Camminare fa bene allo spirito

    Camminare è una dimensione essenziale per la natura umana. Che si faccia su una pista tracciata, lungo un sentiero tortuoso, su una strada asfaltata, o sulla spiaggia, è una ricchezza e un’avventura mai uguale. Ma ha anche significati profondi: accettare la fatica, perseverare, giungere ad una meta. C’è chi lo fa per perdere qualche chilo e mantenersi in forma ma anche per uno scopo più intimistico. È partire alla ricerca di qualcosa, portarsi verso qualcuno. Come accade durante i pellegrinaggi.

    Tra natura e contemplazione
    Organizzato ogni anno da Comunione e Liberazione, il pellegrinaggio Macerata-Loreto è molto famoso e vede sempre la presenza di molti riminesi. Frequentatissimi anche i santuari più lontani, come Santiago de Compostela. Il giornalista riccionese Gianluca Angelini lo raggiunse nel 2006, dopo 400 km, un’esperienza che non ha più dimenticato. Ogni persona che si mette in marcia, porta in sé motivazioni e richieste. Per alcuni è indispensabile durante il tragitto poter osservare, godere del panorama, delle bellezze storiche. Per altri fondamentale è pregare. Come scopo la purificazione, la richiesta di una grazia, la volontà di offrire il sacrificio che si sta compiendo, per qualcosa o qualcuno a cui si tiene. Per altri vuol essere semplicemente allontanarsi anche se per poco, dal “logorio” e dallo stress, prendendo la vita con maggior lentezza, assaporandola al ritmo naturale di una passeggiata.
    La parrocchia di Corpolò ha scelto il pellegrinaggio come mezzo educativo. Il 15 agosto, complice il missionario laico Filippo Di Mario, si mette in marcia verso l’Eremo di Carpegna mentre ad anni alterni raggiunge La Verna con adulti o ragazzi e senza bisaccia, cioè senza soldi affidandosi alla Provvidenza e al buon cuore di persone e parrocchie.
    Sono diversi gli input che ogni anno spingono centinaia di persone a infilarsi un paio di scarpe comode e a lanciarsi, muniti di borraccia e tanta buona volontà.
    Del resto, camminare è diventata una moda da cui Rimini non è esente. Basta dare uno sguardo al lungomare, pieno di persone di tutte le età. Anche in pieno inverno e con la neve. Ma c’è un grande fermento d’iniziative: parrocchie o associazioni che si occupano proprio di organizzare e inventare sempre nuovi percorsi e mete da raggiungere. La perseveranza è frutto di volontà, ma più spesso anche di preparazione atletica. Se poi a questo si aggiunge la continua ricerca di percorsi e mete stimolanti dal punto di vista naturalistico, culturale e gastronomico si diventa veri pedituristi per scelta.

    In bici o a piedi con “La Pedivella”
    Come accade a quelli de “La Pedivella”. Ogni mese hanno un fitto calendario di appuntamenti. “Camminate!!! Per piacere” è una delle iniziative più seguite: martedì e venerdì sera, in giro per la città, con il naso all’insù. Vari gli itinerari, con partenze da Darsena, Arco d’Augusto, piazza Cavour. Senza disdegnare qualche tappa godereccia, come quella di martedì scorso con fiocchetti e vino alla Vecchia Pescheria. Ma la voglia di passeggiare porta anche in Valconca, a Saludecio e Montegridolfo, domenica 21 febbraio, sulle tracce di Guido Cagnacci o del Beato Amato Ronconi, con la visita guidata alle opere, curata da Michela Cesarini, e partenza in pulmann da Rimini.
    “Una delle ultime domeniche l’abbiamo passata immersi nelle sensazioni che l’arte riesce sempre a scatenare – racconta Vinicio Zeppilli, anima de La Pedivella – camminando poco, ma godendo appieno di quello che Rimini ci offre”.
    Ma “La Pedivella” è molto conosciuta soprattutto per un pellegrinaggio che annualmente ripete: a piedi, in bici e qualche volta anche in pullman, quello a Santiago de Compostela.
    “Lo ripetiamo perché è un’esperienza straordinaria, che ogni anno ci fa incontrare su quel cammino tanti amici con cui condividere fatica e sudore, ma anche gioia, tanta gioia. Per quest’estate abbiamo lanciato l’idea di percorrere il Camino del Norte, da Oviedo a Santiago in mountain bike, per non intralciare i tanti pellegrini che affolleranno il sentiero ufficiale, nell’anno composteliano. Saranno circa 350 chilometri, in luoghi ancora poco conosciuti ai più, sicuramente spettacolari e selvaggi, in qualche tratto a strapiombo sulle coste del nord della Spagna”.
    Da un santo a un altro, da san Giacomo a san Francesco, da un cammino che già esiste ad un altro che potrebbe vedere presto la luce. “Stiamo lavorando affinché si possa venire qui camminando dal mare agli Appennini: Rimini-La Verna, sulle orme di San Francesco d’Assisi. Sono tante le persone che si stanno dando da fare, purtroppo, al momento, non siamo in grado di dare una data precisa. Anche perché la ricerca storica non è facile, trovare le tracce del passaggio di Francesco lungo la Valmarecchia richiede tempo e conoscenza, anzi chi può aiutarci è ben accetto”.

    Quella fiaccola lungo il Borgo
    E proprio da La Verna, 17 anni fa, ha preso il via la tradizionale fiaccolata che i parrocchiani del Borgo, ogni fine settembre, dedicano a San Giuliano.
    “All’inizio dell’anno liturgico – spiega Giuliano Casadei uno dei fedelissimi – si parte da un posto significativo, nel Duemila, ad esempio, la fiaccola è stata accesa a Roma, in piazza San Pietro. Personalmente mi è sempre piaciuto camminare, ma portare la Luce fino alla nostra chiesa, nel giorno dedicato al Santo di cui si conserva l’intero corpo ai piedi dell’altare, è un vero onore. La fiaccola accesa che ci deve guidare poi tutto l’anno, serve ad accendere il braciere al nostro arrivo, dove le persone della parrocchia bruciano propositi, suppliche e ringraziamenti”.
    Alla fiaccolata partecipano in media una trentina di persone, ma negli anni scorsi, quando i percorsi erano studiati per mesi da Maurizio Macchini e la famiglia, i pellegrini erano molti di più. Fermo, Capodarco, Firenze, Assisi, Padova, ma anche Montescudo. Quest’anno la fiaccola si accenderà davanti al seminario di Rimini. Luoghi significativi, dove si incontrano storie e umanità.
    “Camminare con la fiaccola accesa attraverso le città è un segno, è Gesù Luce, Lampada ai nostri passi. La gente che incontriamo ci guarda stupita o si ferma a pregare, anche per un solo momento, o applaude per manifestare la vicinanza”.

    Le altre esperienze
    Di camminate spirituali se ne contano molte in diocesi e non solo nei tempi forti. Certo il venerdì Santo i giovani dell’Azione Cattolica fanno a piedi la loro via Crucis, lo stesso i GS di Comunione Liberazione a Sant’Igne, mentre gli adulti del movimento si ritrovano dallo scorso anno sul Lungomare. Anche il gruppo del Cenacolo, ogni 13 del mese, in onore della Madonna, cammina dal centro città, in processione, recitando il Santo Rosario, fino ai piedi della Croce di Covignano, per giungere alla chiesa delle Grazie per la celebrazione. Montefiore e il Santuario di Bonora sono mete molto gettonate da parrocchie e Movimenti (CL il 15 agosto affida la riuscita del Meeting a Maria). Un cammino religioso che porta sempre i suoi frutti.

    Camminando pedalando
    Diversa la vocazione di «Camminando e Pedalando», associazioni che da anni si occupa del passeggiare su due ruote o a piedi, ma soprattutto di educare ad una mobilità sostenibile, rispettando gli utenti deboli della strada.
    “Con il progetto «Una città per tutti» – spiega il presidente Gianfranco Rossi – ci occupiamo di fare incontri nelle scuole, che coinvolgano i giovani nella realizzazione una mobilità che tuteli i soggetti deboli: anziani, donne, bambini, disabili. I ragazzi dell’Einstein e del Belluzzi, dopo verifiche e monitoraggi della situazione nel centro studi della Colonnella, hanno rilevato mancanza di marciapiedi e barriere architettoniche per disabili, e chiesto agli assessori competenti di migliorare la viabilità e la qualità urbana, mettendo in sicurezza i percorsi ciclopedonali”.

    Cinzia Sartin