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Con lo spirito di san Francesco

Da quando fu costituita nel 1949, la parrocchia di Bellariva e Marebello – dedicata al Cuore Immacolato di Maria – è retta dai Frati Francescani Conventuali.
In quel tempo la popolazione era poco numerosa e piuttosto povera, le piccole case sorgevano per lo più a monte della ferrovia, attorno a viale Rimembranze e alla via Rosmini. La chiesa invece fu costruita di fronte al mare, prevedendo già che quella fascia litoranea, ancora pressoché disabitata, di lì a poco avrebbe subito un profondo cambiamento: gli anni ’60, con l’avvento del turismo di massa, avrebbe visto confluire dall’entroterra, romagnolo e marchigiano, tante famiglie disposte a costruire con enormi sacrifici umani ed economici la loro pensioncina, il negozio, il bar…
I nomi delle località – Rivabella e Marebello – non brillano per fantasia e originalità, ma sono forse un richiamo turistico che, all’aprirsi dell’attività, contava più delle ricercatezze toponomastiche.

Oggi alla guida della parrocchia ci sono due frati francescani: padre Antonio Renzini e padre Salvatore Lenzi. Conversando con loro abbiamo ulteriormente approfondito l’evolversi sociale, religioso e ambientale di questa parrocchia.
“Negli anni ’70, con l’affermarsi definitivo del turismo balneare e popolare, i piccoli albergatori e commercianti di Bellariva e Marebello hanno consolidato la loro posizione socio-economica; ha avuto inizio così l’urbanizzazione della zona residenziale a monte della ferrovia, dove gli orti sono stati via via sostituiti prima da case poi da piccole palazzine e condomini.
Questa netta divisione territoriale – sopra e sotto la ferrovia – permane anche oggi e caratterizza nel bene e nel male la vita della nostra parrocchia: d’estate turistica, d’inverno residenziale.
Durante l’estate infatti la chiesa è punto di riferimento soprattutto per i turisti; dalla fine di settembre all’inizio di maggio si svolgono invece le normali attività pastorali: catechismo, incontri dei gruppi, Circolo Anspi, Caritas…”.

quella ”sopra la ferrovia” come si presenta?
“La parrocchia invernale – se così vogliamo chiamarla – conta attualmente circa 5000 abitanti, con 1400 famiglie. Negli ultimi anni, la trasformazione di molti hotel in residence (i cui appartamenti ospitano soprattutto in inverno quasi esclusivamente singoli e famiglie migranti), ha mutato profondamente la struttura demografica della popolazione”.

Se l’aspetto socio-economico può essere utile per introdurci nell’ambiente, ciò che più ci interessa è la vita e l’attività della parrocchia come comunità cristiana.
“Come sguardo panoramico diciamo che la comunità francescana che regge la parrocchia si impegna a comunicare la spiritualità di S. Francesco: fraternità, solidarietà, missionarietà.
È presente l’Ordine Francescano Secolare, un gruppo di laici impegnati a vivere la Spiritualità Francescana nel mondo, inseriti in vari servizi della parrocchia.
È presente il cammino formativo Scout A.G.E.S.C.I. proposto a bambini e giovani dagli 8 ai 21 anni, che sfocia poi nell’attività della Comunità Capi (per gli educatori) e degli adulti scout (MASCI).
Vari sono i gruppi di preghiera e spiritualità che coinvolgono molti fedeli sotto molteplici forme: gruppo di Adorazione Eucaristica, gruppi di preghiera mariana (Rosario), scuola di comunità del Movimento di Comunione e Liberazione, una comunità di ascolto della Parola di Dio.
Da tutti questi gruppi scaturiscono carismi e ministeri per il servizio alla comunità parrocchiale”.

Entrando un po’ più nel dettaglio, che dimensioni numeriche e che percorsi si fanno per l’Iniziazione Cristiana?
“Il catechismo per l’iniziazione cristiana dei bambini raccoglie da 150 a 170 ragazzi, dalla seconda elementare alla seconda media. È organizzata da un gruppo numeroso e stabile di catechiste, che adeguatamente formate (con incontri mensili, ritiri periodici, partecipazione ai corsi diocesani), incontrano i ragazzi settimanalmente. Anche i genitori sono periodicamente invitati ad incontri con catechiste e parroci.
Nell’ambito specifico della catechesi, l’anno scorso la nostra parrocchia ha vissuto una bella e ricca esperienza: per la prima volta abbiamo percorso insieme l’itinerario catecumenale di cinque ragazzi di quarta elementare, accompagnati da adulti e dai compagni di classe (usando il RICA).
La preparazione si è concretizzata in un vero cammino comunitario durato diversi mesi e culminato durante la Veglia Pasquale nel Battesimo ricevuto dai bambini e nella Cresima di una giovane madrina di un battezzando. Tutta l’assemblea domenicale è stata fatta partecipe dei passi fondamentali del catecumenato e ciascun fedele ne ha potuto così scoprire la bellezza e la profondità. Siamo riconoscenti a don Andrea Turchini che ci ha seguiti con saggezza e amore”.

L’iniziazione cristiana dei più piccoli richiede, com’è ovvio, la presenza e l’impegno degli adulti; ma anche gli adulti hanno bisogno di momenti specifico per la loro formazione.
“Per gli adulti stiamo curando in modo particolare tre settori: la preparazione dei fidanzati al matrimonio, la preparazione delle giovani coppie al battesimo dei loro figli e la cura delle famiglie in crisi.
La preparazione delle coppie al Matrimonio è occasione per una ripresa dei principi fondamentali della fede e dei sacramenti, con particolare riferimento al significato del Battesimo, all’importanza della Confessione e della partecipazione all’Eucaristia domenicale, oltre che alle tematiche più direttamente riferite al Matrimonio, alla vita di coppia, alla genitorialità.
Nella preparazione al Battesimo dei neonati si incontrano le situazioni familiari più varie e, sempre più spesso, problematiche: il parroco negli incontri di catechesi per i genitori sottolinea quanto il dono del Battesimo debba essere conseguenza e frutto della fede consapevole degli adulti.
Infine l’idea di costituire un centro di ascolto per le famiglie in crisi sta prendendo forma, e recentemente si stanno già aiutando alcune coppie in difficoltà. Il servizio è svolto in collaborazione da uno dei sacerdoti e da un medico psicoterapeuta”.

Vita cristiana insegnata (catechesi), vita cristiana testimoniata. Qual è l’espressione più significativa della vostra parrocchia sul piano della testimonianza?
“Senza entrare nei dettagli personali, poiché la testimonianza della fede deve essere in primo luogo personale, ci pare che possa essere una testimonianza significativa di vita cristiana l’impegno caritativo della comunità attraverso la Caritas interparrocchiale. La nostra Caritas (Bellariva-Rivazzurra), che ha sede nei locali della parrocchia, si avvale dell’operato di numerosi volontari.
Attualmente si dà aiuto a circa 100 / 120 tra singoli e famiglie disagiate, in gran parte extracomunitari; è in aumento però il numero di italiani che fa ricorso al nostro Centro.
Perché l’assistenza alle persone in difficoltà non sia estemporanea, ma si affrontino i reali problemi di ciascuno, opera un Centro di Ascolto al quale, settimanalmente, confluiscono le nuove richieste. È compito di questi operatori conoscere e vagliare l’entità dei problemi presentati dai singoli, per indirizzarli ai servizi più idonei alle loro necessità: il pacco viveri (fornito tre volte al mese, con il contributo del Banco Alimentare e della Caritas Diocesana), gli indumenti (raccolti dai parrocchiani), il contributo al pagamento delle utenze (nei casi più disagiati).
Per sostenere anche concretamente ed economicamente quest’opera indispensabile, durante l’Avvento e la Quaresima si raccolgono alimenti portati dai fedeli e almeno una volta all’anno viene organizzato un pranzo per raccogliere fondi da destinare soprattutto al pagamento delle utenze, che diventano particolarmente pesanti nel periodo invernale”.

La ”Pastorale Integrata” coinvolge anche i frati?
“Certamente! La Parrocchia è inserita nella zona pastorale del litorale sud: Miramare, Rivazzurra, Bellariva-Marebello e, da poco tempo, i Salesiani. I Parroci si incontrano frequentemente e condividono momenti di programmazione. Le attività che da anni si svolgono insieme sono: il gruppo del dopocresima (a Rivazzurra), la preparazione degli adulti alla Cresima (a Miramare), le liturgie penitenziali, l’incontro ecumenico nella Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani (sede a rotazione) …
Ma anche all’interno della parrocchia stessa si cerca di fare integrazione: siamo aperti alla collaborazione con tutti i movimenti ecclesiali, che volentieri accogliamo e, per quanto possibile, li facciamo entrare nel progetto parrocchiale. Agiscono stabilmente nella parrocchia: Scout A.G.E.S.C.I. e M.A.S.C.I., O.F.S., Comunità Ruah (gruppo di ascolto della Parola), Movimento di Comunione e Liberazione (con una scuola di comunità) e, durante l’estate, un Gruppo del Rinnovamento nello Spirito”.

Egidio Brigliadori