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Caritas contro la crisi

La crisi é dietro l’angolo, anzi é già di fronte. Una congiuntura economica difficile che ha già messo in ginocchio diverse realtà dell’alta Valmarecchia. Ma la crisi, come invita a riconoscere papa Benedetto XVI con una lettura meno superficiale, può anche essere un’opportunità. Per ripartire con una marcia diversa. In questo quadro si inserisce, ad esempio, l’accordo stipulato per arginare la crisi e remare insieme con le famiglie tra la Caritas diocesana di San Marino-Montefeltro e i sette comuni dell’alta Valmarecchia e l’Ambito Territoriale. Si tratta di un accordo ‘storico’, e l’idea é partita proprio dai vertici della Caritas. Il direttore don Mirco Cesarini e il vice direttore Maurizio Cima l’hanno esposta ai primi cittadini durante l’ultimo Comitato dei Sindaci. ‘Auguriamoci che l’accordo vada in porto velocemente, e ogni eventuale ostacolo burocratico possa essere superato in fretta. – si auspica Cima, più conosciuto come Morris – Il discorso é chiaro: gli enti pubblici non possiedono tante informazioni su extracomunitari e persone disagiate, noi possiamo fornire questo supporto e aggiungere un aiuto economico a quello offerto dai Comuni’. Risultato: una task force amministrazioni-Caritas in grado di arrivare il più lontano possibile, portando aiuto e sostegno.
Per dare l’idea di cosa Caritas può mettere in campo, bastano i numeri 2008: 110mila euro erogati, oltre ad alimenti per 50mila euro (in collaborazione con il Banco Alimentare), 400 utenti nei sette comuni della vallata (oltre ad altrettanti in Val Foglia e San Marino) che una volta il mese ricevono pacchi viveri e soldi per utenze. Si calcola che tali aiuti in Valmarecchia coprano i bisogni mensili di almeno 1.200 persone. ‘Per evitare che una persona chieda aiuto prima al Comune, poi alla Comunità Montana e poi alla Caritas, magari sottraendo risorse ad altri in difficoltà, é bene mettere insieme in rete i dati’ spiega il coordinatore dell’Ambito, Carlo Brizi. I Comuni prevedono un fondo solidarietà di 30mila euro /grazie a riduzioni sui servizi erogati), l’Ambito mette sul piatto 5.000 euro e la Caritas porta in dote altre migliaia di euro e una fitta rete di intervento. L’unica eccezione resta Pennabilli, che ha preso tempo: ne discuteva in Giunta, ma per ora la fumata é nera. Caritas, Comuni e Ambito a breve sottoscriveranno il protocollo d’intesa per portarlo all’approvazione del Comitato dei Sindaci. Composizione del nucleo familiare, malattie presenti in famiglia, persone senza lavoro, sono alcuni dei requisiti da corrispondere per ricevere il sostegno.

Paolo Guiducci