Home Editoriale E all’inizio furono i pre-jù

E all’inizio furono i pre-jù

È vero, oggi le urgenze sono tante: la crisi economica, la mancanza di lavoro, le nuove droghe, non ultima quella del gioco (a proposito, bravo Gnassi che ha condiviso con forza la nostra campagna contro le slot e il gioco d’azzardo)…
Ma fra le tante urgenze, non c’è dubbio, spicca quella educativa. Lo sanno bene gli insegnanti, gli animatori dei gruppi parrocchiali, gli allenatori delle squadre giovanili che ogni giorno incontrano ragazzi in seria difficoltà, senza riferimenti educativi fondanti, con genitori chiaramente fuori ruolo, tutti impegnati nel compensare con atteggiamenti sbagliati la loro cronica assenza.
Ma fra le altre, c’è un’età che gli educatori stessi fuggono per le difficoltà che implica o che affrontano in maniera improvvisata e spesso improvvida. Istituzionalmente se ne occupa solo la scuola e fino ad ora il catechismo, ma con risultati che sono sotto gli occhi di tutti. È la preadolescenza, età del passaggio, con il corpo che cambia, le relazioni che si moltiplicano, la ribellione che cresce nel voler affermare inconsciamente un‘io’ ancora tragicamente incerto, ma desideroso di autonomia e di fiducia. Età sballottata fra l’essere considerata adulta in anticipo (si pensi alla sessualità) e bambina in ritardo. Con genitori che vivono il rapporto coi figli come un “serbatoio affettivo”, incapaci di dire quei “no” che fanno crescere e invece impegnati a “tutelarli” fino all’estremo di fronte al “lutto” educativo della sconfitta (magari di un brutto voto).
La comunità cristiana è la prima a correre ai ripari. Lo ha fatto anche tanti anni fa, quando un profetico don Oreste Benzi, in anticipo rispetto a tanta psicologia, individuò proprio in quel periodo della vita un momento chiave della crescita del ragazzo e “inventò” i “pre-jù”. Nel 2011 i vescovi italiani hanno invitato ad cammino decennale di riflessione e di impegno con gli orientamenti pastorali “Educare alla vita buona del Vangelo”. Oggi la Chiesa riminese continua questa riflessione affrontando il tema difficile della preadolescenza. Lo fa in questo fine settimana con un convegno dal titolo “I preadolescenti e i loro mondi vitali”. Saranno presenti medici, psicoterapeuti, insegnanti, sacerdoti e tanti educatori. Il primo appuntamento è venerdì 25 gennaio alle ore 21 in Sala Manzoni con il dottor Alberto Pellai e con il Vescovo Lambiasi; poi ’intera giornata di sabato 26 sarà dedicata ad ospitare tanti contributi. Parlare di un problema non significa certamente risolverlo (anche se molti fanno solo questo), ma il mondo della preadolescenza merita intanto un ascolto, attento e impegnato.

Giovanni Tonelli