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Attrazione o distrazione?

La tematica del gioco d’azzardo è particolarmente rilevante anche in periodi di pandemia, quando gli strati della popolazione che ha più difficoltà ad arrivare alla fine del mese, rischia più di altri, di essere risucchiata dal tentare la fortuna. Le ricerche, poi, dimostrano il progressivo abbassamento dell’età media dei giocatori sino ad arrivare ai giovani e agli adolescenti.

Questo aspetto dolente ha spinto a mantenere vivo il dibattito, anche in Emilia-Romagna con Rimini sempre in prima fila, e molto attenta alla situazione dei più giovani.

La tavola rotonda “Responsabilità sociale, turismo e gioco d’azzardo: attrazione o distrazione?”, appena realizzata, ne è un esempio. Un’occasione importante per proporre la discussione sul tema agli studenti del Polo di Rimini, del primo anno del corso di laurea in Economia del turismo.

Nel territorio di Rimini la responsabilità sociale è stata oggetto di attenzione da parte di molte delle aziende ed istituzioni, pubbliche e private, già a partire dal 2004.

Inoltre, quello riminese è un territorio che si caratterizza proprio per la concentrazione dell’industria dell’ospitalità ed il turismo, soprattutto balneare, ancora oggi è un’attività economica molto importante e sempre più orientata all’innovazione sociale e sostenibile. Quindi la domanda che gli organizzatori si sono posti è: “come si concilia l’attività turistica sociale e sostenibile con il gioco d’azzardo?”.

L’iniziativa, giunta alla sua terza edizione, coordinata e promossa da Maria-Gabriella Baldarelli, professore associato di Ragioneria, ha cercato proprio di rispondere a queste domande, perché il rischio è di travisare il concetto di responsabilità sociale e anche di turismo sostenibile.

La tavola rotonda organizzata presso il campus di Rimini, per il suo taglio e i suoi “approdi” è stata considerata tra le iniziative meritevoli del riconoscimento di Innovazione sociale 2019 dalla Regione Emilia Romagna, proprio per il taglio interdisciplinare rivolto soprattutto ai giovani. A promuovere l’incontro ci ha pensato il Centro di Studi Avanzato sul Turismo dell‘Università degli Studi di Bologna-Campus di Rimini, in collaborazione con l’Issr ‘Marvelli’ di Rimini e rientra nelle iniziative di Economy of Francesco.

Sette i relatori che sono intervenuti alla tavola rotonda riminese, in gran parte da remoto per la pandemia come anche gli studenti, 110 circa (in presenza e on line). Il gioco d’azzardo che è emerso presenta diverse sfaccettature: teoriche, pratiche ed etiche.

“Luoghi dell’Azzardo” è una ricerca del 2015 che fa parte delle attività di “RicercAzione” di Confcooperative con la collaborazione del servizio di Dipendenze Patologiche Ravenna-Ausl Romagna. Uno dei principali risultati emersi dalla ricerca – messi in luce dalla dott.ssa Doriana Togni riguarda l’ammontare procapite che si spende nel gioco d’azzardo nella provincia di Ravenna: € 4.019 annui, di cui € 2.586 in apparecchi (slot machine). Inoltre, sempre nella stessa provincia si stimano 800.000 giocatori patologici.

Completa estraniazione dalla realtà esterna e isolamento sono alcune delle caratteristiche dei “Luoghi dell’Azzardo”.

Queste peculiarità sono in netto contrasto con la naturale ricerca di relazione che porta l’essere umano alla felicità vera.

La domanda sul ruolo della responsabilità sociale e il gioco d’azzardo ha trovato risposta nell’intervento del dott. Lino Sbraccia di Figli del Mondo. Il caso di Novomatica, azienda specializzata nella fornitura di Newslot e Videolottery secondo Sbraccia è esemplare: l’azienda asserisce di essere socialmente responsabile distorcendo il vero significato di responsabilità sociale. Il caso della banca BPER permette di comprendere che anche le banche stanno prendendo provvedimenti per arginare il fenomeno del gioco d’azzardo. Il blocco della carta di credito per il gioco on line e la presenza di un protocollo che permette alle famiglie di individuare quando un giocatore diventa patologico, sono alcune delle iniziative intraprese dall’istituto di credito. Senza dimenticare la presenza dello Slot-Mob a Rimini che ha evidenziato un certo disappunto della popolazione civile alla presenza del gioco d’azzardo.

A porre l’accento sul vero significato e sulla possibilità di quantificare i risultati della responsabilità sociale evidenziando i valori che possono essere considerati frutto di innovazione sociale e sostenibile, ci ha pensato la dott.ssa Elisa Tamagnini – CSR manager di SGR-Rimini.

“Se si parla di turismo responsabile questo è incompatibile con il gioco d’azzardo” ha assicurato il dott. Maurizio Davolio dell’Associazione Italiana Turismo Responabile.

Emblematico il caso di Las Vegas: pur essendo conosciuta come la patria dei casinò, la città offre una serie di servizi turistici molto interessanti e forse poco pubblicizzati.

Davolio ha chiaramente definito “borderline” esperienze come il turismo a Las Vegas.

Sul territorio riminese è primaria l’attenzione alla persona e al bene comune delle diverse strutture dell’ospitalità, e la preferenza degli albergatori è per la vacanza e il relax senza il gioco d’azzardo, hanno sottolineato in coro il dott. Simone Righi di Confcooperative e il dott.

Antonio Carasso, direttore di Promozione Alberghiera.

Il gioco d’azzardo fa rimbalzare sul tavolo anche la questione degli aspetti etici. Chi lo ha messo in luce è la prof. Nives Cuttin della Diocesi di Rimini, riportando alla luce la discussione che si era sviluppata all’inizio degli anni Duemila sull’eventuale apertura a Rimini di un casinò. Il documento finale metteva in evidenza come il gioco d’azzardo è immorale in sé, favorisce il riciclaggio di denaro sporco, contamina l’economia, rende meno ospitale le nostre città, perché agevola l’infiltrazione della malavita e quindi costituisce una minaccia per una positiva convivenza sociale. La logica del profitto facile non può essere vincente a discapito della centralità dell’uomo e dei valori che ne arricchiscono la vita. Il gioco d’azzardo ha inevitabilmente le sue vittime, favorisce l’usura e lo strozzinaggio.

Per i giocatori è facile perdere ingenti somme di denaro, mettere a repentaglio se stessi e la famiglia, provocando il dissesto economico e portando la famiglia alla disperazione. La famiglia cellula fondamentale della società va difesa, perché il gioco può creare patologie e dipendenze che costituiscono anche un onere per gli Enti pubblici e per tutta la società. Tutti dobbiamo sostenere scelte ed investimenti per un corretto sviluppo economico e sociale, scelte portatrici di promozione umana e di stili di vita positivi per il bene comune. Alcune frasi del Vangelo e del Catechismo della Chiesa cattolica in relazione al settimo comandamento ‘Non Rubare’ chiamano direttamente in causa il gioco d’azzardo.

“Prendersi cura del mondo che ci circonda e ci sostiene significa prendersi cura di noi stessi. Ma abbiamo bisogno di costruirci in un «noi» che abita la Casa Comune” scrive Papa Francesco nell’Enciclica Fratelli Tutti (§ 17).

La serie di iniziative riminesi circa l’azzardo in qualche modo sembrano rispondere all’appello del Papa di “prendersi cura del mondo in un ambito, quello dell’azzardo, che se non adeguatamente chiarito e compreso genera nuove povertà economiche e sociali sgretolando quel ‘noi’, di cui si parla nel testo citato e relegandolo alla solitudine e alla disperazione”.

Responsabilità sociale e turismo non esauriscono i pericolosi risvolti del gioco d’azzardo. E Rimini non intende smettere di affrontare la questione. “Il dibattito resta vivo. assicura la prof.ssa Maria-Gabriella Baldarelli – Un prossimo appuntamento è in programma in occasione della Notte Europea dei Ricercatori, organizzata dall’Università di Bologna-campus di Rimini: il 27 novembre alle ore 21. On line e, se le condizioni della Pandemia lo permetteranno, presso l’aula magna dell’Università ‘Igino Righetti’, a Rimini”. L’azzardo non è un gioco, non si scherza.