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Fra tradizione e corresponsabilità

Uno per tre o tre per uno il prodotto non cambia. Dire che abbiamo un parroco per tre parrocchie o tre parrocchie con un parroco solo, l’idea è sempre la stessa e risulta chiara a tutti.
Le tre parrocchie di cui parliamo sono: Santo Marino (Santo Marino), Canonica (San Giovanni Battista) e Montalbano (Sant’Agata), mentre il parroco (amministratore parrocchiale) è padre Daniele Guido Zanni, dei Cappuccini di Santo Spirito (Rimini).
Ciò che può sembrare un po’ “scomodo” è la distanza di queste parrocchie: mentre Santo Marino si trova sulla provinciale che da Santarcangelo sale a Villa Verucchio, ai piedi di Torriana, le altre due si trovano al di là dal crinale di Poggio Berni, nella valle dell’Uso, in comune di Santarcangelo: Canonica nella zona pianeggiante, mentre Montalbano lambisce le prime colline di Borghi.
Ma col moderno cavallo di San Francesco (non i piedi, ma l’utilitaria), padre Daniele si disimpegna bene e corre rapido da una chiesa all’altra. Come in questo giorno dell’intervista, che dopo la messa a Santo Marino si è precipitato a Canonica per il triduo nella festa della Madonna del Rosario.
Padre Daniele è stato chiamato a questo ministero nel 2005, subito dopo l’improvvisa morte del suo confratello padre Arnaldo Pellesi.

Padre Daniele, per prima cosa vogliamo chiederti di presentarci brevemente le tre comunità.
“È presto detto. Sono tre parrocchie molto diverse l’una dall’altra, con proprie tradizioni e con diverso tessuto sociale. Santo Marino, con un migliaio di abitanti, è costituita principalmente da famiglie provenienti dai paesi d’intorno; sono rimaste poche le famiglie autoctone. E questo, credo io, è dovuto allo sviluppo della zona artigianale e industriale. Dal punto di vista religioso, posso dire che la frequenza alle celebrazioni e ai momenti comunitari è soddisfacente, abbondante. Per la sua distanza, da Canonica e Montalbano, non ha con queste alcuna relazione o collaborazione.
A Parte la differenza numerica, Canonica e Montalbano sono fra loro più omogenee. Canonica, coi suoi 900 e passa abitanti, vive nella tradizione agricola con un nucleo abitativo che fa da traino anche per le famiglie sparse nella campagna. Canonica poi, vive molto dell’eredità spirituale lasciata dal parroco don Pietro Stacchini: gente legata alla parrocchia, disponibile e generosa, legatissima alle tradizioni e determinata nei suoi obiettivi… Ultimamente ha anche realizzato un Circolo parrocchiale, per stare più insieme e dare vitalità all’intera parrocchia.
A Montalbano, invece, non esiste un nucleo di paese, ma solo case sparse nella campagna: dalle porte di Canonica fino a scollinare nella valle del Rubicone, quattrocento persone circa. Ciò non toglie che la gente si senta orgogliosa della sua chiesa, rinnovata qualche anno fa,e legata alle sue feste e tradizioni.
Anche a Canonica e Montalbano, come a Santo Marino, c’è ancora una buona frequenza alle funzioni religiose. A Montalbano, per esempio, sabato sera per la messa vespertina, la chiesa è sempre piena”.

Presentandoci queste comunità lei accenna continuamente alle tradizioni e alle feste popolari: quali sono le principali?
“Accenno solo a una festa tradizionale per ognuna delle Comunità. Qui a Canonica, per esempio, è d’obbligo la festa della Madonna del Rosario con il triduo che la precede; e poi messa solenne, processione e festa popolare. Questa festa ha uno strascico di tradizione veramente ammirevole: tutte le domeniche, estate o inverno, nel pomeriggio una decina di persone, e anche di più, si riuniscono in chiesa per il Rosario, anche senza la presenza del prete.
A Montalbano è rimasta viva la devozione a Gesù morto. Naturalmente questa si esprime nelle liturgie della Settimana santa, con il suo apice al Venerdì santo. Non so come sia nata questa tradizione, ma la parrocchia conserva una vecchia immagine di Gesù morto, attorno alla quale si esprime la devozione soprattutto quando si vuole chiedere una grazia per qualche ammalato o per persone in pericolo di vita.
C’è però anche una festa più popolare, dedicata alla Madonna del Pozzo. Si celebra l’ultima domenica di aprile e si va in pellegrinaggio a questa celletta dove c’è un pozzo in piena campagna, avvolta nel verde. Poi per tutto il mese di maggio, tutte le sere alle ore 21, si continua il pellegrinaggio con la recita del rosario. La Madonna del Pozzo sarà una tappa obbligata anche per il Vescovo, nella visita pastorale dei prossimi giorni.
Infine, a Santo Marino si celebra la festa del patrono, San Marino la prima domenica di settembre. È questa l’occasione per tornare alla ”fonte originaria” anche per quelle famiglie che sono andate ad abitare altrove. È un momento popolare molto bello e di grande fraternità … e di grande impegno per preparare stand gastronomici e cena per tutti”.

Un unico sacerdote per tre comunità, il desiderio ed il bisogno di mantenere vive le tradizioni e la vita delle parrocchie, la distanza fra una parrocchia e l’altra, la sua residenza presso il convento ”Santo Spirito” a Rimini… Tutto mette in evidenza la necessità di collaboratori in loco, di laici impegnati …
“Per questo non posso davvero lamentarmi. Si va dalla collaborazione più semplice e spicciola, come farmi trovare la chiesa pronta quando vengo a dire messa, all’impegno piuttosto pesante di preparare le feste, fino alla costituzione del Circolo … Tutto viene fatto dai laici. Mi dicono: Lei non si preoccupi; ci dica cosa serve e noi lo facciamo. E anche degli ambienti e delle strutture sportive … di tutto si occupano i laici.
Ma ho anche scoperto il segreto di questa collaborazione: bisogna voler bene per farsi voler bene. La gente ha capito che io non vengo da loro per un interesse personale, ma per il bene e la serenità di tutti. E così trovo sempre disponibilità e comprensione”.

Per l’aspetto più strettamente liturgico o per l’assistenza ad anziani e malati trova collaborazione?
“In ognuna delle Comunità c’è una persona che cura il rapporto con anziani e malati, portando loro mensilmente la Comunione: un accolito a Santo Marino e due Ministri della Comunione a Canonica e Montalbano. E quando c’è l’esigenza espressa dal malato invitano il sacerdote per la confessione. Naturalmente mi aiutano anche in chiesa, nelle celebrazioni domenicali. Così anche in questo c’è collaborazione e condivisione di responsabilità coi laici”.

C’è un aspetto della pastorale ordinaria che occupa sempre un posto preminente negli impegni del parroco e dei suoi collaboratori: la catechesi. Come è organizzato in questo aspetto della vita di comunità?
“Anche qui, grazie alla collaborazione dei laici, catechisti e catechiste, è possibile organizzare la catechesi nelle singole comunità. Solo i bambini di Montalbano, essendo pochi, si uniscono con la loro catechista a quelli di Canonica. La celebrazione dei sacramenti, prima Comunione e Cresima, viene fatta sia a Santo Marino che a Canonica. Anche quelli di Montalbano vorrebbero una certa autonomia, ma non è facile, anche per l’esiguità dei numeri”.

E gli altri sacramenti?
“Gli altri sacramenti, Battesimi e Matrimoni, vengono celebrati nelle Comunità di appartenenza. Così pure i funerali che purtroppo non mancano mai”.

E in questi giorni, oltre al suo correre abituale da una comunità all’altra, deve preparare anche la Visita pastorale. In una settimana il Vescovo visiterà tutte e tre le parrocchie?
“Certamente. Del resto siamo piccole comunità, anche se tre. Incominceremo a Santo Marino, martedì 16 e mercoledì 17 ottobre, invitando all’incontro iniziale anche le altre comunità. Poi proseguiremo a Canonica nei giorni di giovedì 18 e venerdì 19. Infine si concluderà a Montalbano sabato 20 con la celebrazione della messa e con l’invito a partecipare, aperto a tutte le comunità”.

Tutto sommato si può dire che queste tre piccole parrocchie, altrimenti destinate a scomparire, abbiano già messo in atto quella corresponsabilità laicale che nasce dal Battesimo, che è auspicata dal Concilio e che viene proposta e programmata ultimamente anche dalla nostra Chiesa riminese”.

Egidio Brigliadori

Nella foto la Chiesa di Santo Marino