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GIORNATA MISSIONARIA, PER RISCOPRIRSI FAMIGLIA

Questo è un anno ricco di compleanni significativi per il mondo missionario: prima di tutto i 400 anni dalla fondazione della Congregazione de Propaganda Fide, denominata poi dal 1967, per volontà di San Paolo VI, Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli e, dal 5 giugno scorso, con la riforma della Curia romana, diventata Dicastero per l’evangelizzazione.

Festeggiamo anche i 200 anni dell’Opera della propagazione della fede, nata per iniziativa della giovane laica francese da poco beatificata Pauline Jaricot, con lo scopo di coinvolgere tutti i battezzati nella preghiera e nel sostegno economico dei missionari nel mondo. Questa opera, nei decenni successivi, fece da modello alla nascita dell’Opera della Santa Infanzia e dell’Opera di san Pietro Apostolo per il sostegno dei seminaristi delle giovani chiese. Ed ecco il terzo compleanno: queste tre opere missionarie, 100 anni fa, sono state riconosciute come opere “pontificie”, cioè importanti per la vita di tutta la Chiesa e di tutte le Chiese.

Un altro evento importante lo abbiamo vissuto a Milano, dal 29 settembre al 2 ottobre, dove si è svolto il Festival della missione. Un evento che ha coinvolto tutto il mondo missionario italiano che aveva come tema “Vivere per Dono” (vedi ilPonte Missioni della scorsa settimana).

Il momento più significativo del mese di ottobre rimane comunque la celebrazione della Giornata missionaria mondiale di domenica 23 ottobre, giunta quest’anno alla 96ª edizione. Mi piace definirla come la Giornata della fraternità universale dei cattolici.

Di fatto, all’inizio si pensava a questa Giornata perché le Chiese di antica tradizione aiutassero, con la preghiera e il sostegno economico, le giovani Chiese povere di quelle che si definivano “terre di missione”.

Oggi la giornata viene celebrata in tutto il mondo indistintamente; e anche le giovani Chiese si uniscono nella preghiera e offrono il loro contributo, come grande segno di partecipazione alla fraternità universale della Chiesa e alla sua missione evangelizzatrice. Auspichiamo che questa Giornata e l’intero mese missionario possano alimentare in tutti una rinnovata fiducia in un mondo più fraterno, libero da discriminazioni, chiusure, incomprensioni e ingiustizie; soprattutto ci facciano credere fermamente in un mondo libero da conflitti e guerre.

L’ascolto delle vite dei missionari risvegli in ciascuno il grande desiderio di Dio: fare dell’umanità una sola grande famiglia. Rinnoviamo a tutti l’invito di Papa Francesco nel suo messaggio: “Ai discepoli è chiesto di vivere la loro vita personale in chiave di missione: sono inviati da Gesù al mondo non solo per fare la missione, ma anche e soprattutto per vivere la missione a loro affidata; non solo per dare testimonianza, ma anche e soprattutto per essere testimoni di Cristo”.

Giuseppe Pizzioli – direttore generale Fondazione Missio