Home Attualita Ripulito il Duomo “sfregiato”

Ripulito il Duomo “sfregiato”


Nella notte era comparsa una scritta, colorata e non bene comprensibile, sul fianco del Tempio Malatestiano. Tale però da rappresentare uno sfregio ad uno dei simboli della città di Rimini, della Diocesi e dell’intero territorio. Quello utilizzato, materiale commestibile, è altamente pericoloso perché penetra la pietra. La Diocesi di Rimini è intervenuta immediatamente. E grazie alla collaborazione della Soprintendenza, ha ripulito il Duomo, ritornato alla sua bellezza originaria. Purtroppo non è la prima volta che questa capolavoro d’arte e di fede viene “sfregiato”.

Nella notte tra venerdì 1 e sabato 2 luglio i soliti “ignoti” hanno tracciato una vistosa sigla (forse “Gip”) sul fianco destro del Tempio Malatestiano di Rimini. Una scritta realizzata utilizzando probabilmente del caramello o del cappuccino. Queste sostanze, che potrebbero sembrare innocue perché commestibili, hanno invece il potere di macchiare irrimediabilmente penetrando nella pietra.

Si tratta dell’ennesimo esempio di inciviltà, noncuranza, superficialità. Non è infatti la prima volta che il Tempio Malatestiano, opera chiave del Rinascimento riminese e una delle architetture più significative del Quattrocento italiano in generale, nonché principale luogo di culto cattolico di Rimini, è vittima di sfregio.
La Diocesi di Rimini ha immediatamente attivato la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, autorità competente, dopo aver presentato denuncia per l’atto di vandalismo subito al Comando Carabinieri di via Destra del Porto.

Le studentesse Giulia Catalano, Arianna Costantini, Elisa Esposito, Cecilia Marchesini guidate dalla prof. ssa Elena Cristoferi (Laurea Corso Unico di Conservazione e Restauro della Università di Bologna, sede di Ravenna) impiegando l’intero pomeriggio di martedì, sotto un sole impietoso, utilizzando spazzolini e bisturi, con solerzia e pazienza hanno ripristinato ciò che la stupidaggine di altri aveva rovinato.

“La Diocesi si è volentieri accollata ancora una volta l’onere di ‘custodire’ il Tempio Malatestiano, – fa notare l’Economo diocesano, don Danilo Manduchi – i cui benefici, però – vorremmo fosse consapevolezza di tutti anche quando occorre sostenerne i costi – ricadono sulla intera città e su tutto il territorio riminese”.