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A “caccia” per la città

Metti una sera di fine luglio. Fuori fa un caldo tale che appena i chicchi di mais escono un attimo si trasformano in pop corn. In piazza Cavour il “bar della Pigna” offre un po’ di ristoro gratuito. In giro non è che ci sia tanta gente. Tutti in casa con il loro bel condizionatore sparato a palla. Tipo pinguini in salotto. Sei pronto a goderti la tua città quando il telefonino squilla. “Ti ricordi che abbiamo la caccia al tesoro questa sera, vero?”. Ops, me ne ero dimenticato. “Dai, i bambini ci tengono. Vengono anche i nonni”. Una piccola corsetta, il salto in sella e via verso casa per mettersi qualcosa di più decente, del resto la partenza dal Museo della Città vuole un certo tipo di presenza. Ore 21.15, siamo tutti in via Tonini. Tutti… un gruppetto. Nonni, genitori, figli. A occhio e croce il più piccolo avrà 6 anni e il più grande 70, al massimo 75. Giusto il tempo di asciugarsi la fronte dopo la pedalata che arriva Angela insieme a un suo collega. Ci spiegano che cosa succederà, i comportamenti da tenere durante questa caccia al tesoro e ci divide in due squadre: rossa e arancione. Con mia moglie e il resto della banda finiamo proprio in quest’ultima. Confesso che quando i bambini mi hanno prospettato questa caccia A spasso per Rimini non è che sprizzassi gioia da tutti i pori. Invece, devo dire, che alla fine è stata una bellissima esperienza grazie anche all’organizzazione del Museo della Città e della cooperativa Atlantide che hanno avuto davvero una bella idea: far conoscere Rimini giocando. Comunque, torniamo alla caccia al tesoro. La partenza, come dicevo, è proprio dal Museo. Il primo indizio che Angela ci consegna è un’immagine. Oddio, mi sembra di averla già vista.
Ma dove? Intanto i secondi passano e i bambini iniziano a fartela pesare. Poi la voce della saggezza: “ah ma Rimini non la conoscete proprio! È l’immagine di Apollo che si trova all’Arco” dice il nonno. Uno sguardo verso Angela che sorride e ci fa capire che l’indicazione è quella giusta. I bimbi tirano fuori la piantina (come se ce ne fosse bisogno) e la illuminano con la pila “di là, dobbiamo andare di là”. Si parte e guidati dai Gps formato ridotto arriviamo davanti all’Arco. Adesso, però, il problema è trovare dove si trova questa immagine. Qualche minuto e… bingo! Eccola lì. Angela a questo punto ci racconta la storia dell’Arco con i bambini che la seguono estasiati. Bene, ma adesso? “Adesso c’è il nuovo indizio” ci dice la nostra Cicerone. Prima, però, ci si scatta una bella foto. Nella busta c’è un’altra immagine che, però, questa volta è accompagnata anche da una frase. Con noi c’è un bimbo di Bologna insieme al nonno, riminese doc. Ed è lui che risolve il secondo enigma: “andiamo a San Michelino in Foro”.

Arriviamo nei pressi di quella che una volta era una delle chiese più antiche della città, altra spiegazione, altro “rapimento” dei bimbi che ascoltano con grande attenzione. Foto e via con la terza busta che contiene… una foto. “O mamma, e questo dove è?”. Ci guardiamo un po’ tutti in faccia sperando che qualcuno dia un input. Che arriva dal più piccolo: “mamma, ma quando andiamo in biblioteca, non vediamo questa così qui?”. Già, la biblioteca gambalunghiana! Via di corsa, abbiamo perso un po’ troppo tempo, chissà dove sarà l’altra squadra. All’arrivo qualche spiegazioni, la classica foto ricordo e la ricerca del quarto indizio che ci porta al Palazzo del Podestà dove dobbiamo scoprire alcune decorazioni malatestiane. Gli studi architettonici della mamma ci vengono d’aiuto e così conquistiamo la busta successiva che ci manda a Castel Sismondo. Qui succede una cosa strana. Sarà stata l’ora un po’ più tarda. Saranno state le luci. Sarà stata la maestosità della Rocca, ma i bambini sembrano rapiti. Poi quando Angela racconta un po’ di storia sgranano bocca e occhi. “Via via che manca poco”. Troviamo l’indizio che ci porta alla Domus dove arriviamo praticamente con l’altra squadra (qualche minuto dopo, ma poco importa). Guardo i visi delle persone e nonostante piazza Ferrari sia invasa da cammelli (tanto fa caldo) sono tutti sorridenti. Perché è stata una bella esperienza che ha fatto divertire molto i bambini (con tanto di caramelle finali) e allo stesso tempo ha fatto conoscere a tutti un po’ di storia della nostra Rimini. Ah, chi volesse cimentarsi nuovamente, si segni sull’agenda questa data: mercoledì 19 agosto.

Francesco Barone