Home Vita della chiesa “Date voi stessi loro da mangiare”

“Date voi stessi loro da mangiare”

Domenica 16 gennaio, presso la sede della Caritas diocesana si sono incontrati un centinaio di volontari rappresentanti di 50 Caritas parrocchiali e interparrocchiali, per un momento formativo e di confronto.

La relazione
Don Renzo Gradara ha aiutato i presenti a riflettere sul brano del vangelo di Marco in cui si racconta la moltiplicazione dei pani: è l’icona biblica di riferimento degli Orientamenti pastorali dei Vescovi per il prossimo decennio:“Educare alla vita buona del Vangelo”.
Il servizio educativo di Gesù è vissuto non solo attraverso le parole, ma anche con azioni e soprattutto con relazioni calde e affettuose: “vide le folle e ne ebbe compassione”. La risposta alle grandi richieste della gente è possibile perché Gesù non perde mai il rapporto con il Padre: “alzò gli occhi al cielo”; coinvolge gli apostoli insegnando loro la strategia del dono: “date voi stessi loro da mangiare” e della condivisione:“spezzò i pani”. Gesù insegna a non preoccuparsi delle proprie risorse, perché per quanto piccole (cinque pani e due pesci) se offerte totalmente e con amore a Gesù, saranno a Lui sufficienti per fare miracoli. I verbi usati per la moltiplicazione sono gli stessi del memoriale dell’ultima cena: benedire e spezzare. Il pane della Parola, il pane della Eucaristia e il pane della Carità sono lo stesso Cristo, pane spezzato per tutti.
Qui trova il suo fondamento la spiritualità della carità: la spiritualità è capacità di tradurre l’esperienza cristiana in stili di vita, proposte, impegni, progetti.
La spiritualità di cui c’è bisogno per dare un’anima alla testimonianza della carità è capace di tenuta di fronte alle prove e agli insuccessi, accetta la fatica del servizio meno gratificante, vede un cammino di salvezza anche nelle situazioni umane più degradate, mette in crisi l’efficienza paga dei suoi risultati.
Tra la spiritualità e la testimonianza della carità si sviluppa un rapporto fecondo… Essa è una spiritualità di grande respiro attenta al complesso delle realtà terrene e storiche dentro una dinamica missionaria fatta di incontro e relazione, scorgendo sapienzialmente “i segni dei tempi”, la presenza e l’opera di Dio dentro le realtà e i fatti della storia.
La spiritualità si poggia su tre pilastri: ascolto, discernimento e carità.
Tutto questo fa emergere come il primo compito della Caritas parrocchiale sia quello di aiutare la comunità parrocchiale a crescere nella Carità fino a farne una delle dimensioni fondamentali del proprio essere Chiesa, nella liturgia, nella catechesi e in tutta la pastorale.

Il confronto
Il confronto è poi proseguito sulle attività delle Caritas parrocchiali emerso anche dalla sintesi degli incontri fatti a novembre nelle undici zone della diocesi.
È sempre più evidente l’aumento di situazioni di povertà legate alla mancanza di lavoro (o alla sua precarietà), al problema della Casa (mutui, affitti troppo alti) e alla separazione dei coniugi. Per questo è sempre più necessario il coinvolgimento dell’intera comunità ecclesiale e della sinergia con l’Ente pubblico.
In questo senso sono state importanti le testimonianze di quattro Caritas parrocchiali.
A Bellaria sono stati coinvolti i medici di base che hanno fatto emergere le povertà/necessità legate alla malattia: l’aiuto per l’assistenza ad un malato terminale, la necessità di accompagnamento a fare la terapia medica, il bisogno di compagnia per uscire dalla solitudine.
A Sogliano si è stabilita una costante collaborazione con l’assistente sociale del Comune al fine di avere un quadro dettagliato delle situazioni più urgenti per le quali prevedere un intervento mirato e condiviso.
La Caritas di Morciano ha fatto una convenzione con il Comune. Grazie a questa collaborazione che prevede anche incontri periodici con le assistenti sociali, è stato possibile fare un monitoraggio preciso di tutte le situazioni di povertà.
La comunità parrocchiale di San Lorenzo di Riccione, stimolata dalla Caritas parrocchiale, organizza, una volta al mese, il pranzo comunitario al quale vengono invitate anche le famiglie povere in uno stile di condivisione e di amicizia.
Il lavoro delle Caritas parrocchiali, che confluisce nell’annuale Rapporto sulle povertà, avrà per il prossimo anno come particolare centro di attenzione il problema della Casa.

Cesare Giorgetti