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Verso un’unica comunità

Basta percorrere la trafficata Marecchiese, da Rimini verso Verucchio, per trovare sulla sinistra le prime colline di Spadarolo e Vergiano con le loro antiche chiesette, entrambe dedicate alla Madonna: l’una, quella di Spadarolo, dedicata a Santa Maria e l’altra, di Vergiano, a Santa Maria della Neve.
Una volta erano due piccole parrocchie rurali che proteggevano la campagna dei dintorni e scandivano i ritmi di vita dei contadini col suono delle loro campane. Oggi non è più così: la popolazione è aumentata (Spadarolo conta intorno ai 2000 abitanti e Vergiano 1600 circa) e non è più principalmente dedita all’agricoltura. Lo sviluppo dell’industria e dell’artigianato, anche sulla stessa Marecchiese, ha cambiato il volto ed i ritmi della popolazione attuale.
Ma le stesse parrocchie hanno cambiato volto per unirsi in uno stretto rapporto di servizio pastorale, con la guida e la competenza del “novello” parroco, don Mirko Vandi. Novello perché è qui da appena un anno e mezzo.

“È vero! Anche le parrocchie di campagna stanno cambiando volto. Non tanto perché più parrocchie devono accontentarsi di condividere un solo parroco, ma perché le distanze dalla città si sono accorciate o sono addirittura scomparse per la facilità degli spostamenti.
Devo dire però che qui a Spadarolo – Vergiano ho trovato ancora tanti di quei valori che hanno nutrito la vita delle tradizionali famiglie di campagna: l’attaccamento al valore della famiglia, al sentimento religioso, alle tradizioni e feste di parrocchia… pensa che a Vergiano è da più di 500 anni che si fa la processione con l’immagine del Crocifisso, ritenuta miracolosa”.

Naturalmente don Mirko parla di Spadarolo e di Vergiano come di un’unica parrocchia…
“Giuridicamente le parrocchie sono ancora distinte, per cui io sono Parroco di Spadarolo e Amministratore di Vergiano ma praticamente cerchiamo di vivere come una sola parrocchia, creando comunione e collaborazione”.

Già con don Giampaolo Bernabini era iniziata questa fase di collaborazione. Quali altri passi hai fatto o pensi di fare?
“Il primo passo importante mi è sembrato quello di unificare il Consiglio Pastorale Parrocchiale. Così da quest’anno abbiamo un unico Consiglio per le due parrocchie, che ha cominciato il suo servizio alla comunità con una veglia di preghiera e ha preparato insieme a me la visita pastorale del vescovo. È sicuramente il cuore della vita della comunità parrocchiale, per questo mi sembra un buon inizio per chiamarci ed essere realmente la parrocchia di «Spadarolo – Vergiano». Del resto l’omogeneità del territorio e delle problematiche sociali ci accomuna già di per sé”.

Guardando dall’alto della collina il territorio sembra assai esteso…
“In effetti ci estendiamo dal Marecchia fino al colle di Covignano, confinando lato mare coi Padulli; ma il suo territorio mantiene ancora abbastanza intatto, specie nella zona del Pradese, la bellezza del paesaggio rurale della Romagna.
La nuova urbanizzazione ha portato tante nuove famiglie: in maniera molto consistente alla fine degli anni novanta a Vergiano con il Borgo dei Ciliegi a negli ultimi anni a Spadarolo con i nuovi condomini lungo la Marecchiese”.

Ma torniamo alla parrocchia. Oltre che sul Consiglio Pastorale unificato, su quali altre risorse puoi fare affidamento per incrementare la collaborazione e l’unità?
“Ci sono diversi aspetti interessanti della vita pastorale della comunità in primis le esperienze educative. La catechesi, per esempio, anche se si fa in tutte e due le chiese, è però unificata dallo stesso metodo del Buon Pastore e da momenti importanti (apertura e chiusura dell’anno catechistico, celebrazione della prima confessione ecc.) che facciamo in comune. Questo ha poi fatto sì che i catechisti abbiano ricevuto una formazione comune e seria in ordine al loro servizio e che continuino insieme gli incontri formativi e di aggiornamento. Ai bambini viene proposto il percorso del Buon Pastore dall’età dell’infanzia, dai tre anni in su”.

Anche le attività con gli altri gruppi sono comuni alle due comunità?
“Certamente, a partire dall’Azione Cattolica che ho promosso e personalmente incentivato, nei settori ragazzi, giovanissimi e adulti. Da quest’anno si è costituito un gruppo giovani che comprende i ragazzi dai 20 ai 30 anni.
Vi è inoltre un gruppo di giovani adulti tra i 30 e i 40 anni circa e poi il gruppo delle famiglie, frequentato da una ventina di coppie.
Una realtà molto interessante è quella del gruppo biblico che si riunisce ogni mercoledì secondo il metodo della lectio divina. Abbiamo cominciato lo scorso anno la lettura integrale del Vangelo di Giovanni. La partecipazione è molto buona e anche la capacità di condivisione”.

Prima di te don Marco e don Giampaolo avevano tentato anche una collaborazione interparrocchiale…
“Di quella esperienza è rimasta in primo luogo la Caritas: siamo in collaborazione con la parrocchia di San Domenico Savio dove c’è la sede della medesima. Gli operatori sono tanti, in gran parte della nostra parrocchia. D’intesa con don Daniele Giunchi, intendiamo offrire una formazione solida perché il servizio a chi ci interpella sia sempre più integrale della persona umana. Inoltre abbiamo in comune i campi estivi dei bambini delle elementari e dei ragazzi delle medie, insieme ad alcuni momenti molto sentiti e partecipati dalla gente: il pellegrinaggio al Santuario delle Grazie a conclusione del mese di maggio e la celebrazione al cimitero di San Lorenzo il primo novembre”.

Due chiese, due canoniche, tanto spazio da gestire e da curare…
“Soprattutto da curare. Tante opere di ristrutturazione sono state eseguite negli ultimi vent’anni, in ambedue le chiese, al centro parrocchiale, alla canonica di Spadarolo e nelle strutture pastorali di Vergiano. Sono ancora in stato precario la canonica e il teatrino parrocchiale di Vergiano e l’esterno della chiesa di Spadarolo, nonché la casa colonica adiacente.
Ambedue le chiese sono collocate in luoghi molto belli con ampi spazi che facilitano l’aggregazione e diverse forme di vita pastorale. La presenza di un centro parrocchiale ampio e ben collocato consente di vivere tanti momenti di convivialità e di amicizia, sia con i bambini che con i giovani e gli adulti”.

Suppongo che il servizio più strettamente religioso e liturgico lo svolgerai in entrambe le chiese, soprattutto la domenica.
“Certamente. Nei giorni feriali la Messa è alternata, mentre la domenica celebro in ambedue le chiese innanzitutto per rispetto alla forte tradizione di entrambe e in secondo luogo perché nessuna delle due sarebbe capiente abbastanza per tutto il popolo”.

Don Mirko ha scelto di utilizzare entrambe le canoniche, quella di Spadarolo, appena restaurata, per il proprio appartamento e la parte già sistemata di quella di Vergiano per il proprio ufficio parrocchiale. “Sarebbe difficile scegliere tra le due ubicazioni perché sono davvero due luoghi molto belli e a me già molto cari”.

Egidio Brigliadori

Nella foto, Santa Maria a Spadarolo