben sperare. “ Inizialmente i posti disponibili nella provincia erano poco più di 150 – prosegue Canini,-

fino a che il Dipartimento per le Politiche Giovanili non ha utilizzato dei fondi straordinari per aumentarne il numero, a fronte delle numerevoli richieste”. Un trend, quello del 2020 che stravolge completamente le aspettative, gli anni scorsi le richieste erano si superiori all’offerta, ma lontane dal doppio registrato recentemente, un dato che fa capire come neanche il Covid è riuscito a fermare la voglia di aiutare le altre persone. Anzi.

Caritas. Numeri positivi e incoraggianti anche da Caritas Diocesana di Rimini, che con 14 posti ha raccolto 17 domande per i suoi tre progetti proposti. “ I 17 giovani che si sono rivolti a noi non sono pochi – ne è convinto Mario Galasso, direttore di Caritas – e rappresentano per noi una responsabilità nel farli crescere e trasmettere un esperienza di vita vera e propria”. Proprio in questo anno così strano i ragazzi si sono resi partecipi nell’aiuto del prossimo “ unendo l’utile al dilettevole- continua Galasso – ossia la possibilità di poter fare opere di bene e percepire un rimborso spese di 439,50 euro mensili, che in questo periodo sono ancora più utili”.

Anche la cooperativa “Il Millepiedi” di Rimini aveva un ventaglio di proposte per il Servizio Civile, che sono state bene accolte dai giovani. Tre gli ambiti: “assistenza disabili, anziani e minori, e centri per le famiglie” precisa la responsabile progetti Tania Presepi.

Il Servizio Civile Universale si rivolge a tutti i maggiorenni fino al compimento del ventottesimo anno, per un periodo compreso fra gli 8 e i 12 mesi e un impegno di 25 ore settimanali: con un contributo spese ed eventuale vito e alloggio. La scelta di investire un anno della propria vita al servizio della comunità è anche occasione di formazione e di crescita.

E spesso apre le porte a tirocini o ad un inserimento nel mondo del lavoro.

Federico Tommasini