Social card: mission impossible

    Social Card: se non ne hai diritto, la temi. Imbarazza i più, ancora prima di riceverla. Ad annunciarla una letterina in cui al Ministro Giulio Tremonti, secondo i dati in suo possesso, risulta che tu sei … un “idoneo”. Il decreto anti-crisi (185/2008) che istituisce la tessera per gli acquisti, oltre a creare confusione ha lasciato emergere un problema serio di tipo sociale. Lascia, comunque, molti nel dubbio: ne avrò diritto? E perché lui si e io no? Allora proviamo a fare chiarezza.

    Guida alla Carta
    La Carta, rilasciata e caricata dal Ministero dell’Economia, si può utilizzare per avere un sostegno della spesa alimentare e per sostenere gli oneri di bollette di luce e gas. La prima “ricarica”, quella da 120 euro, della tessera acquisti destinata ai cittadini non abbienti, comprende 40 euro al mese, riferiti ad ottobre, novembre e dicembre 2008. Quando se ne parlò, circa un mese fa, la scadenza per le richieste era fissata per il 31 dicembre. Mentre è notizia di questi giorni che il Ministero ha deciso di prorogare i termini. La data ultima sarebbe quella del 28 febbraio 2009. Verrà emanato a breve un decreto in preparazione al ministero dell’Economia, che metterà nero su bianco lo slittamento di due mesi. I ritardatari, che non hanno ancora presentato i moduli per la domanda, potranno rimediare senza perdere la prima ricarica. E neanche la seconda. Assicurati quindi, gli 80 euro per i primi due mesi del nuovo anno.

    Poche le richieste
    Secondo i primi dati forniti dai Caaf delle organizzazioni sindacali fino a fine dicembre sono state consegnate solo 330.000 social card sulle 1.300.000 circa previste dal Governo. Su 520mila domande inoltrate, 190mila sono state scartate perché presentate da cittadini che non ne avevano i requisiti. A tutt’oggi, la maggioranza di coloro che ne hanno diritto non si sono ancora fatti avanti. Forse perché scoraggiati o non informati in tempo utile?

    A chi è destinata?
    Tra gli aventi diritto gli anziani tra i 65 e i 69 anni e trattamenti pensionistici annui fino a 6.000 euro, o età superiore a 70 anni e pensioni fino a 8.000 euro, o ancora pensionati con redditi tali da non comportare il pagamento di alcuna imposta (IRPEF pari a 0, ossia persona con reddito inferiore ai 2800 euro).
    Anche le famiglie, potranno avere la card, per i figli sotto i tre anni, valgono le stesse regole per gli anziani, ovviamente il Titolare della carta sarà il genitore.

    Cgil
    Al sindacato pensionati della Cgil riminese confermano i dati nazionali. Dal loro osservatorio pochissimi i casi di aventi diritto, (meno di una cinquantina, su centinaia di persone che si sono presentate). “Sono solo una percentuale minima a riuscire nell’intento, anche se hanno ricevuto la lettera dal Ministero – spiega Marcello Bianchini dello SPI – Non ne hanno diritto ad esempio, se titolari di più utenze elettriche o del gas, o possessori di due autoveicoi, o aventi più di 15.000 euro di risparmi in banca. Gli anziani, devono presentare l’ISEE e quindi se sono in due in famiglia, con pensioni al minimo di 400 euro l’uno, già non ne hanno più diritto. Bisogna essere sani, anche se incapienti, perché se si è stati a carico di una casa di riposo per un mese (ad esempio ricoverarati al Salus o al Valloni), perdi il diritto. Fanno reddito anche garage o capanni degli attrezzi condonati. E se stai da un figlio, perché non sei autosufficiente o non sei in grado di mantenerti da solo, anche in questo caso, convivendo col parente ed essendo inserito nell’ISEE del nucleo famigliare, vieni escluso dalla social card. L’iter burocratico è fatto in un modo, per cui la gente si scoraggia subito. Questo può spiegare in parte il risultato così basso di richieste”.

    Cisl
    “Si avverte un disagio. – commenta Luigi Mazza della Federazione Pensionati Cisl – In primo luogo i pensionati sono delusi perchè in molti punti l’informativa Inps non è chiara. Tanti poi, non hanno i requisiti per riceverla e questo incrementa il malumore”.
    In realtà esistono anche problemi di ordine pratico. Dalla Cisl ci confermano che più della metà dei pensionati hanno difficoltà a spendere quel denaro, perchè non trovano il negozio nel quale farlo o hanno difficoltà a raggiungerlo. Aldo Biagetti, segretario del sindacato ci spiega che anche recentemente: “ho ricevuto delle chiamate da parte di due signore che da Santarcangelo e Bellaria non avevano idea di dove andare a spendere quel denaro. E questi sono due paesoni, figurarsi nei centri più piccoli”. È vero che il sistema di pagamento elettronico è poco noto alla fascia cui è rivolta la social card, per non parlare del fatto che le piccole botteghe di paese stentano ad avere il pos (macchinetta di pagamento elettronico) bancario. La soluzione secondo i sindacalisti della Cisl, poteva essere più semplice. Entrambi in coro ci hanno messo un attimo a dare la ricetta: “Non era forse più semplice cumulare quei soldi alla pensione? In questo modo si sarebbero evitante tante burocrazie, per non parlare della praticità dello strumento di pagamento. Infine, ne avrebbe guadagnato la privacy delle persone coinvolte”. Spesso infatti non è semplicissimo mostrare la carta, che da molti anziani è vissuta come una sorta di attestato della povertà. Biagetti ribadisce che: “Anche se non è l’intervento che ci aspettavamo e che chiediamo da tempo (quello sull’aumento della pensione, ndr) i soldi fanno sempre comodo. Quello che contestiamo è il modo, appunto. La mia impressione è che chi ha pensato a questa soluzione sia sganciato dalla realtà”.

    A carta scarica
    Disguidi comunque ce ne sono anche dopo, aver ricevuto la tessera ministeriale. A Rimini, si sono già verificati “imprevisti” in cui l’utente, che possedeva tutte le “carte” in regola, (ed è il caso di dirlo), si è recato a spendere i suoi 40 euro e gli hanno risposto: “Spiacente qui non ci sono soldi, niente accredito dal Ministero sulla tessera”. Le file ai sindacati, ci sono comunque state. “La gente è arrivata, anche se in minor numero rispetto alle aspettative, e la fila alla porta, non ci è mai mancata”. – osserva Renzo Cappelli dello SPI di Rimini. Lavori ancora in corso, quindi. La speranza è che la proroga oltre ad aiutare i ritardatari, dia tempo a tutte le parti chiamate in causa di fare chiarezza.

    Angela De Rubeis
    Cinzia Sartini