Home Attualita Eccellenze da difendere: “A Rimini manca il dibattito”

Eccellenze da difendere: “A Rimini manca il dibattito”

Quanto è concreto il rischio di perdere a Rimini l’Oncologia e le chirurgie legate ai tumori? L’ex primario (e sindaco) Alberto Ravaioli da tempo ha messo in guardia.
Il rischio teorico c’è, afferma a il Ponte Ravaioli che preferisce partire da tutto quello che l’Oncologia riminese ha raccolto dopo vent’anni di semina: un reparto di dieci posti letto in Oncologia più altri dieci in Oncoematologia, due Day Hospital, uno a Rimini (recentemente rinnovato) e un altro a Cattolica, un servizio innovativo di Radioterapia, uno di prevenzione oncologica più un piccolo nucleo di ricerca clinica (cinque persone).

Dottore, rischiamo di perdere tutto con il rafforzamento dell’IRST di Meldola?
“Nelle ipotesi di progettazione, questo Istituto doveva nascere in rete con le Oncologie di Rimini e Ravenna (equiparate per numeri e prestazioni). Oggi è diventato una struttura di carattere scientifico, quindi una realtà molto forte. Se non si fa attenzione a creare le giuste collaborazioni tra l’IRST, Rimini e Ravenna, il rischio di trascinare dei pazienti verso la struttura più forte diventa reale”.

Cosa intende per giusta collaborazione?
“Se si sceglie un progetto di struttura in rete bisogna creare nell’Ausl unica un organismo dirigente per l’Oncologia che diriga questa realtà e faccia integrazione. Anche i rappresentanti delle Oncologie di Rimini e Ravenna, se supportate dalla volontà degli amministratori e politici locali, devono poter essere dentro la Direzione amministrativa e scientifica dell’IRST (perfezionato l’ingresso della Regione Emilia Romagna nella compagine societaria, l’Assemblea dei Soci provvederà a breve alla nomina del nuovo CdA, ndr.)”.

Cioè?
“L’IRST è nato, ora bisogna fare le nomine e stabilire le regole. Se queste regole non vengono scritte con i giusti equilibri si rischia una dipendenza eccessiva da Meldola”.

Dipendenza in che senso?
“Penso ai nuovi farmaci: ne escono decine l’anno. Saranno a disposizione di tutti o potranno essere somministrati solo a Meldola? Fondamentali anche i nuovi apparecchi di radioterapia: oggi ne abbiamo di nuovi, nel tempo diverranno obsoleti. Saranno sostituiti in tutti e tre i poli d’eccellenza? Ma penso anche ai trapianti autologi di midollo per la cura delle oncoematologie: a Rimini se ne effettuano 30-35 l’anno. Continueranno ad essere fatti anche qui o saranno centralizzati?”.

Tonini afferma che in Romagna dieci chirurgie sono troppe. Inevitabili dei tagli…
“Concordo sul fatto che mantenere più piccole chirurgie non ha più senso. Oggi o ti specializzi o esegui come chirurgia un gran numero di interventi, come accade a Riccione con il Dott. Garulli. Ma dobbiamo avere ben chiaro quali sono le vere eccellenze riminesi e dove vogliamo andare. Non se ne è mai parlato a livello di dirigenti tecnici e politici. I sindaci prima di andare a progettare il territorio ai tavoli della Conferenza Territoriale romagnola, dovranno aprire una discussione su questi punti e io questo dibattito non l’ho ancora visto”.

Quali sono le vere eccellenze secondo lei?<
“Oltre a quelle che ho già detto, l’oncoematologia pediatrica, la cardiologia, il rapporto tra l’Università di Bologna e la chirurgia generale dell’Infermi, gli interventi a Rimini per pancreas, fegato e stomaco, la chirurgia ginecologica oncologica oltre alla chirurgia alla spalla di Cattolica e a quella al seno di Santarcangelo”.

Concludendo, quale messaggio vuole dare?
“Abbiamo creato in questa provincia delle ottime realtà, ciò che si è costruito a Rimini come Oncologia non è sovrabbondante. Sono le giuste basi di partenza per una collaborazione con l’IRST e Ravenna, che sia veramente sana”. (a.l.)