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Con la Magna Charta del Vangelo

“Uniti a priori in tutto ciò che è essenziale” (come la fede, la speranza e la carità, e l’adesione a Pietro e alla Chiesa), e impegnati a convergere anche “nell’opinabile verso scelte ponderate e condivise”. Queste sono le due “colonne” sulle quali si deve sostenere il Consiglio Pastorale Diocesano: lo recita lo Statuto, firmato dal vescovo Francesco Lambiasi nel giorno della solennità di San Gaudenzo, lo suggerisce l’esperienza precedente vissuta da questo organismo. “Saremo uniti a priori e convergenti nell’opinabile se saremo uniti a Gesù” ha ricordato mons. Lambiasi ai membri del nuovo Consiglio Pastorale Diocesano, riunitosi per la prima volta dopo le nuove nomine il 21 febbraio in Vescovado.

Trenta i membri che compongono questo organismo, in rappresentanza dei sette vicariati (due per ciascun vicariato), di associazioni e movimenti, dei sacerdoti, dei religiosi e delle religiose.
La gran parte sono laici (26), in gran parte sposati (ed è presente anche una coppia, i coniugi Veris Navetta e Denis Fabbri), ai quali si aggiungono due presbiteri (don Marco Foschi e don Lauro Bianchi), due religiosi (padre Ferdionando Taccone dei Passionisti di Casale e suor Paola Rado, superiora delle suore di Maria Bambina) e un diacono, il riminese Francesco Marano, e il vicario generale don Luigi Ricci.
Metà dei componenti hanno già vissuto questa esperienza nell’ultimo Consiglio, metà sono all’esordio in questo servizio che dura un triennio.
Volti nuovi e ritorni, dunque, ma un servizio sempre rinnovato.

Ma che fa il Consiglio Pastorale Diocesano? Quali compiti svolge?
In primis, è uno strumento di comunione.
A differenza del Consiglio Presbitrale che collabora con il Vescovo “nel governo della Diocesi”, il CPD (com’è comunemente abbreviato) è essenzialmente “un organo di assistenza al vescovo in ordine all’attività pastorale della Diocesi, con particolare attenzione al discernimento circa gli aspetti più rilevanti della vita diocesana, il rapporto con il territorio e temi di particolare importanza e attualità”.

Tanto per citare un esempio, nell’ultimo triennio, il CPD oltre a trattare temi come la famiglia, ha prodotto un documento sulla crisi ed uno scritto sulle elezioni amministrative, oltre ad interrogarsi e a discernere circa la pastorale integrata.
Sbaglierebbe però chi considerasse questo organismo alla stregua di un organismo parlamentare: non si ispira ai criteri della democrazia parlamentare, non è neppure una somma algebrica di pareri ma ricerca sempre il massimo dell’unità nella comunione.

Comunione dal termine latino <+nerocors>communio, che può avere un doppio significato: quelle persone che mettono insieme armi e munizioni per difendersi arroccandosi entro la città, oppure di persone che mettono assieme i propri doni. E il “regista” della comunione nella Chiesa è lo Spirito Santo.
Le parole chiave per il servizio del Consiglio Pastorale Diocesano sono: passione per la verità, amore per la Chiesa, unità e consiglio. <+cors>“Passione per la verità in un orizzonte di fede, altrimenti rischiamo di smarrirci <+testo>– ha suggerito il Vescovo – <+cors>, amore per la Chiesa, sposa di Cristo che indossa poveri stracci quali siamo noi”<+testo>. Infine <+cors>“unità, discepoli dell’unico maestro e disponibili al sacrificio, e consiglio, esercitare il discernimento invocando sempre lo Spirito Santo che ci aiuterà a servire la Chiesa”<+testo>.

<+nero>Lavoro e crisi economica, famiglia, coppie di fatto <+testo>e unioni omosessuali, nuova evangelizzazione, pastorale integrata, sono alcuni dei temi di particolare rilevanza sui quali il Consiglio intende spendere il proprio servizio. Un servizio che si tinge di rosa. Alla segreteria del CPD appena insediatosi, che ha il compito di verbalizzare le sedute, convocare le prossime riunioni e suscitare gruppi di lavoro in grado di fornire indicazioni valide sui temi scelti, siedono per la prima volta tre donne: la ricercatrice universitaria Anna Cicchetti, il presidente di Azione Cattolica diocesana Mirna Ambrogiani e la presidente della cooperativa Insieme Anna Maria Annibali.

Paolo Guiducci