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C’è chi dice no

Era nata come manifestazione cittadina, invece, lunedì pomeriggio per dire “no” alla tassa di soggiorno, si sono ritrovati oltre 300 albergatori di tutta la regione. Nella piazzetta Matteotti con cartelli e striscioni c’erano rappresentanze degli albergatori di Reggio Emilia, Bologna, Ravenna, Cervia, Imola, Cattolica, Misano e Cesenatico, comune sceso in piazza con il suo presidente dell’Aia, Giancarlo Barocci, solo per solidarietà, perché in questa località gli amministratori comunali hanno già deciso di non applicare il balzello.
Accanto agli operatori, vestiti a lutto, come richiesto dall’Aia di Riccione, c’erano pure i vertici regionali di Ascom, Fiavet, Confcommercio, Faita e Federalberghi. I manifestanti dopo alcuni brevi interventi dal balcone della sede dell’Aia, tra i fischi e urlando “vergogna”, hanno marciato lungo Corso Fratelli Cervi e Viale Ceccarini per raggiungere il municipio, dove, hanno depositato 200 sciarpe con su scritto “No alla tassa di soggiorno”. Proprio in questi giorni, infatti, il sindaco Massimo Pironi, ha chiesto ai suoi uffici di elaborare un regolamento per l’applicazione dell’imposta che, secondo le stelle degli hotel, dovrebbe oscillare dai 50 centesimi ai 2 euro al giorno.
Concisi e febbrili gli interventi, a partire da quello di Alessandro Giorgetti, Presidente regionale di Federalberghi. “L’accoglienza – sbotta – era la nostra caratteristica. Ora con che faccia andiamo a chiedere altri soldi per questa tassa alle famiglie in vacanza? Siamo pronti al confronto, ma non a farci prendere in giro”. In alternativa propone “la tassa di scopo, la compartecipazione dell’Iva e altri strumenti” . “Non vogliamo pagare il prezzo delle cattive gestioni delle amministrazioni comunali. – incalza Davide Urban, direttore della Confcommercio dell’Emilia Romagna – Consegniamo le sciarpe al sindaco di Riccione per dire no a tutti gli amministratori che vogliono applicare questa tassa iniqua e ingiusta”.
Balzello che genera l’incubo di ulteriori controlli della Finanza negli hotel e, come sottolinea Marco Palmieri, vicepresidente della Fipe Emilia Romagna, di ricadute sui consumi nei pubblici esercizi. In piazza anche Celso De Scrilli, vicepresidente Confcommercio, e i vertici dell’Aia di Riccione, il presidente Bruno Bianchini e il direttore Luca Cevoli, ideatore della manifestazione. “È stato un successo. Hanno partecipato oltre 300 albergatori. Le nostre 200 sciarpe sono andate a ruba. – commenta Cevoli – La base si è espressa. Ora ci aspettiamo una risposta da chi finora ha giocato a nascondino, ossia dal presidente dell’Emilia Romagna, Vasco Errani, dall’assessore regionale al Turismo, Maurizio Melucci e dal collega provinciale, Fabio Galli. Questa è stata una botta. Ora ci auspichiamo che ogni associazione faccia rumore, dando continuità alla nostra iniziativa. Noi non siamo il solito limone da spremere”.
Contro l’imposta ha assunto una posizione contraria anche la Consulta Regionale del Turismo di Confcommercio Emilia-Romagna che ha detto: “Ci sembra di assistere a un gioco delle parti tra Regione, Comuni e partiti in cui crollano tutte le promesse delle precedenti campagne elettorali”.

Nives Concolino