Home Attualita Su i calici! il riminese è un vino Doc, ma le piogge…

Su i calici! il riminese è un vino Doc, ma le piogge…

uva

Le ultime piogge hanno un po’ guastato la festa, ma non rovinato il brindisi. Perché quella targata 2016 resta di fatto una vendemmia più che buona per i viticoltori riminesi. In tutta l’Emilia Romagna le prime settimane di raccolta fanno già pregustare una produzione vitivinicola più che soddisfacente in quantità e qualità. “L’andamento meteorologico tra primavera ed estate è stato ottimale per ottenere buoni vini” afferma la Coldiretti regionale aggiungendo che le dolci temperature di agosto, in particolare, con le escursioni termiche tra il giorno e la notte, “hanno favorito lo sviluppo di aromi e la maturazione di uve adatte per una ottima annata”. Di positivo, rimarca la Federazione dei coltivatori diretti, c’è anche il ritorno della raccolta ai tempi classici, dopo diverse stagioni in cui i produttori erano stati costretti a giocare d’anticipo. Nel 2015 la vendemmia era stata addirittura anticipata di una settimana.
E nel riminese? Gioieranno veramente i palati degli intenditori? “Sulla stima di raccolto  dovrebbero essere confermati i quantitativi dello scorso anno – riferisce Leonardo Sacchetta del servizio Territoriale Agricoltura della Regione -. L’andamento stagionale è stato buono fino alla maturazione inoltrata: alle piogge di maggio, che hanno obbligato i viticoltori ad una attenzione massima contro peronospora (una tipologia di fungo, ndr.) sono seguiti un luglio e agosto caldi e asciutti e con piogge al momento giusto, che hanno evitato stress idrici.
Lo stato sanitario è fino ad ora buono, con assenza di oidio e marciumi.  La preoccupazione è  per le ultime piogge che potrebbero far scoppiare gli acini”.
“La qualità di quest’anno è molto alta” è ottimista Roberto Dragoni, responsabile della Cantina di San Patrignano dove la raccolta delle uve bianche Sauvignon e Chardonnay è terminata a quota 1800 quintali per all’incirca 1000 ettolitri di vino, addirittura il 20% in più rispetto alla vendemmia dello scorso anno. Merito delle piogge di maggio e giugno: se hanno fatto storcere il naso ai primi vacanzieri della stagione 2016, perlomeno hanno fatto sorridere i viticoltori che avevano il brutto ricordo dell’estate siccitosa targata 2015.
Nei calici non ci sarà solo più vino, ma un “nettare” migliore grazie ad una stagione non eccessivamente calda. Dragoni è ottimista anche per i rossi che rappresentano la quasi totalità delle 500mila bottiglie della Cantina di SanPa (400mila di cui 250mila sono solo quelle del rinomato Aulente). “Il periodo asciutto prolungato ha favorito la maturazione dell’uva rossa Merlot mentre il Sangiovese ancora necessità di qualche giorno”. Sarà anche un vino ad alta gradazione: da 13 a 14 gradi e mezzo per il rosso a 12 e mezzo, 13 per il bianco.
“L’estate è stata buona e le piogge sono arrivate nel momento giusto” riferisce dal Gruppo Cevico il responsabile tecnico della Cantina sociale dei Colli Romagnoli, Daniele Rossi. Che sulle quantità per ora vuole rimanere un po’ più cauto. “Ad oggi siamo ad un +5% rispetto al 2015 ma l’ultima parola la dirà il Sangiovese”. Già, perché il rosso romagnolo per eccellenza, la cui raccolta è da poco iniziata, copre circa il 70% della produzione firmata Cevico. In provincia la raccolta media annua è di 13mila quintali per circa 90mila ettolitri. E le ultime piogge? “Qualche preoccupazione l’hanno solo creata a livello di sanità dell’uva, ma per il momento si parla ancora di buona vendemmia”. “Certo, se non avesse piovuto sarebbe stato meglio, ma il meteo ha solo tardato un po’ la vendemmia per il Sangiovese” aggiunge Sacchetta del Servizio Territoriale Agricoltura.
Più contenuta, ma 100% bio, la produzione della Tenuta Saiano, nelle colline di Montebello, dove il raccolto medio è di 70 quintali ad ettaro. “Abbiamo iniziato una settimana fa con le uve Sangiovese che vengono vinificate in bianco e poi spumantizzate per creare il nostro Rosanita” pregusta il vignaiolo Enrico Bevitori dall’alto dei due ettari e mezzo (su un totale di 11) che nella Tenuta sono destinati a questo particolare rosè. Di 85 quintali ad ettaro la raccolta relativa, dunque superiore alla media per questa vendemmia. Anche per il rosso targato Saiano la produzione è leggermente più alta (+15%) rispetto all’anno scorso, mentre per il Sangiovese superiore si guarda al meteo. “Ormai ci si attrezza giorno per giorno”. E a proposito di meteo, resta molto più cauto Sandro Santini della Tenuta Santini di Coriano dove la vendemmia è a metà del guado. “Finora registriamo un aumento della quantità del 10% circa. – spiega il produttore – Le etichette internazionali come lo Chardonnay non hanno avuto problemi e anche il primo Sangiovese che abbiamo messo in casa è molto bello, cosa non scontata perché si tratta di un’uva tendenzialmente difficile”. Fino adesso, insomma, è una vendemmia Doc. Non resta che sperare che la fine dei lavori prosegua senza ombrello.

Alessandra Leardini