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Centro e controcentro

In pieno centro storico, laddove c’era un’attività che ha chiuso i battenti da tempo per controverse vicende, è apparso l’annuncio su quattro vetrine dell’arrivo di un nuovo esercizio commerciale di pregio. Facile attendersi dichiarazioni trionfali sull’attrattività del centro storico di Rimini eccetera eccetera. Poi magari capita che a duecento metri un’altra attività abbassi la saracinesca e allora scatta il de profundis sulla morte del centro storico. Il centro, cercando di guardarlo fuori dai titoli a effetto ma nella sua storia recente, è una contraddizione a cielo aperto. La stessa classe politica che lo ha pugnalato – ricordiamo i due centri commerciali aperti a distanza di due settimane – poi ne ha impreziosito luoghi e monumenti. Oppure la ‘lucida follia’ nella agognata pedonalizzazione del ponte di Tiberio senza però avere in mano l’asso pigliatutto di una reale soluzione al corto circuito di via Ducale. E la zona delle cantinette, qualcuno ricorda che buco nero da evitare era trenta anni fa? Poi è rinata e poi è sfuggita di mano.

Il centro storico è vivo? Il centro storico è morto? Il centro storico, per dirla con Ligabue e il Totocalcio, è X, nel senso di pareggio tra il filo che gli si fa con una mano e che gli si disfa con l’altra ormai da anni. E che, temo, per il centro sia ormai una condizione talmente permanente da non risolversi più, facciamocene una ragione.

P.S. No che non mi sono dimenticato i parcheggi. Ma, come ripeto spesso da vecchio brontolone quale sono, prima di rivendicarli impariamo tutti a fare i parcheggi in retromarcia. Si, tizio che con la Smart prende due posti nelle vie interne, sto parlando proprio a te.