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Farsi rispettare

Una vecchia frase dell’ex presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi (“In Italia vogliamo una democrazia più trasparente”), è stata riproposta a commento della vicenda del sottosegretario ospitato in vacanza a sua insaputa. Un ministro del precedente governo s’era dichiarato ignaro di chi gli avesse pagato casa. L’italico detto “lei non sa chi sono io”, ha una nuova, triste versione nel dichiarare: “Ma guardi che neppure io so quello che faccio”. Se le parole fossero pronunciate da persona non altolocata o politicamente rilevante, comporterebbero per lei un trattamento sanitario obbligatorio per infermità mentale.
Alla vecchia frase di Ciampi, accompagniamo la citazione da un suo libro appena pubblicato, che è la lettera aperta “A un giovane italiano”: “Desidero invitarti ad aguzzare lo sguardo, lo sguardo acuto dell’intelletto e del cuore…”. L’editore lo ha lanciato con una pubblicità che riprende un passo del testo, “Non sacrificare la tua dignità”.
Il Ciampi che scrive ai giovani di oggi raccoglie e racconta le storie di una generazione che ha ricostruito il mondo dalle macerie postbelliche: “Ho visto l’uomo con il suo insopprimibile bisogno di libertà, avere la meglio su dittatori e regimi ritenuti impossibili”. Ed analizza con chiaro e severo sguardo la crisi economica contemporanea, da esperto qual egli è, e soprattutto da uomo onesto che non tace giudizi severi.
Come quando elenca i responsabili di aver trasformato il mondo della finanza in una “foresta dove appagare appetiti ferini, dove impera la legge non scritta del cinismo, del disprezzo di ogni valore che non sia quello del guadagno, del successo, del potere, obiettivi rincorsi in un crescendo delirante in cui si spezza qualsiasi ragionevole legame tra desiderio e appagamento”.
L’economista Ciampi in queste pagine sorregge le opinioni del Ciampi che compone un trattato pedagogico e filosofico. Il cui pubblico dovrebbe essere anzitutto non quello dei giovani richiamati dal titolo, ma di tutti i più o meno vecchi che abbiano il senso dello Stato e della Storia, siano essi politici, economisti o “semplici cittadini” come si diceva un tempo. E tutti facciamoci rispettare.
Un’eco della frase citata all’inizio (“In Italia vogliamo una democrazia più trasparente”), si trova nel libro quando leggiamo che nelle nostre società (che sono un baluardo democratico del vivere civile), l’arte di governare è “sovente sfiorata da un velo di opacità”.

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Antonio Montanari