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Caritas, quanto è bella la solidarietà!

GLI AIUTI

Il direttore di Rimini e delegato regionale, Mario Galasso: “Dopo il fango ci sarà un’emergenza psicologica”

Una vera e propria processione della solidarietà. Talmente numerosa che ha costretto la Caritas di Rimini a interrompere la grande raccolta per le popolazioni vittime della terribile alluvione che ha messo in ginocchio la Romagna. “Nel giro di poche ore dal nostro appello – conferma il direttore, Mario Galasso – siamo stati sommersi da vestiti, coperte e scarpe. Una risposta che sinceramente nessuno di noi si aspettava, che dimostra, però, il grande cuore di questo popolo che ogni volta che c’è bisogno, risponde presente. Un enorme grazie che viene dal cuore a tutti coloro che in questi giorni sono passati da noi per donarci qualcosa. Vi chiediamo gentilmente di non portare più nulla per una difficoltà di gestione di tutto il materiale arrivato. Quando ne avremo nuovamente bisogno sapremo di potere contare su tutti voi!”. È davvero commosso, Mario Galasso, delegato regionale di Caritas, che a una decina di giorni dall’apocalisse d’acqua caduta sui nostri territori, fa un primo bilancio della situazione.

“I danni sono stati ingentissimi. Migliaia di persone hanno perso non solo la casa, ma anche tutti i risparmi di una vita. Ma questo è il momento della reazione, guai a cadere nello sconforto. Come Caritas diocesana e regionale stiamo chiedendo ai nostri volontari di aiutare a eliminare l’acqua e il fango, perché altrimenti rialzarsi sarà molto faticoso.

Ho visto paesaggi apocalittici, ma in quella medesima apocalisse ho notato anche la bellezza di tanti giovani che si sono dati da fare, fianco a fianco con le persone anziane per cercare di aiutare il più possibile”.

Unito all’emergenza acqua, c’è un altro aspetto che spaventa ed è quello legato allo sconforto delle vittime.

Galasso: “Vogliamo portare speranza là dove lo sconforto è totale”

“Caritas in questo momento è accanto alle persone, vogliamo portare speranza là dove lo sconforto è totale. Soprattutto vogliamo prestare la massima attenzione a chi è più fragile, affinché nessuno rimanga indietro. A questo proposito mi sono rimasti impressi gli anziani, tratti in salvo a bordo di gommoni, che guardavano sconsolati le loro abitazioni, custodi di una vita costruita con tanti sacrifi ci e che ora è andata perduta per sempre. E ricordoanche i corpi esanimi, trascinati via dall’acqua. Fotogrammi che mi hanno fatto riflettere sulla fragilità umana e sull’egoismo dell’essere umano, così legato alle cose materiali, come se fossero il nostro vero tesoro.

Quando, invece, il nostro vero tesoro è la comunità”.

Galasso: “Finita l’emergenza, bando alle scorciatoie: bisognerà ricordarsi della salvaguardia del Creato e pensare alla ricostruzione”

Galasso guarda, poi, al futuro e sottolinea due aspetti importanti.

“Una volta finita l’emergenza, non ci dovranno essere scorciatoie: bisognerà ricordarsi della salvaguardia del Creato e pensare alla ricostruzione guardando innanzitutto all’aspetto educativo della tutela dell’ambiente. Perché, come dice Papa Francesco nell’enciclica Laudato si’ sulla cura della casa comune, non esistono due crisi separate, una ambientale e una sociale, bensì esiste un’unica crisi che è molto complessa e che richiede un approccio integrato. Il secondo aspetto riguarda il settore economico e lavorativo. Tanti esercizi commerciali sono ancora sommersi dalle acque, tante persone hanno perso i risparmi di una vita, senza dimenticare le conseguenze sul settore agricolo, motore importantissimo della regione”.

A essere danneggiate sono anche molte strutture diocesane, come empori e mense solidali. E adesso con l’arrivo del sole, paradossalmente, il problema si aggrava perché il fango inizia a seccarsi. Di qui, l’esigenza di fare rete, cosa che la Caritas sta effettivamente facendo, soprattutto “per accogliere i tanti sfollati”.