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Programmi, non insulti

Manca un mese e mezzo alle elezioni regionali, ma già da qualche giorno si è aperto il periodo di campagna elettorale. Sui muri delle città sono apparsi i primi tradizionali manifesti, ma la vera campagna si basa sui media e sulla comunicazione. I politici si adoperano in qualunque modo e in ogni situazione per conquistare la maggiore visibilità possibile. Del resto nessuna novità. La ricerca di visibilità mediatica da parte della classe politica è una costante, come pure la tendenza dei mezzi di comunicazione a raccontare il dibattito politico privilegiando la logica dello scontro diretto a scapito di quella del (possibile) confronto costruttivo. Di programmi elettorali si parla per ora poco, anche se gli elettori, proprio perché vanno a scegliere chi li governerà sul proprio territorio, al momento di entrare nell’urna dovranno essere capaci di discernere i contenuti autentici da quelli assolutamente propagandistici e ad effetto. Operazione non facile, sia perché generalmente i programmi veri e propri non ci sono, oppure vengono resi noti in maniera inadeguata, sia perché spesso noi cittadini per primi non abbiamo voglia di prenderci la briga di interessarcene. In compenso i mezzi di comunicazione riversano (presunti) retroscena e rivelazioni sensazionali. Dai segreti intrecci fra politica e mafia alle ipotesi di casi costruiti ad arte, dalle “sospette” frequentazioni al dubbio sistematico che circonda ogni vicenda. A lasciare perplessi è soprattutto il modo in cui vengono trattati. Pochi sono i luoghi informativi in cui ci si preoccupa di spiegare ciò di cui si parla, molte sono le arene mediatiche che ospitano i rappresentanti degli opposti schieramenti impegnati in uno scontro verbale senza esclusione di colpi, attraverso i loro diverbi a voce alta su chi ha ragione e chi torto (spesso conditi da insulti).
È un modo di affrontare le discussioni politiche che conquista la curiosità dei più, ma finisce per oscurare temi di più ampia portata e di più largo interesse.
Per quanto ci riguarda direttamente, riteniamo invece nostro compito cercare le informazioni che ci servono per esercitare nel modo migliore il nostro diritto al voto. L’augurio è che i politici ci aiutino in questo.