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Facciamo strada insieme verso la Chiesa che sogniamo

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2-3 giugno Assemblea Sinodale. Il Vescovo di Rimini invia una lettera. E indica tre doni indispensabili: discernimento, entusiasmo e missione

La Chiesa riminese ha già iniziato a fare strada assieme. Primo obiettivo, ovvero la prima importante tappa è fissata il 2 e 3 giugno: in quella si svolgerà – presso la parrocchia di San Giuseppe al Porto, a Rimini – l’Assemblea Sinodale diocesana, già da tempo annunciata e intensamente preparata. Il tema? “Verso la Chiesa che sogniamo – Fare strada insieme”.
Proprio in vista dell’Assemblea, il Vescovo di Rimini ha inviato una accorata, appassionata Lettera. “In vista della celebrazione ormai prossima dell’Assemblea Sinodale diocesana, vengo a chiedere a tutti voi un soprassalto di disponibilità, per avviarne l’ultima fase, quella, determinante, della preparazione immediata. In poche parole vorrei pregarvi di non farci mancare l’insostituibile contributo che ogni discepolo di Gesù ci potrà senz’altro assicurare: la preghiera”. Per implorare – prosegue mons. Francesco Lambiasi – con la forza rivoluzionaria dell’intercessione, tre doni pregevoli e indispensabili.
Il primo è la luce del discernimento. L’Assemblea non sarà un sinodo ‘tradizionale’, “ma desideriamo, in convinta sintonia con papa Francesco, – fa presente il Vescovo Francesco – avviare un processo di riforma sinodale della nostra Chiesa, secondo un percorso che sia spirituale, pastorale e strutturale”. Il Vescovo è evangelicamente realista.“Concretamente non ci aspettiamo improbabili ricette magiche né inseguiamo miracolose formule risolutive. Vogliamo piuttosto che l’assemblea risulti per tutti una preziosa opportunità di ascolto reciproco, per cogliere il bene che già germoglia nelle nostre comunità e anche nella società riminese”. Ciò non significa affatto proibire di sognare una Chiesa centrata sul vangelo del Crocifisso risorto, aperta alla lode, tenace nel liberarsi da ogni triste autoreferenzialità, umile e audace nel demolire barriere, nel gettare solidi ponti di comunione, nell’inventare svincoli decisivi per la missione. “Cerchiamo di essere uniti a priori nell’essenziale e capaci di convergere anche nell’opinabile. Papa Francesco ci punge: «Non lasciamoci rubare l’ideale dell’amore fraterno!»”.
Il secondo dono da chiedere al Signore è lo slancio dell’entusiasmo. Prosegue il pastore della Chiesa riminese. “Non vorremmo farci catturare dall’asfissiante ragnatela di sterili pessimismi né lasciarci incastrare nella trappola della «dea lamentela». Ma neppure possiamo farci bloccare dalla paura di confessare omissioni e penose pigrizie, né dallo sgomento di dover onestamente censire fragilità, inadeguatezze e pesanti incoerenze. Preghiamo per gustare il piacere spirituale di essere Popolo di Dio, per sperimentare la dolce e salda certezza di saperci non abbandonati alle nostre fragili forze e alle scarse risorse disponibili, ma affidati all’azione misteriosa del Risorto e alla mite fortezza del suo Spirito”. Occorre lasciarsi contagiare dalla grinta di papa Francesco: “Le sfide esistono per essere superate. Siamo realisti, ma senza perdere l’allegria, l’audacia e la dedizione piena di speranza!”.
Il terzo dono è la spina e la spinta della missione. “Ci riuniremo nel cenacolo della Pentecoste per fare il ‘pieno’ della dolce e confortante gioia di uscire per andare ad evangelizzare, ricordando il posto privilegiato dei poveri nel Popolo di Dio”. “Non possiamo più rimanere tranquilli, in attesa passiva, dentro le nostre chiese, poiché è necessario passare da una pastorale di semplice conservazione a una pastorale decisamente missionaria”, è ancora una volta spiazzante il vescovo di Roma.
Da qui prende le mosse l’invito del Vescovo Francesco di Rimini: “Facciamo strada insieme verso la Chiesa che sogniamo!
Non vedo l’ora di accogliere i Delegati e, mentre ringrazio voi tutti, Fratelli e Sorelle, che ci accompagnerete con la vostra preghiera, attendo larghe rappresentanze di parrocchie e aggregazioni ecclesiali alla conclusione dell’Assemblea: sabato 3 giugno con la Messa in Cattedrale (ore 18,30) e la festa – alle 21 – della Diocesi a Castel Sismondo”.