Cercasi stabilità disperatamente

    Sono già dodici le imprese riminesi che nel primo trimestre 2011 hanno chiuso i battenti. Tra le più grandi, Fedelissima (cooperativa di vigilanza privata), La Torre Trasporti di Bellaria Igea Marina, Takeuch Italia (metalmeccanica, Rimini) e Italmoduli (grafica, sempre a Rimini). Fallimenti che si aggiungono ai 75 registrati nel 2010 e ai 56 del 2009. Imprese cadute nel vortice di una crisi che, al di là di qualche spiraglio di uscita, continua a ripercuotersi pesante sul lavoro locale.
    Lo denuncia la Cgil di Rimini per bocca del responsabile dell’Ufficio Studi Massimo Fusini che, in prospettiva, anticipa che il trend delle chiusure aziendali potrebbe essere, stando a questi primi numeri del 2011, lo stesso del 2009 quando fallirono in 56.
    È solo uno dei segnali più negativi dell’ennesima fotografia scattata dalla Cgil riminese sui numeri relativi alla cassa integrazione guadagni, agli avviamenti occupazionali e alla tipologia di contratti lavorativi firmati in provincia. Contratti, come vedremo, sempre più contrassegnati dalla precarietà.

    Qui si batte… Cassa
    Un primo dato, che potrebbe sembrare positivo, in realtà svela uno scenario ancora piuttosto incerto e difficile. Sommando le ore di cassa integrazione ordinaria, straordinaria e in deroga, concesse dall’Inps nel primo trimestre 2011 rispetto allo stesso periodo del 2010, l’Ufficio studi e ricerche della Cgil riminese porta in evidenza un calo complessivo da 1.474.000 a 1.217.000 ore. Il dato, se trasformato in lavoratori equivalenti a zero ore, corrisponde a circa 2.660 persone. Se a tutti questi si aggiungono i dipendenti attualmente interessati dalla Cig al 75% e al 50%, il numero sale a quota 4.500 persone e relative famiglie “sospese”.
    Scendendo nel dettaglio, scende del 33% la Cig ordinaria (da 376mila a 250mila ore) così come quella in deroga (da 873mila a 635mila ore, -27%) mentre aumenta la Cig straordinaria che sale dalle 225mila ore del primo trimestre 2010 alle 332mila del 2011.
    Significativo e preoccupante, a guardare i dati, il trend dell’edilizia, l’unico settore a registrare un aumento, nel periodo, di tutti e tre gli ammortizzatori sociali (+41% per la Cig ordinaria fino al +660% della Cig in deroga).

    I senza lavoro
    Dietro al calo delle ore di cassa integrazione c’è da leggere poi un’altra dura verità: il progressivo aumento dei lavoratori in mobilità. Persone per cui l’utilizzo degli ammortizzatori sociali non è più possibile (o non lo è mai stato), passate dalle 924 del 2008 alle 1.739 del 2009 fino alle 1.835 del 2010.
    A ciò si aggiunge il tasso di disoccupazione che non accenna a migliorare e che nel Riminese si mantiene costantemente sopra la media regionale. Era al 4,5% nel 2008 ed è salito all’8% nel 2010 passando per il 7,6% del 2009. Preoccupa soprattutto la disoccupazione giovanile che a fronte di un 29% in Italia, in provincia di Rimini è al 21% (contro il 20% del 2009).
    Assunzioni precarie
    Considerando sempre il primo trimestre 2011, crescono del 10% circa sia gli avviamenti con 19.074 rapporti di lavoro attivati tra gennaio e marzo, sia il numero delle persone che nel periodo hanno registrato almeno un rapporto di lavoro (1.378 in più). Eppure, fa notare Fusini, “siamo ancora molto lontani dai valori del 2008, quelli pre-crisi, quando gli avviamenti erano stati oltre 23mila e gli avviati oltre 18mila”. Inoltre, i rapporti di lavoro ancora in essere alla fine di marzo, dimostrano un aumento delle cessazioni rispetto al 2010.
    La tipologia dei contratti firmati, rivela poi una situazione in cui solo il 14% degli avviamenti è a tempo indeterminato mentre il lavoro a termine – e sempre più quello atipico – continua a fare la parte del leone. I contratti a termine rappresentano, nel primo trimestre 2011, l’86% delle assunzioni e quelle tipiche e precarie il 40%.
    Nel caso del lavoro intermittente o a chiamata si assiste ad un vero e proprio boom: con un aumento del 2,6% arriva a coprire il 18% dei contratti complessivi.

    Alessandra Leardini