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Fellini 100… e lode

Un castello quattrocentesco, simbolo di Rimini e di una delle sue famiglie più importanti (i Malatesta) che diventa set cinematografico. Una storia d’Italia rivista attraverso l’immaginario dei film di uno dei più grandi geni del cinema. I compagni di viaggio del regista, reali e immaginari.
A cento anni dalla nascita (2020), Rimini celebra il genio di Federico Fellini e lo fa battendo tutti sul tempo inaugurando la mostra itinerante “Fellini 100 Genio immortale ”, esposizione originale a cui è stato assegnata una speciale medaglia di rappresentanza da parte della Presidenza della Repubblica, attribuita per il particolare interesse culturale dell’iniziativa. Curata da Marco Bertozzi e Anna Villari e Leonardo Sangiorgi di Studio Azzurro, “Fellini 100 genio immortale” è la prima mostra che “comincia e finisce dai film di Federico Fellini – la definisce orgoglioso il sindaco Andrea Gnassi – Una mostra che offre al pubblico l’occasione di attraversare lo schermo ed immergersi nelle immagini e nei suoni che non sono solo estratti di pellicole, ma rappresentano gli echi della nostra memoria collettiva”. Dopo l’allestimento riminese, la mostra comincerà il suo viaggio e arriverà a Roma il prossimo aprile 2020 a Palazzo Venezia, per poi varcare i confini nazionali con esposizioni a Los Angeles, Mosca e Berlino. “Non si tratta quindi un omaggio canonico, statico, convenzionale al Maestro, – avverte il primo cittadino – ma una produzione culturale che ne rimetterà in circolo e amplificherà l’eredità intellettuale e cerativa nel mondo e che dimostra quanto Rimini d’ora in avanti punterà su Federico Fellini non solo in chiave museale ma come riconfigurazione del proprio sviluppo futuro”.
Quattordici le sale attraverso le quali si snoda l’esposizione, allestita a Castel Sismondo fino al 15 marzo 2020. “Fellini 100 Genio immortale. La Mostra presenta tanto materiale inedito che restituirà al visitatore l’immaginario felliniano. Tra le varie sezioni che la compongono, una presenta il materiale del Fondo Nino Rota, il celebre compositore che ha collaborato con Fellini su molti film. Per la prima volta, sarà esposta una serie di taccuini originali sui quali Rota appuntava le indicazioni del Maestro sulla musica che avrebbe dovuto accompagnare ed esaltare le sue scelte registiche.
E ancora, tra i materiali inediti, esposta la primissima sceneggiatura di quello che poi sarebbe diventato Amarcord, intitolato “Il borgo”, in una prima stesura, e la sceneggiatura di Otto e mezzo di proprietà di Lina Wertmuller, che fu assistente alla regia di Federico Fellini proprio in quel film.
Le immagini di brani di repertorio dell’Istituto Luce e di Teche Rai scorrono accanto alle sequenze del film del regista riminese in un rinvio da cui riemergeranno gli ultimi cento anni della storia del Paese. (t.c.)